Sempre a fianco del popolo palestinese. Senza se e senza ma

Venerdì 5 agosto parte l’operazione militare israeliana “Sorgere dell’alba” contro i palestinesi della Striscia di Gaza. Il Ministero della Salute palestinese ufficializza che l’aggressione israeliana ha provocato, nell’immediato, la morte di 11 cittadini, tra cui una bambina di cinque anni, una ragazza di 23 anni, una donna e un alto comandante delle brigate al-Quds, ala militare della Resistenza palestinese islamica a Gaza. Ma ciò solo nell’immediato, poichè altri raid israeliani sono partiti, sabato 6 agosto e in queste ore, e altri morti vi sono stati. La distruzione delle case, delle strade, delle strutture urbane, del poco che resta – in conseguenza dei continui attacchi militari di Tel Aviv – degli acquedotti, delle vie fognarie, delle reti elettriche non è raccontato, quasi fossero anche i palestinesi ormai “abituati” a tanta ferocia. Ma la vasta distruzione urbana – voluta da Israele per aggravare ulteriormente la vita quotidiana dei palestinesi – da parte dell’operazione “Sorgere dell’alba”, è inequivocabilmente raccontata dalle foto che girano il mondo e la Rete.

Il segretario generale della Jihad Islamica, Ziad al-Nakhala, ha inevitabilmente annunciato la ritorsione: “Prometto ai palestinesi che Tel Aviv sarà colpita dai missili della Resistenza”. Anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, da Ramallah, ha duramente condannato il fuoco israeliano contro Gaza, denunciando il fatto che Israele è responsabile dell’ escalation in atto e chiedendo alla comunità internazionale di intervenire su Tel Aviv per far cesssare gli attacchi. “Nelle ultime ore, almeno 11 palestinesi sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani”, ha constatato Tor Wennesland, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, che ha anche denunciato il pericolo dell’escalation messo in atto da Israele.

E’ forse, questa, la prima operazione militare israeliana contro Gaza? E’ una domanda retorica: l’aggressione militare sionista non finisce mai. Per ricordare solo alcune operazioni, quelle alle quali Tel Aviv ha dato un nome (ma centinaia di altre si sono scatenate nei decenni contro Gaza e contro l’intero popolo palestinese, azioni senza nome ma con gli stessi fiumi di sangue): 2006, “Piogge Estive”; 2007, “Contro il territorio ostile di Gaza”; 2008, “Piombo fuso”; dal 2010 sino al 2012 decine di raid sanguinosi culminati con l’operazione “Pilastro della difesa”; 2021, “Guardiano delle Mura”, attacco dell’esercito sionista dopo le rivolte del popolo palestinese in seguito allo “sgombero” degli abitanti palestinesi di Sheikh Jarrah, Gerusalemme Est.

In queste ore, il quotidiano“The Times of Israel” scrive che il ministro della Difesa di Israele, Benny Gantz, ha ordinato ai comandi dell’esercito israeliano di continuare l’attacco contro Gaza. Ed è escalation, poichè da Gaza sono partiti una settantina di razzi contro i territori israeliani. Una risposta giusta e inevitabile, ma un’escalation voluta, cercata, provocata da Israele, che fa tanto comodo ad Israele, poichè serve da alibi per continuare all’infinito la persecuzione – tra le più lunghe e feroci della storia dell’umanità – contro il popolo palestinese.

Perchè questa guerra infinita di Israele contro il popolo palestinese? Naturalmente per ratificare il dominio israeliano, la costituzione di un unico e solo Stato israeliano costruito sulla cacciata dei palestinesi e la perenne diaspora del popolo palestinese. Ma anche per altri motivi, a questi legati.

Primo: nel 1948 i profughi palestinesi erano poco più di 900.000, mentre secondo le stime attuali sono oltre 4 milioni. Ma il punto è che questi 4 milioni di palestinesi non vivono più, tutti, nei campi. Vivono in territori diversi (Giordania, Cisgiordania, Gaza, Israele stessa, Libano e Siria). Vivono o in totale cattività o, comunque, separati dal proprio popolo e dalla propria storia, tra essi separati scientemente da Israele e dal suo continuo e impunito terrorismo antipalestinese.

