[nuovopci] Finché vi è oppressione o sfruttamento, ben venga la ribellione!

Comunicato CC 21/2023 – 13 ottobre 2023

 

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Finché vi è oppressione o sfruttamento, ben venga la ribellione!
Non lasciarsi accalappiare a sostegno dei sionisti, componenti della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti: è il primo criterio per orientarsi nel contesto internazionale!

 

Un numero eccezionalmente alto dei destinatari del Comunicato CC 20/2023 – 10 ottobre 2023 (Mobilitare le masse popolari italiane a sostegno della lotta del popolo palestinese! Solidarietà con Hamas e con tutte le forze che si sollevano contro lo Stato sionista d’Israele, complice degli Stati e delle istituzioni imperialiste di tutto il mondo!), ha reagito inviando commenti alla Delegazione del (n)PCI.

Evidente l’onda emotiva suscitata dalle notizie del gran numero di morti civili, diffuse e spesso inventate dalle autorità sioniste e riprese ossessivamente su larga scala nella Repubblica Pontificia dal sistema di manipolazione delle menti e dei cuori delle masse popolari. Nei commenti predominano infatti il rifiuto della solidarietà con Hamas e con l’attacco lanciato sabato 7 ottobre contro lo Stato sionista d’Israele e l’auspicio della “pace” con i sionisti.

In realtà “Tempesta di Al-Aqsa” è un’articolata operazione militare congiunta di molte fazioni della resistenza palestinese (Hamas, Jihad Islamica, Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e altre). Essa ha già ottenuto un risultato politico e militare rilevante per la lotta per la liberazione della Palestina e per gli sfruttati e oppressi di tutto il mondo. I risultati dell’attacco palestinese rivendicato da Hamas parlano chiaramente a tutti i popoli del mondo: gli imperialisti sono tigri di carta. Per gli oppressi e gli sfruttati resistere e assestare colpi al nemico è possibile. Noi comunisti affermiamo che è anche possibile vincere, a patto di combattere con ogni mezzo necessario armati della concezione comunista del mondo.

Il fattore decisivo della vittoria dell’attacco lanciato il 7 ottobre è il diffuso appoggio delle masse popolari palestinesi, senza il quale una simile operazione non sarebbe stata possibile. La lotta contro lo Stato sionista d’Israele si è rafforzata, come è successo ogni volta che il popolo palestinese è passato dalla resistenza all’offensiva. È costretto a riconoscerlo persino Ami Ayalon, ex capo dello Shin Bet (servizi segreti interni di Israele) dal 1995 al 2000, in un’intervista pubblicata su ilfattoquotidiano.it dell’11 ottobre 2023: “la pace con l’Egitto è stata possibile soltanto dopo il trauma del Kippur. Abbiamo iniziato a negoziare con i palestinesi a Madrid, e poi a Oslo, solo dopo la prima Intifada. Abbiamo lasciato il Libano solo a causa del terrorismo sciita e degli attentati suicidi. Ci siamo ritirati da Gaza solo a causa della seconda Intifada”.

Chi si intruppa nella schiera dei “democratici” che levano grida d’indignazione per le forme che la resistenza palestinese ha assunto e si augurano “la distruzione di Hamas” (per l’uccisione anche di civili israeliani, per l’ideologia clericale di origine islamica o per altre caratteristiche arretrate di vari organismi politico-militari come Hamas), cosciente o meno che ne sia si schiera al fianco della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti di cui lo Stato sionista d’Israele è strumento essenziale in Medio Oriente e anche in molti paesi di altre parti del mondo. Allo stesso tempo, la resistenza allo Stato sionista d’Israele (e la solidarietà con il popolo palestinese e la sua ribellione) è resistenza alle scorribande e alle operazioni criminali dell’intera Comunità Internazionale.

