Rassegna del 10/01/2023
Valerio Romitelli: (Neo)fascismo e antifascismo, oggi
(Neo)fascismo e antifascismo, oggi*
di Valerio Romitelli
1. Ci si azzarderà allora a sostenere che la Meloni è la farsa di Mussolini? Il suo governo la caricatura di quello formato dall’allora futuro Duce nell’ottobre di cent’anni fa? Non esageriamo. Nell’ottobre scorso, 2022, il senatore Scarpinato[1] in un memorabile discorso[2] al parlamento ha messo i puntini sulle i. La tradizione che il governo Meloni incarna non è esattamente il fascismo, ma il neofascismo. Questa precisazione è decisiva. A partire da essa si spiegano molte cose.
Si spiega lo sbaglio colossale di tutti coloro più o meno “rosso-bruni” che hanno intravisto in questo governo una qualche possibile protezione nazionalista di fronte alle perversioni della globalizzazione neo-liberale. Si spiega perché questo governo non lasci la ben minima speranza a qualsiasi pur vaga nostalgia per l’autarchia degli anni Trenta. Si spiega come mai la leader di Fratelli d’Italia non abbia dimostrato alcuna riserva critica rispetto alla fedeltà atlantista che il governo precedente, l’indecorosa ammucchiata attorno all’ineffabile Draghi, aveva eretto a suo vessillo principale. Si spiega perché nel prossimo avvenire nulla possa moderare l’adesione italiana alle politiche europee di sostegno sistematico, fatto di armi e soldi, al governo Zelensky. Si spiega fino a che punto la sottomissione italiana ed europea alle strategie di guerra americane sia confermata e proiettata ad oltranza, costi quel che costi[3].
Alberto Bradanini: La macchina della propaganda
La macchina della propaganda
di Alberto Bradanini
Introduzione
Confondendo ulteriormente il quadro, per il discorso del potere – in cima al quale, a ben guardare, troviamo sempre l’impero americano in qualche sua incarnazione – i paesi autoritari sono poi quelli che non si piegano al dominio dell’unica nazione indispensabile al mondo (Clinton, 1999), colonna portante del Regno del Bene.
Coloro che dominano la narrativa pubblica, dunque, controllano la società e per la proprietà transitiva la ricchezza e le inquietudini che vi si aggirano. D’altra parte, persino chi siede in cima alla piramide è inquieto, preso dall’angoscia di perdere ricchezza e potere. E la coercizione non basta, occorre il consenso e il ruolo della propaganda è quello di disarticolare il conflitto, contenere quel malessere che si aggira ovunque come un felino in attesa della preda.
Aginform: Operazione speciale russa e politica internazionale
Operazione speciale russa e politica internazionale
Le tre posizioni dei partiti comunisti mondiali a confronto
di Aginform
Se è vero che bisogna definire il comunismo come il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente è necessario fare qualche riflessione in materia che permetta all’area dei comunisti italiani di uscire dalle ridotte in cui si sono cacciati e riportarli a riaprire la discussione su questioni strategiche e ad acquisire coscienza che il movimento reale è il dato che caratterizza la trasformazione sociale.
Nel corso di quell’incontro sono emerse, com’è noto, tre posizioni: quella diplomatica degli organizzatori, quella dei teorici dei tre imperialismi espressa dal KKE greco, condivisa da un gruppo di altri partecipanti all’incontro, e infine quella dei partiti neosocialdemocratici alla PCF che hanno condannato l’intervento militare in Ucraina come ingerenza negli affari interni di un altro paese.
Andrew Korybko: I primi cinque sviluppi geostrategici in Africa lo scorso anno
I primi cinque sviluppi geostrategici in Africa lo scorso anno
di Andrew Korybko
Il secondo continente più grande e più popoloso del mondo è stato indirettamente colpito dalla guerra per procura della NATO contro la Russia attraverso l’Ucraina, ma ha anche sperimentato altre forme di dinamismo che non erano collegate a quel conflitto
La maggior parte del mondo era così concentrata nel seguire i colpi di scena dell’operazione speciale della Russia in Ucraina da ignorare in gran parte i primi cinque sviluppi geostrategici in Africa lo scorso anno. Il secondo continente più grande e più popoloso del mondo è stato indirettamente colpito dalla guerra per procura della NATO contro la Russia attraverso l’Ucraina, ma ha anche sperimentato altre forme di dinamismo che non erano collegate a quel conflitto. Il presente pezzo mira a informare gli osservatori casuali su ciò che potrebbero essersi persi:
1. La crisi alimentare e dei carburanti provocata dagli Stati Uniti ha scosso l’Africa ma non l’ha spezzata
Enrico Tomaselli: Il suprematismo USA alla prova
Il suprematismo USA alla prova
di Enrico Tomaselli
Una America accecata
Quando si pensa al suprematismo negli Stati Uniti, il pensiero va alle correnti di estrema destra che attraversano il paese, soprattutto fuori dalle grandi metropoli e lontano dalle sponde oceaniche: quel suprematismo bianco che va dal Ku Klux Klan alle milizie neonaziste. Ma, ancora più profondo, c’è un altro suprematismo che alligna in USA, e che ha le sue radici nella dottrina Monroe (1): l’idea dell’America First. Variamente declinata, e giustificata, l’idea della supremazia statunitense sul mondo si è via via andata delineando come una mission assegnata da dio (2), ma all’ombra della quale si sono poi annidati i corposi interessi materiali delle elites economiche. Già nella formulazione della locuzione è insita questa idea: come ha recentemente fatto notare il Presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, gli USA si pensano e si dicono l’America, laddove invece non ne sono che una parte. Anche solo il nord America, infatti, conta anche il Messico ed il Canada.