La guerra infinita di Israele ha il compito, dunque, e tra gli altri, di “ratificare” questa separazione del popolo palestinese, nell’obiettivo di rimuovere, cancellare dalla storia e dalla volontà dello stesso popolo palestinese di costruire un unico Paese, un unico Stato e un unico popolo di Palestina. E’ per questo che i comunisti, le forze antimperialiste, anticolonialiste e progressiste del mondo debbono continuare a spingere sia per un impegno del mondo a favore della causa palestinese e, soprattutto, per sostenere in tutti i modi la vittoria rivoluzionaria del popolo palestinese.

Secondo: perchè questa guerra israeliana infinita si intreccia e si fa un tutt’uno con il ruolo che gli Usa hanno affidato ad Israele quale “cane da guardia” degli interessi di Washington in Medio Oriente.

Diversi ed importanti Paesi di questa regione del mondo – a partire dalla Siria e dall’Iran – sono contro le politiche di dominio dell’imperialismo Usa in Medio Oriente e sono a fianco del popolo palestinese. Dunque, per Israele, combattere strenuamente contro il popolo palestinese vuol dire perseguire i propri interessi e, dialetticamente, servire al meglio quel padrone americano che gli da protezione, gli fornisce sponda politica mondiale e armi sia per la lotta contro la Resistenza e la Rivoluzione palestinese che contro i Paesi di carattere antimperialista in quell’area del mondo.

Solo da questo punto di vista, peraltro, si può comprendere la plateale, gigantesca (col mondo capitalista che vede, ma guarda da un’altra parte) contraddizione degli Usa, che da una parte denunciano aspramente – promettendo guerra – il programma nucleare iraniano e, d’altra parte, accettano in un totale silenzio/assenso il fatto che Israele possieda 90/100 testate nucleari, ordigni terroristici “evocati” contro l’Iran, la Siria, la Turchia e ogni Paese e popolo che volesse avere una voce propria in Medio Oriente e in quell’area del mondo.

Nessuno potrà mai dimenticare le rivelazioni del tecnico nucleare israeliano Mordechai Vanunu, che dopo aver lavorato per 10 anni nell’Istituto 2 di Dimona – un bunker sotterraneo segreto atto alla costruzione delle componenti necessarie per la produzione di armi atomiche – rivelò appunto al mondo come Israele stesse rafforzando a dismura il proprio arsenale nucleare. Né si potrà dimenticare il fatto che Vanunu fu poi drogato e rapito in Italia da agenti segreti israeliani (forte è il rapporto tra servizi segreti italiani, subordinati alla Nato, ed il famigerato Mossad israeliano), portato in Israele e condannato a 18 anni di galera.

Così come mai si potranno dimenticare le rivelazioni del team Insight del The Sunday Times, che svelò i segreti dello stabilimento sotterraneo per la produzione di armi termonucleari israeliane nel deserto del Negev.

Nei proverbi sapienzali di Salomone, nella Bibbia, c’è un versetto famoso: “Pondus et pondus, mensura et mensura, utrumque abominabile apud Deum” (avere due pesi e due misure è cosa molto odiata da dio). Il versetto sarebbe divenuto un caposaldo della tradizione religiosa e “ideologica” cristiano- giudaica. Ma poi, per interesse imperialista e fascista/sionista, completamente rimosso da Israele, che usufruisce pienamente della politica statunitense dei due pesi e delle due misure, a favore di Tel Aviv e nel quadro internazionale.

Non dobbiamo permettere che la questione palestinese, questione cruciale non solo per il popolo palestinese ma anche per l’intera dinamica internazionale, perda mai anche un ette di peso. Deve rimanere centrale nell’impegno e nella lotta dei comunisti e della forze avanzate della sinistra mondiale.

Mi si permetta, se lo fosse, una caduta rovinosa di stile: la “sinistra rivoluzionaria” di Fratoianni, che ha conquistato i suoi posticini in parlamento con il PD, è vero che sarà, a fianco di Letta, alla testa della lotta antimperialista e a favore del popolo palestinese?

Fosco Giannini

07/08/2022

Sempre a fianco del popolo palestinese. Senza se e senza ma – OP-ED – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

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