“La tua classe non può fare a meno di te”

Senza di loro non vogliamo stare: se esce uno di noi, usciamo tutti. I bambini della scuola Montessori del quartiere romano di Montesacro indossano le magliette di una straordinaria protesta verso una discriminazione che non capiscono e non possono accettare.

 

LA TUA CLASSE NON PUÒ FARE A MENO DI TE
Senza di loro non vogliamo stare: se esce uno di noi, usciamo tutti. I bambini della scuola Montessori del quartiere romano di Montesacro indossano le magliette di una straordinaria protesta verso una discriminazione che non capiscono e non possono accettare. La mancanza degli insegnanti di sostegno, determinata dalla riduzione dei fondi destinati dal ministero dell’istruzione e dal Comune, aveva spinto la scuola a chiedere ai bambini con disabilità di uscire due ore prima ogni giorno. Una lezione esemplare sul tempo da vivere insieme e sull’educazione come antidoto all’indifferenza
MARCO CALABRIA

 

SEMINARE UN MONDO NUOVO
I cambiamenti raccontati nel quaderno Seminare un mondo nuovo (43 testi) provano a ripensare l’arte di apprendere per salvare la Terra e per creare mondi nuovi. Si tratta, in primo luogo, di seminare e coltivare speranza ogni giorno. Un quaderno frutto della collaborazione tra Comune e Rete di Cooperazione Educativa.

 

AGITU HA PRESO UN AEREO PER TRENTO
Bisognerebbe chiedersi sempre perché la gente emigra, dice Agitu. Lei, per esempio, sei anni fa è saltata su una macchina e ha guidato tutta una notte fino a Nairobi, dove ha preso un aereo per Trento. Lavorava con i contadini. Il governo etiope sottrae loro la terra per darla a grandi investitori stranieri che realizzano enormi monocolture. Si chiama Land Grabbing e i protagonisti, in questo caso, sono le solite multinazionali e i fondi d’investimento pubblici o privati. Molti dei compagni di Agitu si sono opposti, li hanno ammazzati. Altri sono scomparsi. Lei si è salvata per miracolo e perché aveva ancora un permesso di soggiorno per studiare all’estero. Era già stata a Trento, dove og gi ha avviato un allevamento biologico che produce dodici tipi di formaggio di capra, uno più squisito dell’altro. Nessuno le ha regalato niente, ma Agitu non si lamenta, non sta male. Appena possibile, tuttavia, vorrebbe tornare tra la sua gente e riprendere i progetti che il regime le ha frantumato la notte in cui ha capito che doveva fuggire, subito. Non c’era più tempo per lei nella democrazia etiope, un affidabile partner nella lotta al terrorismo, che governa grazie al sostegno europeo e degli Usa e che, nei primi giorni di ottobre, ha fatto sparare sulla folla uccidendo settecento persone di etnia Oromo. Pare che non fossero terroristi
CATERINA AMICUCCI

Il CORTO CIRCUITO FA NASCERE UNA PIAZZA
Immediata la risposta dello spazio sociale romano di Cinecittà alla nuova provocazione giudiziaria che ha occupato con ruspe e blindati lo spicchio di città nuova e vivibile che si stava costruendo. Il Corto Circuito occupa la piazza dei Cavalieri del Lavoro e inventa una nuova pagina della sua decennale resistenza
COMUNE

IL CORTO RICOMINCIA DA SÈ

LA TERRA COMUNE DELL’OASI DI JEMMA
È una straordinaria storia di resistenza, di terra messa in comune e di palme da datteri, quella della piccola oasi di Jemna, nel deserto tunisino. Comincia all’inizio del Novecento, con la colonizzazione fondiaria francese, e arriva fino a oggi, con il governo e i media che accusano di banditismo e oltraggio all’autorità e al prestigio dello Stato gli abitanti dell’oasi. Sono colpevoli di aver occupato e gestito in forma collettiva la terra espropriata loro prima dal dominio francese e poi da uno Stato che ha nazionalizzato senza redistribuire la terra e ha riproposto in pieno il modello produttivo coloniale. Un modello “moderno”, che si propone di “cavare dalla terra quello che pu ò dare”: concentrazione dei terreni agricoli in grandi proprietà private, meccanizzazione, ampliamento degli impianti idrici, intensificazione delle colture e uso sistematico di prodotti chimici e veleni vari. Nel 2011, con l’insurrezione che spodesta Ben Alì, il Comitato rivoluzionario di Jemna crea un’associazione informale degli abitanti, allontana gli amici del dittatore e riprende il palmeto. Adesso però il governo tunisino teme che l’esempio di Jemna si possa diffondere e che l’eventuale riassegnazione delle terre demaniali possa di fatto segnare l’avvio di una vera riforma agraria. Per questo minaccia di usare la forza contro gli occupanti, vuole riprendere la gestione del raccolto che inizia in questi giorni e pretende che l’associazione comunitaria degli abitanti si trasformi in una società privata
HABIB AYEB

