“Maschi e contro il patriarcato?”

Nel mondo di oggi dominano le semplificazioni e forse si corre più che in passato il rischio di pensare che sia sufficiente usare parole adeguate, assumere posizioni e atteggiamenti “politicamente corretti”, per non essere dalla parte di chi opprime. Non è affatto così, in modo particolare per quel che riguarda gli uomini e l’eredità del patriarcato. […] Possiamo cominciare, tuttavia, dalla consapevolezza di dover attraversare una crisi molto profonda.

 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI [LA CAMPAGNA DI COMUNE]

 

MASCHI E CONTRO IL PATRIARCATO?
Nel mondo di oggi dominano le semplificazioni e forse si corre più che in passato il rischio di pensare che sia sufficiente usare parole adeguate, assumere posizioni e atteggiamenti “politicamente corretti”, per non essere dalla parte di chi opprime. Non è affatto così, in modo particolare per quel che riguarda gli uomini e l’eredità del patriarcato. Se non possiamo sentire la sofferenza della violenza e del disprezzo sulla nostra pelle, di quale cambiamento possiamo parlare nell’oppressione maschile? E allora? Dobbiamo rassegnarci e accettare con l’opportunismo del caso, oppure con amara e comoda serenità, il destino che ci ha fatto nascere dalla parte di un privilegio per il quale proviamo vergogna? Naturalmente no, sebbene non ci siano linee da seguire né percorsi liberatori segnati. Possiamo cominciare, tuttavia, dalla consapevolezza di dover attraversare una crisi molto profonda
RAÚL ZIBECHI
 

QUANTO CONTA IL SILENZIO MASCHILE? LEA MELANDRI

CARI MASCHI, TOCCA A NOI

SPARI, BOTTE E SCUOLA DELL’IGNORANZA
Le discussioni sui casi di violenza tra ragazzi e verso gli insegnanti per lo più sembrano puntare il dito sulle famiglie iperprotettive, sulla tecnologia, sul consumismo. Restano da parte i limiti della sistema scuola, moltiplicati con l’aziendalizzazione dell’apprendimento in corso, ma prima di tutto le diverse forme di violenza diffuse nella società. Secondo Paolo Mottana, non solo la vita sociale è sempre più violenta ma quasi nessuno, nel mondo degli adulti, si preoccupa di offrire “una elaborazione seria, men che meno la scuola”. In questo modo la maggior parte dei ragazzi sono esasperati dalla scuola “ma anche dal nulla che trovano fuori”. Per questo occorre un ripensamento radicale che parta da noi, dalle nostre vite, dal nostro tempo, dalla nostra voglia e dalla capacità di stare con loro, insomma dalla vita sociale, un ripensamento attraverso il quale bambini e bambine, ragazzi e ragazze possono diventare soggetti in grado di trovare nella società ascolto ma anche gestione del conflitto, opportunità ma anche ospitalità
PAOLO MOTTANA

SCOMODA ROSARIA GASPARRO

LA CRISI CULTURALE DELLA SCUOLA ITALIANA ANTONIO VIGILANTE

IL BISOGNO DI RIPARTIRE DA BARBIANA
Sullo scandalo della “pubblicità regresso” dei licei segregazionisti molto si è detto, “Se fossimo in un Paese civile, le aule di tali istituti dovrebbero svuotarsi rapidamente… – scrive Maurizio Parodi – Intanto, si consiglia un pellegrinaggio etico-pedagogico a Barbiana… purificatore, rigenerante…”
MAURIZIO PARODI

CI VUOLE IL TEMPO CHE CI VUOLE
Il quaderno Ci vuole il tempo che ci vuole (edizioni Comune) ha ispirato un progetto educativo in corso nella scuola elementare Rodari di Roma: uno dei momenti più importanti del progetto è la giornata dei laboratori (pane con pasta madre, giochi cooperativi, letture animate, scrittura creativa collettiva). Dopo il primo appuntamento nei prossimi lunedì si replica. Apprendere in modo diverso per cambiare il mondo
R.C.

A GAZA RICORDANDO LE FOSSE ARDEATINE
Ci sono territori del pianeta dove le parole, anche quelle più segnate dalla storia e connotate da significati difficili da equivocare, sembrano poter perdere di senso giorno dopo giorno. La corrispondenza da Gaza di Patrizia Cecconi ne porta alla luce una di grande rilevanza evocativa: rappresaglia. Un sostantivo che richiama alla mente non solo gli orrori di un passato dal punto di vista storico relativamente recente, ma una valenza punitiva precisa quanto abietta. Eppure, una pratica vendicativa da tempo routinaria e la consueta maestria delle capacità narrative della propaganda mediatica israeliana raccontano all’informazione mondiale che una rappresaglia che sostituisce i bombardamenti aerei ai rastrellamenti e alle fucilazioni diventa un “diritto a difendersi”. Pot rà sembrare assurdo ma funziona, via via ci si abitua, come alla somministrazione quotidiana di un veleno, salvo che non si racconti questa cartomagia illusionista dai quartieri e dai villaggi rasi al suolo della Striscia di Gazao
PATRIZIA CECCONI

