Vincenzo Brandi sul 24mo anniversario dei bombardamenti della Serbia

Vincenzo Brandi – 26 marzo 2023

 

24 MARZO: ANNIVERSARIO DEL BOMBARDAMENTO DELLA SERBIA

E’ passato quasi sotto silenzio l’anniversario dell’inizio dei bombardamenti della NATO – nel 1999 – su quello che rimaneva della Federazione Jugoslava, dopo che una serie di secessioni, opportunamente foraggiate dall’esterno dai paesi della NATO, l’avevano già fatta a pezzi. Si trattò di un feroce attacco del tutto illegale. Non vi era nessun mandato dell’ONU. Vi era solo l’intenzione di distruggere ciò che rimaneva della Federazione strappando la provincia del Kossovo alla Serbia e preparando la secessione anche del Montenegro. La NATO era già intervenuta in Bosnia 4 anni prima – nel 1995 – bombardando le posizioni dei Serbi bosniaci durante la guerra civile in Bosnia.

L’Italia partecipò attivamente all’attacco funzionando come base di partenza degli aerei della NATO con il loro carico di bombe. Furono distrutte infrastrutture civili, fabbriche come la Zastava di Nis, e stabilimenti chimici da cui fuoriuscirono sostanze che inquinarono gravemente il Danubio. Fu distrutta anche la sede della televisione jugoslava uccidendo 15 tra giornalisti e tecnici che stavano svolgendo coraggiosamente il loro lavoro, e colpita perfino l’Ambasciata della Cina (probabilmente un avvertimento mafioso di non impicciarsi a favore della Jugoslavia).

Allora era Presidente del Consiglio Massimo D’Alema e Ministro della Difesa Mattarella che si resero quindi responsabili di un grave crimine di guerra. L’attuale Presidente italiano, dimenticando completamente le sue responsabilità, ha osato ipocritamente affermare che la guerra in Ucraina sarebbe la prima guerra in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, come se i bombardamenti su Belgrado fossero un intervento umanitario.

Allora era Presidente degli Stati Uniti Clinton, ma né D’Alema, né Mattarella, né Clinton sono mai stati portati davanti ad un Tribunale Internazionale, mentre ci è finito l’ultimo Presidente della Jugoslavia, Milosevic, rapito illegalmente nella sua casa di Belgrado e trascinato di fronte del Tribunale dell’Aja, dove poi è morto in circostanze sospette. Non sono finiti di fronte ad un Tribunale nemmeno George Bush, Tony Blair e Colin Powel, responsabili di centinaia di migliaia di morti con la guerra da loro scatenata illegalmente contro l’Iraq nel 2003 sulla base di evidenti bugie su fantomatiche armi di distruzioni di massa in possesso di quello sfortunato paese. Non è finito davanti a un Tribunale nemmeno Barak Obama, autore di un altro attacco illegale distruttivo contro la Libia (con la complicità attiva anche dell’Italia) e di aver alimentato le guerre in Siria ed Afghanistan e l’occupazione militare illegale di vaste zone di Siria ed Iraq.

La guerra contro la Jugoslavia non fu un fatto isolato, ma la logica continuazione della politica degli USA e della NATO di avanzare verso l’Est Europa per porre una specie di assedio militare alla Russia e di cui il colpo di stato di Maidan in Ucraina è stato l’ultimo atto. Infatti bisognava distruggere la Serbia, tradizionale alleato della Russia, e trasformare il Kossovo nella più grande base della NATO nel Sud-Europa. Oggi la base USA di Bondsteel in Kossovo è la più grande d’Europa.

Non è quindi inutile, ma anzi necessario ricordare questo anniversario di guerra che si inserisce nell’ambito di una più che decennale politica aggressiva di USA e NATO che dura tuttora e di cui il colpo di stato del 2014 e la guerra in Ucraina sono la logica continuazione.

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