L’emergenza Coronavirus, con l’aumento del tempo trascorso su web, lo smart working e l’insegnamento a distanza, spinge a grande velocità i processi inarrestabili di cattura delle vite delle persone, campionate attraverso i dati personali.
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L’emergenza Coronavirus, con l’aumento del tempo trascorso su web, lo smart working e l’insegnamento a distanza, spinge a grande velocità i processi inarrestabili di cattura delle vite delle persone, campionate attraverso i dati personali. Giganti dell’informatica come Google, Amazon, Microsoft, Facebook e Apple si sono buttati a capofitto per approfittare di questa straordinaria occasione per accumulare dati. Tuttavia, spiega Davide Lamanna, esistono saperi, strumenti e movimenti con cui creare alternative, ma sarà un processo lungo, complesso e collettivo. “Perché dovrebbe essere facile? Avete mai sentito di una rivoluzione avvenuta senza coraggio e impegno?” |
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Ci sono spazi oscuri, svelati da questi giornate, che fatichiamo a riconoscere e mettere in discussione. Ci riconsegniamo totalmente allo Stato, lasciamo chiudere tutto ma non alcuni luoghi di lavoro, accettiamo clima e linguaggio da guerra, abbiamo perfino paura a criticare le lezioni a distanza. Scrive Enrico Euli: “Ci stiamo avviando al peggio di una catastrofe: una gestione catastrofica della catastrofe… Siamo troppo presi dall’angoscia e dalla tristezza per badare al futuro” |
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La storia delle epidemie dimostra che quanto più si superano i limiti della disponibilità di risorse del territorio, quanto più si altera l’ambiente di vita, tanto più facilmente si verificano epidemie e pandemie. Per questo c’è chi da tempo avvertiva del rischio di nuovi virus. “Il Covid-19 è una reazione, tra le altre, allo stato di stress che abbiamo causato al pianeta – spiega Gianni Tamino – Per prevenire nuovi eventi simili dobbiamo ridurre le alterazioni dell’ambiente, come la perdita di biodiversità, l’alterazione degli habitat e i cambiamenti climatici, favorendo processi produttivi industriali e agricoli basati sull’economia circolare, sostenibili, con ricorso a fonti energetiche rinnovabili” |
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Chiediamo un’ora d’aria per tutti i bambini/e e ragazzi/e, senza alcun assembramento nel rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative. Lettera aperta di associazioni, genitori, insegnanti, educatori ed educatrici, psicologi e psicologhe, antropologi e antropologhe, artisti e artiste. È possibile firmarla in coda, nello spazio commenti |
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Uno spazio per riempire di idee, pensiero critico e libertà questi giorni dominati da isolamento dei corpi, scuola a distanza e paura |
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Ci porteremo a lungo dietro le immagini dei camion militari carichi di bare e quella di papa Francesco, su quel selciato coperto solo dalla pioggia. Immagini di un mondo in sofferenza. Non è vero che andrà tutto bene e che saremo come prima. “I morti e le sofferenze ci dicono che le cose saranno diverse, ma soprattutto dovremmo sperare che proprio non sia come prima perché il prima era malato – scrive Antonio De Lellis – La pandemia ha solo reso evidente ciò che eravamo già da tempo: malati… La ricerca del respiro che drammaticamente ascoltiamo, come bisogno estremo di chi è malato, è il respiro che manca al mondo” |
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Hanno paura del virus? No, di noi. La triste favola del neoliberismo è finita |
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Malgrado tutto, possiamo trasformare la paura in empatia |
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No, questa notizia su Farmacoop, il primo laboratorio farmaceutico del mondo nato da un’occupazione, stavolta, non serve a dare indicazioni utili e concrete immediatamente utilizzabili da chi vive nel paese che finora ha offerto più vittime sacrificali al virus, per quello su Comune c’è Condomini Virali. Serve invece, forse, a ragionare meglio su quelle alternative – che molti chiamano “ideologiche”, come le imprese argentine abbandonate dai padroni e recuperate dai lavoratori in autogestione cooperativa – che non perseguendo il business come prima o sola ossessione, oggi, nell’emergenza mondiale, possono tornare molto utili. Dite la verità, trovate tutto questo ideologico? |
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La campagna della Rete di economia sociale e solidale romana |
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Dal pimo aprile migliaia di persone non saranno in grado di pagare l’affitto |
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Qui, se e quando passerà l’epidemia, sarà rimasto il resto di niente |
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Un appello dalla Francia: il giorno dopo deve essere del tutto diverso |
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Se poi la contingenza mondiale diventa sfavorevole… |
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Per cambiare cominciamo a ragionare su ciò che la crisi ci ha insegnato |
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Si può rinunciare all’aula ma non alla delirante morbosità delle classifiche |
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Benvenuti ovunque, testata interna a Comune, dedicata al migrare e all’affermazione della libertà di movimento, è curata con la Rete dei Comuni Solidali. È possibile iscriversi alla Newsletter di Benvenuti ovunque cliccando qui |
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