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Piano europeo per gli investimenti esteri nell’ambito dell’agenda sulle migrazioni

Il piano europeo per gli investimenti esteri era stato delineato nella Comunicazione della Commissione europea del 7 giugno 2016 “Stabilire un nuovo quadro di partenariato con i Paesi Terzi nell’ambito dell’Agenda europea sulle migrazioni”.

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IL PIANO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI ESTERI IN AFRICA, NEL MEDITERRANEO E MEDIO ORIENTE NELL’AMBITO DELL’AGENDA SULLE MIGRAZIONI.

 
 

OSSERVAZIONI E PROPOSTE DI LINK 2007

 
 

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Il piano europeo per gli investimenti esteri era stato delineato nella Comunicazione della Commissione europea del 7 giugno 2016 “Stabilire un nuovo quadro di partenariato con i Paesi Terzi nell’ambito dell’Agenda europea sulle migrazioni”. Il Consiglio dei capi di Stato e di Governo del 28 giugno ha chiesto che fosse presentata, entro settembre, una “proposta ambiziosa” relativa a tale piano.  Il 14 settembre la Commissione ha diffuso in merito due Comunicazioni. La prima definisce la proposta di “un nuovo Piano di Investimenti Esteri” indicandone la relativa articolazione e i relativi strumenti. La seconda propone un testo di Regolamento per il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile e l’istituzione della relativa Garanzia pubblica e del Fondo di Garanzia. Lo stesso giorno, nella relazione al Parlamento europeo sullo stato dell’Unione, il Presidente Juncker presenta la programmazione di tale Piano indirizzato all’Africa e al Mediterraneo/Medio Oriente.

La CE ha mantenuto l’impegno affidatole, in coordinamento con l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e le politiche di sicurezza. La delusione viene invece dal Consiglio europeo. La “Bratislava Roadmap”, firmata dai presidenti e primi ministri UE il 16 settembre scorso a Bratislava rinvia ogni esame del piano al prossimo Consiglio di dicembre. Un brutto segnale.

Le due Comunicazioni della CE continueranno comunque il loro iter e saranno valutate e perfezionate da istituzioni europee attente alle politiche comunitarie (diversamente dall’attuale Consiglio e dagli Stati membri frenati dai tanti contrapposti interessi nazionali): il Parlamento europeo (PE), il Comitato economico e sociale europeo (CESE), il Comitato delle regioni (CdR), la Banca europea degli investimenti (BEI).

LINK 2007 propone un’attenta analisi delle proposte europee in un documento di “osservazioni e proposte” diffuso il 19 settembre 2016.

 

 

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