Gaspare Nevola: Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale
Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale
Eredità del “Papa della scelta”, che ha detto cose che andavano dette
di Gaspare Nevola
(John Milton, Areopagitica, 1644)
1. Ratzinger, il Papa della “scelta” e le sfide dell’iper o post modernità
La storia ricorderà Benedetto XVI come il Papa della clamorosa e inedita “rinuncia” di un pontefice al magistero pietrino e come il primo “Papa emerito” (forse destinato a restare unico). Il suo dell’11 febbraio del 2013 fu un gesto epocale: “inaudito”, senza precedenti. In un sol colpo, a saperlo leggere, quel gesto ha secolarizzato in profondità la Chiesa di Roma, forse più di ogni enciclica, tanto che mezzi di comunicazione ed esperti non sono riusciti a trovare la parola per definirlo. “Dimissioni”? No, perché non esiste una figura (terrena) alla quale un Papa possa inoltrarle: il Papa risponde solo al Signore Creatore. Il modo più appropriato per definire un simile gesto rimanda alla parola “scelta”. Una scelta maturata in dialogo con Dio e con la propria coscienza: la “scelta di Benedetto”. Questa la lezione.
Con quel gesto, annunciato urbi et orbi, il mondo (cristiano e non) apprende che anche un Papa può scegliere e scegliere, nella fattispecie, di rinunciare alla sua carica istituzionale (una lezione su cui molti dovrebbero riflettere). Eppure, per quasi un decennio quell’evento è rimasto a luci spente, nella dimenticanza dell’opinione pubblica.
Raffaele Sciortino: I dieci anni che sconvolgeranno il mondo? Prima parte
I dieci anni che sconvolgeranno il mondo? Prima parte
Appunti per una nuova teoria dell’imperialismo
di Raffaele Sciortino
È su questo cambiamento di fase che, sabato 3 dicembre, abbiamo voluto ragionare con Raffaele Sciortino a Modena, per costruire un punto di vista e un’analisi approfondita che non si trovano nelle aule universitarie, sui podcast di Dario Fabbri o tra le infografiche di Instagram. Allargando il campo sull’epoca dei torbidi e di caos crescente che avevamo già cominciato a decifrare nel Mondo di domani, nella precedente iniziativa con Raf e Silvano Cacciari, di cui avevamo già riportato gli interventi su questo blog.
È questo scontro, oggi, il nodo cruciale del sistema-mondo capitalistico, imperniato su una globalizzazione giunta a un punto di non ritorno, tra equazioni impossibili e necessità di rilancio. Un conflitto che non si limit_a alle sfere alte della politica e dell’economia, ma inciderà sempre di più nella vita quotidiana di milioni di persone, e non in modo secondario a queste latitudini.
Che forma prenderà il caos internazionale da un punto di vista di classe? Da quali contraddizioni strutturali si darà il senso di marcia dello scontro? Quali scenari si apriranno per il ritorno del conflitto sociale?
«Gli dèi della fortuna favoriscono solo chi si prepara…», si chiude così il libro che abbiamo voluto presentare. Pertanto, partendo da queste domande, ma soprattutto da questa indicazione di metodo, pubblichiamo in tre puntate il ricco intervento e il proficuo dibattito della presentazione di Stati Uniti e Cina allo scontro globale. Strutture, strategie, contingenza, ultima, preziosa e non semplice fatica di Raffaele Sciortino. In questo prima tranche, un’introduzione alla crisi della globalizzazione capitalistica a trazione americana, sviluppata sul dollaro e sul ruolo di ordine/disordine di Washington nel sistema-mondo, che traccia fin da ora qualche appunto per una nuova, e necessaria, teoria dell’imperialismo ancora da scrivere.
La Redazione de l’AntiDiplomatico: “Twitter Files”: i documenti e le prove di come l’intelligence Usa ha fabbricato la madre delle fake news
“Twitter Files”: i documenti e le prove di come l’intelligence Usa ha fabbricato la madre delle fake news
di La Redazione de l’AntiDiplomatico
Che il cosiddetto RussiaGate fosse un immenso castello di bufale è assodato da anni. Restano solo i media con i “bollini verdi” a continuare a dare per certa la notizia secondo cui la cosiddetta ‘disinformazione russa’ abbia determinato l’elezione di Donald Trump nel 2016 e che giochi un ruolo centrale nel diffondere fake news in occidente anche oggi.
