“La legittima difesa è stata approvata: come era prevedibile al Senato non c’è stato alcun sussulto del Movimento 5 Stelle. Tutto liscio per la gioia della Lega e per i brindisi della lobby delle armi. La riforma incentiva l’acquisto di pistole e fucili. Il sostegno in campagna elettorale ha portato i risultati sperati”.
L’Italia dei pistoleri: è passata la legittima difesa, ora siamo un Paese meno sicuro
La legittima difesa è stata approvata: come era prevedibile al Senato non c’è stato alcun sussulto del Movimento 5 Stelle. Tutto liscio per la gioia della Lega e per i brindisi della lobby delle armi. In pochi mesi, infatti, hanno incassato il raddoppio delle armi a disposizione dei titolari di licenza sportiva e la riforma che incentiva l’acquisto di pistole e fucili. Il sostegno in campagna elettorale ha portato i risultati sperati.
Ma l’Italia, con l’entrata in vigore di questa legge, sarà un Paese meno sicuro. Con più pistole e maggiori rischi di sparatorie. Nelle case, per le strade dopo un litigio. Ovunque. L’illusione di contrastare la criminalità, appaltando ai cittadini la sicurezza, è destinata a prendere la forma di un incubo. La corsa alle pistole, infatti, non conoscerà battute d’arresto: il governo ne ha sdoganato l’acquisto e l’uso sul piano culturale, oltre che normativo.
“La difesa è sempre legittima”, recita lo slogan salviniano, stravolgendo la realtà a proprio piacimento. E sì, perché c’è un dato che sarebbe da mandare a memoria: la difesa era sempre legittima già con la precedente normativa. Bastava esercitarla in un quadro preciso, senza abusi. Il punto è invece stato capovolto: adesso si vuole dare mano libera di sparare senza troppi pensieri, lasciando credere che sia tutto possibile. E che, peggio ancora, sia addirittura giusto aprire il fuoco senza pensarci. Così si arriva alla conclusione, dai risvolti inquietanti: la riforma della legittima difesa invoglia le persone a prendersi un’arma. Un’Italia di pistoleri. Costretta a contare il crescente numero di vittime di arma da fuoco.
28 Marzo 2019
Stefano Iannaccone