QUELLA VECCHIA CASETTA DI CAMPAGNA
Imbiancano i muri, restaurano ringhiere e vecchi mobili, ne costruiscono di nuovi; appendono agli alberi amache e giochi fatti con le corde, preparano l’orto. Ulivi, carrubi, piante selvatiche e rocce circondano la casa. Qui non è vietato correre, stare all’aperto anche se piove, sporcarsi, arrampicarsi. La casetta vuole essere prima di tutto un luogo dove sperimentare qui e ora un mondo diverso, un po’ scuola un po’ comunità. E ora cerca qualcuno per…
ALESSIA CINTORINO E CHIARA CAPPITELLI

CIBO E NATURA IN CLASSE. OGNI GIORNO
Ma davvero pensiamo che una gita occasionale in fattoria possa cambiare le abitudini dei bambini e il loro rapporto con il cibo e la natura? Per fortuna non mancano “scuole dove i laboratori, gli approfondimenti in classe e le attività all’aperto sono pratica quotidiana – scrive Federica Buglioni -, dove i genitori sono coinvolti nei processi di cambiamento, dove il cibo non è trattato come un farmaco per la prevenzione delle malattie ma come ‘materiale didattico’, utile per conoscere, sperimentare, collegare e capire… Il buon cibo non è merce commestibile, ma è relazione con l’altro, esperienza sensoriale, competenza, artigianato, storia, scienza, risors a di base e soprattutto espressione di un rapporto armonioso con gli elementi naturali… “
FEDERICA BUGLIONI
 

SEMINARE IL FUTURO: DUE GIORNI A NEGRAR

IL CROLLO DEI SOFFITTI PARLA A NOI. LETTERA APERTA AI GENITORI
“Cari genitori, il crollo del soffitto della scuola elementare Rodari di Nichelino (Torino), ci ricorda ancora una volta che in Italia la messa in sicurezza delle scuole pubbliche e statali è una priorità politica non rinviabile! Siamo in presenza di un’emergenza – scrive Matteo Saudino, genitore e insegnane a Torino – Prima del panino, dello zaino pesante, dei troppi compiti a casa….SEGUE QUI
MATTEO SAUDINO

A COSA SERVE IL CARCERE MINORILE?
Qualche settimana fa, una protesta di alcuni giovani detenuti in un carcere minorile del sud Italia, è stata definita dai media, con molta fantasia, “rivolta”. Per la cronaca la popolazione detenuta è prevalentemente giovane. Ma il nodo che ci rifiutiamo di affrontare, nel clima di indifferenza e repressione sempre più diffuso, resta un altro. Carmelo Musumeci lo spiega così: “Personalmente, ho conosciuto il carcere minorile all’età di quindici anni e adesso che ne ho sessanta quando vedo giovani detenuti in prigione non posso fare a meno di pensare che una società che li punisce con il carcere farà di loro dei criminali ancora più incalliti. Proprio l’altr o giorno è rientrato in galera un giovane che era uscito da circa un mese. Appena l’ho visto di nuovo nel cortile a fare avanti e indietro ho pensato che non c’è nulla da fare”
CARMELO MUSUMECI

PEDALANDO IN BICICLETTA
“Secondo il management di Foodora le paghe date a chi consegna il cibo a domicilio sono basse perché, non solo si tratta di un secondo lavoro, ma di un’attività sportiva retribuita. Geniali, semplicemente geniali. È il capitalismo 3.0 … Così mi spiego il salario basso di chi pulisce le scale dei condomini: stanno facendo step… “

M.S.

 

 

 

 

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