Zakharova (Russia): “Kiev e l’Occidente mettono in discussione l’esito dei referendum non volendo accettare la realtà”

MOSCA, 29 settembre. /TASS/.

Kiev e l’Occidente mettono in discussione l’esito dei referendum non volendo accettare la realtà – diplomatico – Politica e diplomazia russa – TASS

 

Kiev e i suoi protettori americani non vogliono accettare la realtà, mettendo cinicamente in discussione la procedura e i risultati dei referendum nella Repubblica popolare di Donetsk e nella Repubblica popolare di Lugansk, così come nelle regioni di Kherson e Zaporozhye, per consentire l’ingresso di queste regioni nella Federazione Russa. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un briefing giovedì.

Zakharova ha sottolineato che i referendum nella DPR, nella LPR, così come nelle regioni di Kherson e Zaporozhye si sono svolti “nel pieno rispetto delle norme e dei principi del diritto internazionale e non hanno contraddetto la pratica internazionale, [erano] legali”.

“Tutto è messo in discussione: sia la forma che l’essenza. Certo, ricorrono all’immagine della democrazia, che è sacra per loro”, ha proseguito la portavoce, “Queste sono dichiarazioni di coloro che per molti anni hanno violato palesemente i diritti umani ovunque: in Ucraina, nei paesi occidentali, sui territori dei paesi occupati in diverse parti del mondo. Lo dicono coloro che hanno contribuito alla trasformazione del giovane stato ucraino in uno stato totalitario, aggressivo e neonazista. E oggi incoraggia con il denaro e gli ordini di armi a bombardare città pacifiche con l’artiglieria”.

Il 23-27 settembre, la DPR e la LPR, così come la regione di Kherson e i territori liberati della regione di Zaporozhye, hanno tenuto referendum per unirsi alla Russia. In tutte queste regioni, la stragrande maggioranza degli elettori è favorevole a diventare parte della Federazione Russa. Mercoledì, i capi delle repubbliche del Donbass e delle regioni di Kherson e Zaporozhye hanno inviato un appello ufficiale al presidente russo Vladimir Putin proponendo che le loro regioni siano ammesse in Russia come sudditi della Federazione Russa.

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