[Rete Ambientalista] Non ci sono più alibi per Draghi, o chi per lui

Ci siamo assicurati della consegna della Relazione della “Commissione interparlamentare d’inchiesta Ecomafie” ai Tribunali di Alessandria e Vicenza, e alla Provincia di Alessandria che ha  convocato la “Conferenza dei Servizi”  giovedì prossimo.

Commissione Ecomafie: “Pfas emergenza nazionale, serve una legge del governo”.

È allarmante la relazione approvata dalla Commissione interparlamentare d’inchiesta Ecomafie  (presidente Stefano Vignaroli,  relatori Chiara Braga  e Alberto Zolezzi) sulla diffusione dei Pfas in Italia: sono un problema nazionale e vanno affrontati con una legge che ne vieti la diffusione nell’ambiente.

Le situazioni più critiche sul fronte di questo gravissimo inquinamento industriale si trovano in Veneto e in Piemonte, con decine di migliaia di persone avvelenate per decenni. In Veneto la Miteni di Trissino è chiusa mentre in Piemonte la Solvay di Spinetta Marengo produce e inquina a tutto spiano. Nelle aree attigue le due aziende, la contaminazione è ancora oggi fuori controllo. Lo conferma Arpav in Veneto, con picchi di Pfas rilevati anche a marzo 2021 nei piezometri di Trissino, lo conferma Arpa Piemonte che continua a rilevare cC6O4 nei terreni, nella falda e nell’atmosfera. Miteni e Solvay sono accomunate anche dal fatto di essere incriminate in due processi ad Alessandria e Vicenza.

Ma la Commissione ha accertato che la diffusione dei Pfas si riscontra in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle Regioni del Nord e nel bacino del Po, ma anche in Toscana e in Lazio, dove le Arpa sonnecchiano più che altrove.  

Il governo Draghi, e in particolare il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, se il loro mandato durerà oltre il voto per il Quirinale, sono invitati dalla Commissione a mettere urgentemente mano a una materia su cui gli esecutivi Letta, Renzi, Gentiloni e i due Conte, hanno latitato.

Solvay Alessandria. Relazione Ecomafie incompleta.

La Commissione parlamentare Ecomafie, con voto unanime, chiede l’intervento del governo affinchè fermi la produzione e l’utilizzo dei Pfas nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo. Azione necessaria  in quanto la Provincia di Alessandria, benché invitata -nella imminente “Conferenza dei servizi” del 27 gennaio- a ritirare l’illegale autorizzazione (AIA del 2021) di 60 tonnellate annue di C6O4, è assodato che agisce per conto della Regione Piemonte, e che a sua volta la Regione  esegue per conto della multinazionale Solvay. Stante inoltre la complicità del Comune, anch’esso a guida della Lega.

Infatti la Regione non finanzia all’Arpa i biomonitoraggi ambientali e sanitari, in particolare tramite completamento delle già drammatiche indagini epidemiologiche e con speciale attenzione alla presenza di Pfas nel sangue dei lavoratori e dei cittadini (da noi rivendicate almeno dal 2009 anche con tanto di esposti alla magistratura). Malgrado il freno a mano, e gli arbìtrii nei controlli, l’Arpa ha comunque evidenziato (vedi mappe prodotte sul Sito) l’espansione del C6O4 delle falde acquifere superficiali e profonde: con crescente avvelenamento a decine di chilometri dallo stabilimento, avendo perfino la Provincia consentito di cento volte  il superamento dei limiti indicati dall’Istituto Superiore della Sanità e tendenti allo zero (zero assoluto, secondo noi). Non sfugge alla Commissione l’impatto sull’intero bacino Padano. E neppure che in presenza di Pfas è pericolosa perfino la vaccinazione anti covid.

I PFAS sono emessi da Solvay anche nell’atmosfera di Spinetta. Completa la Relazione Ecomafie l’ex assessore all’ambiente Claudio Lombardi (clicca qui): “I Pfas forniscono il loro contributo al cocktail di sostanze tossiche e cancerogene che gli abitanti della Fraschetta si respirano H24. Si tratta di centinaia di chili emessi ogni giorno visto che i soli composti fluorurati  possono raggiungere i 110 kg: vedi i dati dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA ) rilasciata dalla Provincia nel 2010. Addirittura l’AIA non prescrive nulla per i PFAS, i quali quindi vengono emessi in atmosfera senza passare attraverso sistemi di depurazione in rilevanti concentrazioni: come lo provano  le indagini condotte da ARPA nei primi mesi del 2020”.

Lombardi nella sua relazione al convegno di Legambiente aveva concluso: ”Solvay sorge nel cuore di un centro densamente abitato sul quale esercita un impatto ambientale estremamente negativo ed inoltre è «sito Seveso» a rischio di incidente disastroso. In tali condizioni è arduo se non impossibile garantire sicurezza e salute a popolazione e lavoratori. L’unica soluzione auspicabile per coniugare salute e lavoro è la chiusura delle lavorazioni chimiche e la trasformazione del sito in Centro di Ricerche per bonifiche ambientali ‘non produttivo’ e quindi non inquinante e non pericoloso”.

 La drammatica situazione sanitaria e ambientale di Alessandria è oggetto delle nostre lotte e materia del procedimento penale avviato per  disastro ambientale e omessa bonifica. Se ne è occupata di recente anche  l’ispezione Onu. Il disastro, oltre alla Commissione Ecomafie, preoccupa soprattutto le popolazioni alessandrine… e anche l’opinione pubblica con sensibilità più o meno marcate in questo o quel giornale: leggili sul Sito.

Il Veneto grande vittima dei Pfas.

Per i Pfas, la vicenda veneta è quella che più oggi desta grave preoccupazione per le condizioni sanitarie  dei cittadini che per anni tra le province di Verona, Vicenza e Padova hanno bevuto acqua contaminata. La Commissione parlamentare Ecomafie investe la responsabilità dei governi a intervenire, stante l’inefficienza delle istituzioni locali.

Invece i politici regionali si difendono: “La Regione Veneto è stata l’unica ad essersi mossa per prima per arginare il problema ed  evitare ulteriori  tragedie ambientali e sanitarie senza perdere tempo e agendo con azioni forti”. Ma ben pochi anzi nessuno è d’accordo tra le associazioni e i comitati che si stanno battendo ad ogni livello nazionale e internazionale.

Il Dossier “Pfas. Basta!”, ormai con sottotitolo “Solvay. Basta!”, è una piccola enciclopedia che in oltre 350 pagine racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2021 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali.

La lunga storia è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.

Il Dossier, esaurito in cartaceo,  è disponibile on line a chi ne fa richiesta a movimentolotta.maccacaro@gmail

Vivere con i veleni della Solvay.

E’ in edicola un vasto reportage di Marina Forti sul settimanale L’Essenziale riguardante il disastro ecosanitario provocato dallo stabilimento della Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria). Vivere con i veleni oppure chiudere gli impianti? La seconda opzione si sta sempre più allargando tra le associazioni e i comitati.

Sito: www.rete-ambientalista.it

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Movimento di Lotta per la Salute Giulio A. Maccacaro

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Sottoscrizioni a favore della Ricerca Cura Mesotelioma: IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215

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