“Il prezzo della pace in Siria è la cooperazione con Assad”

Nell’articolo pubblicato sulla rivista statunitense ‘The National Interest’, si sottolinea che la pace in Siria può essere facilmente raggiunta se gli Stati Uniti e altri paesi coinvolti negli affari siriani collaborino con il presidente siriano Bashar al-Assad. Intanto Damasco è tornata sotto il totale controllo siriano, dopo 7 anni.

 

‘The National Interest’: “Il prezzo della pace in Siria è la cooperazione con Assad”

La rivista nordamericana ‘The National Interest’ ha sottolineato che il presidente siriano Bashar al Assad è una figura popolare in Siria e che può vincere in modo schiacciante qualsiasi elezione, quindi, anche per questa ragione si deve cooperare con lui per portare il paese arabo fuori dalla guerra.

Nell’articolo pubblicato sulla rivista statunitense ‘The National Interest’, si sottolinea che la pace in Siria può essere facilmente raggiunta se gli Stati Uniti e altri paesi coinvolti negli affari siriani collaborino con il presidente siriano Bashar al-Assad, che “sta rafforzando il suo controllo sulla maggior parte del territorio della Siria”.
 
La rivista invita gli Stati Uniti e gli altri paesi coinvolti nel conflitto a lavorare per porre fine alle sofferenze dei siriani, il che significa “tagliare il sostegno all’opposizione in Siria e lavorare con Assad”.
 
Nell’analisi, firmata da John Muller, Professore di scienze politiche presso la ‘Ohio State University’ si avverte che i curdi supportati dagli Stati Uniti e alcuni elementi dei gruppi armati cercheranno di controllare alcuni piccoli pezzi nel paese arabo e questa situazione potrebbe continuare per anni, mentre continuano gli sforzi negoziali. Tuttavia, la grande maggioranza del paese gode ora della pace e, in questo modo, un gran numero di rifugiati sta tornando in Siria e inizia a partecipare alla ricostruzione del paese.
 
Muller spiega che quasi tutti i siriani preferiscono rimanere nelle zone controllate dal governo siriano. Ricorda, in questo senso, che i due terzi dei civili che avevano lasciato Aleppo si sono rifugiati nelle zone sotto il controllo del governo.
 
I dati attuali suggeriscono che Assad assicurerebbe più del 70% dei voti in tutte le elezioni. La sua figura rappresenta quella di uno Stato che ha lavorato per anni e, soprattutto, stabilità. La sua caduta porterebbe la Siria a una situazione simile a quella della Libia, secondo molti siriani.
 
L’analista sulle questioni del Medio Oriente e l’ex vicepresidente del Consiglio di intelligence nazionale della CIA, Graham Fuller, in un articolo del 29 giugno 2014 pubblicato su ‘Huffington Post’ consigliò che era “giunto il momento di leccarsi le ferite, ammettere il fallimento e consentire, se non aiutare, Assad a porre fine alla guerra in Siria rapidamente.”
 
Fonte: The National InterestHuffingtonpost

da: www.lantidiplomatico.it

 


 

Siria, un’altra vittoria contro il terrorismo: L’esercito siriano annuncia di aver preso il controllo totale di Damasco e della sua provincia dopo 7 anni


L’annuncio televisivo del comando generale è stato fatto dopo che le forze governative hanno riconquistato l’ultimo sobborgo a sud di Damasco.

I soldati dell’esercito siriano hanno dichiarato la capitale e l’area circostante liberi dalla presenza dei terroristi per la prima volta in sette anni.
 
“Il comando generale dell’esercito e delle forze armate annunciano che Damasco e le aree rurali circostanti sono completamente al sicuro”, recita la nota dell’agenzia di stampa SANA.
 
L’annuncio televisivo del Comando Generale è stato fatto dopo che le forze governative hanno riconquistato l’ultimo sobborgo a sud di Damasco dopo una serie di aspre battaglie contro i terroristi dell’ISIS, che hanno causato decine di morti su entrambi fronti.

https://www.youtube.com/watch?v=GZXNV8NDmn0

I successi dell’esercito hanno messo Damasco e tutti i suoi sobborghi sotto il controllo del governo per la prima volta da quando la guerra è scoppiata nel paese arabo nel 2011.
 
Il governo siriano è riuscito a ottenere il pieno controllo di questa zona completamente dopo che diverse migliaia di terroristi hanno deposto le loro armi in cambio della possibilità di lasciare l’area attraverso un corridoio umanitario.
 
Fonte: SANA

da: www.lantidiplomatico.it

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