FETICISMI, MONNEZZA E BUS
La penosa scelta del Comune di Roma di sottrarre, durante la nauseante campagna elettorale in corso, in maniera del tutto arbitraria all’associazione Piccolo America le gestione di piazza San Cosimato, volontariamente trasformata in una grande piazza del cinema, è ormai nota, anche per la protesta di volti noti del cinema. Inutile aggiungere qualcosa. Poi due nostri compagni di strada, Ascanio Celestini e Mauro Biani, hanno trovato il modo per esprimere punti di vista non scontati
ASCANIO CELESTINI

SIAMO TUTTI STRANIERI RESIDENTI
Gli Stati hanno dichiarato guerra ai migranti in nome di un sorta di diritto di proprietà sul territorio. In realtà siamo tutti “stranieri residenti”, a vario titolo ospiti del luogo nel quale si vive e si opera, senza alcun diritto proprietario. L’unica cosa certa è che il diritto di migrare è una battaglia simile a quella combattuta contro la schiavitù
LORENZO GUADAGNUCCI

ROSA CI TIENE MOLTO A MIGLIORARE IL SUO ITALIANO
Ma il suo datore di lavoro le concede solo un pomeriggio a settimana: a lei dispiace. Racconti da un corso di italiano per stranieri
LINO DI GIANNI

CREARE RELAZIONI SOCIALI NUOVE
Cominciare da “noi” qui e ora, creare e sperimentare cambiamento non solo a livello individuale e collettivo ma anche territoriale, produrre cultura alternativa, condividere la propria esperienza… Alberto Castagnola, economista e obiettore di crescita, è da molti anni animatore di reti di economia solidale: in questo articolo prova a raccogliere quelli che possono essere i passaggi importanti per favorire la costruzione di un’economia diversa da quella dominante
ALBERTO CASTAGNOLA

A QUANDO LA CONVERSIONE ECOLOGICA?
Siamo sull’orlo del disastro ecologico. Eppure continuiamo a procedere come se nulla fosse. La colpa è di tutti noi, spiega Alex Zanotelli, hanno fallito la politica istituzionale e gli ambientalisti. Abbiamo bisogno di un movimento popolare
ALEX ZANOTELLI

IL GRANDE FRATELLO DEL DEBITO
A chi transita in questi giorni nelle principali stazioni ferroviarie, non sarà sfuggita la trovata pubblicitaria del Centro Studi Bruno Leoni, think tank iper-liberista…
MARCO BERSANI
 

DIECI PUNTI PER UN VERO REDDITO MINIMO GARANTITO
A differenza del reddito di inclusione approvato dal governo Gentiloni, quella della Rete dei Numeri pari è una proposta in grado di rovesciare la situazione e contrastare davvero povertà e mafie. E a differenza dal «reddito di cittadinanza» del M5S, il «reddito minimo garantito» distingue tra la congruità dell’offerta di lavoro e l’obbligatorietà del lavoro «purché sia», insomma i suoi beneficiari non possono essere costretti ad accettare qualsiasi lavoro
ROBERTO CICCARELLI

POSSIAMO RIFIUTARE LA GUERRA
Non restiamo a guardare: è tempo di avviare la riconversione della Rwm, fabbrica di bombe d’aereo
ARNALDO SCARPA

LA FRANCIA DICE ADDIO AL NASAN
Si chiama Nuova Alleanza per la sicurezza alimentare e nutrizionale (Nasan), un programma pensato per sostenere l’agricoltura familiare in Africa che in realtà si è rivelato occasione di guadagno per le grandi imprese dell’agroindustria. La Francia per una volta ascolta il grido dei contadini africani e abbandona il programma
FRANCESCO GESUALDI

IL BUSINESS CONTAMINATO
L’allattamento non costa nulla: un bel problema per le multinazionali del latte artificiale. La mancanza di allattamento è responsabile di oltre 800mila morti di bambini tra zero e cinque anni ogni anno nel mondo. Ma il recente caso del latte in polvere contaminato – accolto con imbarazzante e insopportabile silenzio della ministra della Salute Beatrice Lorenzin – ricorda anche al nord del mondo che quel latte non è sterile: naturalmente scrivere “non è sterile” cozza un po’ con il marketing della grande industria
LINDA MAGGIORI

AGENDA

TRENTO 20 FEB.: UNA STRADA DI LIBRI, PRESENTAZIONE

FIRENZE 20 FEB.: ORGANIZZARE LA SPERANZA – NON SONO CHE UN UOMO

ROMA 22 FEB.: CONTRO OGNI FASCISMO, CON VALERIO VERBANO

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