Gaza, Fulvio Grimaldi: “Meglio dalla parte del torto che dalla parte del male”

Fulvio Grimaldi – 11/10/2023

MONDOCANE: Consistere melius quam speculari — MEGLIO DALLA PARTE DEL TORTO CHE DALLA PARTE DEL MALE (fulviogrimaldi.blogspot.com)

Consistere melius quam speculari

MEGLIO DALLA PARTE DEL TORTO CHE DALLA PARTE DEL MALE

Visione TV: Francesco Toscano ed Enrica Perucchietti, con Andrea Legni, Giammarco Landi e Fulvio Grimaldi

Io, io, io

Perdonatemi se, pescando nelle nebbie del mio latinorum liceale e cercando di dire che schierarsi è meglio che considerare, ho scritto una puttanata. Il che non toglie niente alla mia convinzione che mai come oggi, mai come guardando prima all’Ucraina e poi alla Palestina/Israele, con in mezzo i disastri da crimini contro l’umanità di Afghanistan, Libia, Siria, Iraq, Yemen, Libano, Somalia, Armeni, più colpi di Stato USA vari, tocca stare con coloro cui il vociferare dominante dà torto. Coloro contro i quali sbraita la spia CIA Giuliano Ferrara, con dietro, a passo dell’oca e insegne svasticate coperte, le armate di altrettanti sodali CIA-e-affini, travestiti da giornalisti e rappresentani del popolo.

Io ho visto Sabra e Shatila dove, sotto gli occhi del generale Sharon e dell’esercito invasore, 1.300 donne e bambini sono stati fatti a pezzi;  io conosco la Palestina torturata, ammazzata, negata da 75 anni e la frequento da 56. Io ho vissuto a Gaza con Vittorio Arrigoni l’esperienza di cosa fa un gatto enorme a un topo piccolo piccolo. Io ho raccolto le testimonianze e le immagini di chi s’è visto bruciare vivi i fratelli, figli, padri, madri, sorelle, con addosso il fosforo bianco lanciato da uno dei più potenti, nuclearizzati, spietati e immorali esercito del mondo.

Io, sulle pareti delle case di Gaza invase, ho letto e riletto la scritta “Ammazzare arabi!”, accompagnato da graffiti che disegnavano cimiteri. Scritte che insistono a ricordarmi quel capitano israeliano che, nel giugno 1967, a guerra dei Sei Giorni vinta, mi disse: “L’unico arabo buono è l’arabo morto”. Detto che percuote anche gli abitanti di Gerusalemme Est, ogni volta che bande di teppisti  ispirati da Netaniahu, Ben Gvir Smotrich, percorrono quella che doveva essere, secondo l’ONU, la capitale dello Stato palestinese.

Io sono stato nella casa di quel medico arabo che, in pieno “Piombo Fuso”, mentre era in collegamento con una TV israeliana, si è visto arrivare un missile che gli ha incenerito le tre figlie piccole. Io ho visto, ridotti a neo-cavernicoli, vivere tra le macerie buona parte di 2 milioni di persone innocenti. Io ho ascoltato una bimba di 12 anni raccontarmi come 13 membri della sua famiglia siano stati trucidati quando erano in casa sotto le bombe, o in fila, prigionieri con fazzoletti bianchi, sparati prima ancora di giungere alle fosse comuni.

Io mi sono beccato una bronchite cronica a Ramallah, per aver tentato di documentare una manifestazione pacifica di studenti universitari sotto un diluvio di gas tossici, proibiti da convenzione internazionale, ma respirati dai palestinesi ininterrottamente da 50 anni. Io sono anche quello che, proprio di questi tempi, ha visto terroristi veri – quelli, cioè, inventati, rastrellati, addestrati, armati, pagati, dalle nostre note centrali terroristiche e False Flag – scuoiare, bruciare vivi, annegare in gabbie, stuprare, impiccare civili siriani, non disposti a fare del loro paese quello che la banda Zelensky fa dell’Ucraina; mentre i feriti di questi stessi terroristi venivano amorevolmente riparati in territori occupati da Israele e visitati dal premier dell’ “Unica Democrazia del Medioriente”.

Sono stato in Israele, dopo la spartizione ONU della Palestina tra autoctoni e neoarrivati, quando gli invasori si erano già fatti largo a Deir Yassin, inaugurando il terrorismo sionista con il massacro dei 200 abitanti di quel villaggio. E ci sono stato prima degli accordi di Oslo, 1991, quando, dopo la Guerra dei Sei Giorni, tutta la Palestina da spartire era diventata tutta Israele. Ci sono stato anche dopo Oslo, con la nuova spartizione risultata in qualche frammento di Palestina lasciato ad amministratori collaborazionisti, alla Abu Mazen, ma con addosso 500.000 coloni fatti arrivare da fuori e garantiti nelle loro incursioni e rapine di terra, da occupanti armati che non avrebbero dovuto starci.

Io sono figlio di un Occidente europeo dei cui valori è stata riempita la mia formazione e dei cui valori gocciolano tuttora cronache e istorie. Valori basate su:

crociate genocide, guerre di religione all’interno della stessa religione, colonialismo e neocolonialismo, predatori e saccheggiatori, guerre di sterminio di innocenti ma di esportazione della democrazia, trasposizione di popoli poveri perché facessero più poveri i popoli che stavano meglio perché meglio i loro capi avevano rubato, guerre di terroristi là dove non conveniva più impegnare i propri cittadini armati, e sempre guerra sociocida dei quattro ricchi contro 7,5 miliardi di poveri, di cui Gaza, la Palestina sono l‘icona.

Gaza, la Palestina, sono l’ombelico del mondo, Reciso quello, moriamo tutti.

Per cui non venite a parlarmi di Hamas

 

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