A causa della debolezza del movimento comunista nei paesi imperialisti, la lotta antimperialista che nei paesi arabo-musulmani si sviluppa su larga scala è diretta per lo più da gruppi religiosi. Ma la lotta che le masse popolari palestinesi stanno conducendo è una ricchezza per tutte le masse popolari arabo-musulmane, che di vittoria in vittoria non solo riusciranno a cacciare gli imperialisti dai loro paesi, ma saranno di esempio per tutti i popoli oppressi.

La ribellione dei popoli oppressi è sempre legittima, quale che siano le forme che assume: l’importante è che siano efficaci. Nessun popolo in lotta deve chiedere il permesso di lottare agli occupanti del proprio paese o alla loro “comunità internazionale”, né quello di usare le forme e i modi efficaci per conseguire i propri obiettivi. La responsabilità della guerra, con le sue conseguenze, è sempre e solo degli oppressori e sfruttatori: questo è alla base di ogni guerra di liberazione. Si tratta di una legge universale, valida sempre e ovunque: dall’URSS all’Italia, dal Vietnam al Sudafrica, dai Paesi Baschi all’Irlanda del Nord, dal Sahara Occidentale allo Yemen, dai nativi nordamericani all’Angola, per citare alcuni esempi. D’altra parte i sionisti non vanno sovrapposti agli ebrei, così come i nazisti non andavano sovrapposti ai tedeschi e i fascisti agli italiani.

Dove ci sono oppressione e sfruttamento, c’è resistenza. Bisogna ovunque trasformare la resistenza degli oppressi e degli sfruttati in ribellione, in organizzazione e in lotta contro i gruppi imperialisti USA, sionisti, europei e i loro complici e concorrenti degli altri paesi. Questo è il ruolo dei rivoluzionari. Dalla metà del secolo XIX, occorre che i comunisti siano alla testa di questa trasformazione nel proletariato dei paesi capitalisti e nei popoli dei paesi oppressi, perché hanno una comprensione più avanzata delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta degli sfruttati e degli oppressi. Sulla base di questa più avanzata comprensione essi stabiliscono la propria linea strategica e le linee tattiche e particolari, si organizzano e promuovono la guerra popolare rivoluzionaria: la rivoluzione con cui le masse popolari instaurano il socialismo. La rivoluzione proletaria combina la rivoluzione socialista nei paesi capitalisti e la rivoluzione di nuova democrazia nei paesi oppressi. Nell’epoca imperialista essa è l’aspetto principale e dirigente della storia dell’umanità. La Rivoluzione d’Ottobre 1917, che ha dato origine all’Unione Sovietica diretta dal partito comunista con alla sua testa prima Lenin e poi Stalin e all’Internazionale Comunista, è stata la prima grande manifestazione della rivoluzione proletaria. Per soffocare la rinascita del movimento comunista, la borghesia imperialista ricorre alle guerre e ai crimini di ogni genere che caratterizzano la decadenza della società borghese: sono i tentativi della borghesia imperialista di prolungare l’esistenza del suo sistema sociale. Criminalizzare la lotta degli oppressi e degli sfruttati, denigrare gli organismi rivoluzionari e calunniare gli esponenti e i dirigenti di essi (esemplare la sistematica denigrazione di Stalin) è un aspetto importante della guerra con cui la borghesia imperialista cerca di opporsi alla rivoluzione proletaria.

In definitiva, tutte le emergenze e le tragedie che apparentemente sembrano susseguirsi senza interruzione e soluzione e si presentano ogni giorno come più gravi e distruttive, confermano l’urgenza di dare in ogni paese uno sbocco positivo alla seconda crisi generale del capitalismo. Esse sono la dimostrazione dell’urgenza di instaurare il socialismo: vale per l’Italia e per ogni altro paese imperialista. Il paese che avanza più rapidamente alimenta la rinascita del movimento comunista a livello mondiale.

Tutti i gruppi antimperialisti del mondo devono combattere lo Stato sionista d’Israele!

Lo Stato sionista d’Israele opera su grande scala anche in Italia!

Sostenere e appoggiare ovunque la lotta delle classi sfruttate e dei popoli oppressi,

trasformandola in rivoluzione proletaria!

 

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