Dagli Stati Uniti arrivano le prove, i documenti e le e-mail di come a fabbricare la più grande fake news degli ultimi cinque anni siano stati i servizi di intelligence Usa e media conniventi. Non potendo gestire la loro pubblicazione senza dovervi decenni di scuse pubbliche, i giornali mainstream italiani fanno quello che gli riesce meglio: censurare. Di quello che segue, al momento non vi è traccia su nessuno di loro.
TWITTER FILES: IL RUOLO DELL’INTELLIGENCE USA
Piccole Note: Ucraina: l’attacco di capodanno dopo il discorso di Putin
Ucraina: l’attacco di capodanno dopo il discorso di Putin
di Piccole Note
Quello di capodanno è stato l’attacco più devastante subito dai russi dall’inizio della guerra, peraltro particolarmente doloroso perché sono stati colpiti i coscritti mandati al fronte e proprio al momento del brindisi, a mezzanotte e due minuti. I russi parlano di 89 vittime, ma potrebbero essere più.
La riuscita di un attacco tanto devastante è stata facilitata da un errore del comando russo, che ha concentrato tanti soldati in un solo punto, cosa che finora aveva evitato di fare, e dal fatto che fossero novellini. Probabilmente qualcuno allo scoccare della mezzanotte ha improvvidamente chiamato la mamma o la fidanzata, fornendo ai nemici le indicazioni per il tiro.
Tragedie usuali in guerra, si può ovviamente osservare, ma è una considerazione che non dà ragione di quanto avvenuto e di quel che potrebbe scatenare.
Il tacito accordo russo-americano
Infatti, come osserva Melkulangara Bhadrakumar in un articolo ripubblicato dal Ron Paul Institute, nel conflitto ucraino russi e americani hanno stabilito, sottotraccia, degli accordi di “strategic deconfliction” che hanno evitato a questa guerra per procura di precipitare in un abisso ancora peggiore.
Arianna Cavigioli: Produzione in serie di esseri umani: per quanto tempo ancora rimarrà solo una distopia?
Produzione in serie di esseri umani: per quanto tempo ancora rimarrà solo una distopia?
di Arianna Cavigioli
In perfetto tema natalizio due settimane fa il giovane biotecnologo molecolare, divulgatore scientifico, regista e produttore Hashem Al-Ghaili ha messo in rete un video su un ipotetico futuro scenario in cui i bambini potranno essere coltivati in uteri artificiali all’interno di laboratori. Attraverso un algoritmo viene selezionato l’embrione geneticamente superiore da impiantare in una capsula trasparente che simula l’ambiente uterino. Ogni utero artificiale è pervaso da sensori per monitorare il livello di ossigeno nel sangue, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la frequenza respiratoria, e rilevare eventuali anomalie genetiche. Grazie all’AI e tramite un’app i genitori possono conoscere in tempo reale e comodamente dal proprio smartphone lo stato (o meglio, i parametri) di salute del bambino, e scegliere suoni vocali o musicali da trasmettere nella capsula uterina. Inoltre, l’utero artificiale è dotato di telecamere a 360 gradi e indossando un visore vr è possibile vedere, toccare e udire quello che percepisce il feto nell’utero artificiale. Una tuta vr, invece, consente di sentire i calci e i movimenti compiuti dal bambino, nutrito al meglio con ormoni, fattori di crescita e anticorpi tramite un cordone ombelicale digitale.
Giorgio Paolucci: Qatargate: cronaca di uno scandalo annunciato… Sin dal 1847
Qatargate: cronaca di uno scandalo annunciato… Sin dal 1847
di Giorgio Paolucci
Più cresce il numero dei politici coinvolti nell’affaire Quatargate, più l’indignazione e lo sconcerto tracimano come un fiume in piena nella cronaca politica di tutti i mezzi di informazione.
Normalmente, faccende del genere vengono liquidate con la solita storiella della mela marcia in un paniere di mele sane, oppure trincerandosi sulla “presunzione di innocenza” fino a quando una sentenza definitiva non sancirà la colpevolezza degli accusati, sapendo che con molte probabilità, fra le lungaggini della magistratura e qualche prescrizione, le probabilità che ciò accada sono scarsissime.
Questa volta non è stato possibile liquidare così la faccenda. Alcuni indiziati sono stati colti letteralmente con le mani nel sacco e poi perché sin dalle prime indagini è emerso un intreccio di interessi tale da escludere che si trattasse di un episodio occasionale e non invece di una attività corruttiva sistemica volta a orientare, in cambio di mazzette milionarie, le decisioni politiche ed economiche del parlamento europeo a favore del famigerato Qatar e di altri paesi mediorientali.