Roma, 13 Ottobre: Manifestazione “La Palestina chiama”

Studenti palestinesi in Italia – 09/10/2023

Manifestazione a Roma venerdì 14 Ottobre alle ore 18:00 in Piazza Vittorio Emanuele

Manifestazione 14 Ottobre

 

“Se non possiamo scegliere come vivere, almeno decideremo come morire”

Questo ciò che avranno meditato molti dei combattenti della Resistenza, ma anche tante persone comuni, convinte che la morte sia una fine preferibile ad un’esistenza miserevole imposta dalle pratiche israeliane, “capolavoro” della loro politica sionista, il cui acme è simboleggiato dal muro e dall’embargo che vessano Gaza.

Spezzare questo assedio è l’ultimo afflato di speranza per un popolo martoriato: Resistere e Difendersi, aspirare ad una vita migliore e non arrendersi all’invasore, sono prassi legittimate anche dal Diritto Internazionale.

L’azione intrapresa da Gaza riflette la conseguenza di 75 anni di occupazione e apartheid caratterizzati da indicibili crimini di guerra, innumerevoli violazioni dei diritti umani e sprezzante indifferenza verso le decisioni della Comunità Internazionale.

Il 7 ottobre segna una nuova pagina nella storia della lotta palestinese: in questa giornata, con un colpo di spugna, vengono spazzati via gli Accordi di Oslo, una sopraffazione istituzionalizzata mascherata da “Pace”

In questi 3 giorni sono morti più di 500 Palestinesi, la maggior parte civili sotto le bombe sioniste, a fronte di circa 700 israeliani, per lo più militari, caduti in combattimento.

Gaza è soggetta ad un embargo militare che dura da 17 anni, in aperta violazione delle convenzioni internazionali.
Questo embargo l’ha trasformata nella più grande prigione a cielo aperto, dove oltre 2 milioni di persone sono intrappolate senza possibilità di entrata o di uscita.

La Striscia di Gaza, come tutta la Palestina occupata, è sottoposta ai capricci e ai controlli rigorosi del governo israeliano sui beni di prima necessità – inclusa l’energia elettrica limitata a sole 4 ore al giorno – e su ogni altro tipo di prodotto, persino sul movimento delle persone.

La “Striscia”… Già il nome è esemplificativo di cosa resti in mano ai Palestinesi: briciole di quella che era la loro Terra; un pugno di sabbia in una lingua di terra abitata – in condizioni inumane – da più di 2 milioni di persone.

Gli adolescenti di Gaza sono cresciuti in mezzo a bombardamenti devastanti, ininterrotti da decenni.

Volendo ricordare solo i più recenti ed importanti:

Operazione Piombo Fuso (2008-2009): operazione militare israeliana che ebbe inizio il 27 dicembre 2008 e si concluse il 18 gennaio 2009. Durante questo intervento, si stima siano morte oltre 1.400 palestinesi.

Operazione Margine Protettivo: iniziò l’8 luglio 2014-26 agosto 2014. Durante il massacro, si stima che abbiano perso la vita più di 2.100 palestinesi.

Operazione Scudo del Nord (2018): operazione che ebbe luogo nel maggio 2018 e si concentrò principalmente con bombardamenti aerei mirati. Anche se il numero esatto delle vittime è oggetto di controversie, si stima che siano morti più di 60 palestinesi.

Operazione Guardiano delle Mura (2021): questa operazione iniziò il 10 maggio 2021 e durò fino al 21 maggio 2021. Si stima che abbiano perso la vita oltre 250 palestinesi.

Nella Cisgiordania, i coloni israeliani creano tensioni continue, con episodi di violenza e provocazioni, in particolare nelle vicinanze della Moschea di Al-Aqsa.

Ci sono stati numerosi episodi di violenze e attentati ai danni dei palestinesi, e in alcune città palestinesi, come Huwara, si sono verificati pogrom e uccisioni da parte di coloni fanatici.

I campi profughi, tra cui quelli di Nablus e Jenin, sono stati oggetto di attacchi e blocchi: un esempio noto è quello della recente “Operazione Scudo Difensivo” a Jenin.

Le dichiarazioni emerse dei politici israeliani destano una grande preoccupazione per il popolo palestinese. Il ministro della difesa Yoav Gallant ha ordinato un assedio completo della striscia di Gaza: “non ci sarà nè elettricità nè cibo nè benzina (…) Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza”; dall’altra parte il primo ministro Netanyahu, ha minacciato di ridurre Gaza a macerie, aumentando così le tensioni nell’area. Negli ultimi due giorni si osservano già le conseguenze di tali affermazioni con numerosi attacchi su ambulanze, ospedali e addirittura una scuola elementare allestita delle Nazioni Unite.

Tali azioni hanno sollevato preoccupazioni sulla violazione del diritto umanitario internazionale, in particolare il Protocollo sul divieto o limitazione dell’uso delle armi incendiarie (Protocollo III) aggiunto alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali (Convenzione CCW) del 1980: questo dichiara che è proibito utilizzare armi incendiarie come il fosforo bianco in modo indiscriminato contro la popolazione civile e in zone densamente popolate.

L’azione recente da parte di Gaza dimostra che la resistenza palestinese persiste, e la Comunità Internazionale deve assumere una posizione più decisa contro le politiche vessatorie di Israele: nonostante le oltre mille risoluzioni delle Nazioni Unite, Israele ad oggi non è mai stata condannata.

Tutto ciò che sta accadendo attualmente richiede una risposta urgente e responsabile da parte della Comunità Internazionale per garantire la pace e la giustizia per il popolo palestinese.

Lo leggono terrorismo, ma si scrive Resistenza!

Intifada fino alla Vittoria!

 

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