Israele, Fulvio Grimaldi: “Tribunali dell’Aja e tribunale della Storia”

Fulvio Grimaldi – 12/01/2024

MONDOCANE: Tribunali dell’Aja e tribunale della Storia (fulviogrimaldi.blogspot.com)

 

Se ne parla, in presenza,  a Città di Castello e, con questi link, a Radio Onda d’Urto e Parallelo Palestina

Qualche domanda sullo stato attualmente più collaborativo, pacifico e generosamente pietoso col resto del mondohttps://parallelopalestina.podbean.com/e/intervista-a-fulvio-grimaldi/

🎧 Podcast – https://parallelopalestina.podbean.com/e/notiziario-settimanale-dalla-palestina-dell-11-gennaio/

👉 Testi – https://sites.google.com/view/parallelo-palestina-2021/notiziario-settimanale-dalla-palestina?authuser=0

🎧 Radio Onda d’Urto giovedì H 20.00 – https://www.radiondadurto.org/player.html

🎼 Musica per la Palestina – https://soundcloud.com/alrafiq/life-goes-on-03

 

La Corte Internazionale di Giustizia è cosa ONU. E’ diversa dal Tribunale Penale Internazionale, pure questo all’Aja, che vuole arrestare e processare Putin per crimini contro l’umanità. E non è neppure il Tribunale Internazionale dell’Aja per la Jugoslavia. Bella trovata di Clinton, questo, da Washington pagata, giudici compresi, onde non si finisse col dire che i furfanti erano gli euroamericani distruttori della Jugoslavia, mica i serbi di Milosevic che la difendevano, che Srebrenica era una balla e Sarajevo la prima delle grandi False Flag. Un tribunale ossimoro, impegnato nella pulizia etnico-giuridica dei serbi e che, non riuscendo a trovare appigli per una sentenza di condanna del presidente jugoslavo, si è acconciato a far morire Slobodan Milosevic in carcere.

Li ho visti tutti i palazzoni di questa presunta magistratura super gentes. Da fuori le mura penitenziarie abbiamo urlato a Slobo il nostro affetto e il nostro impegno a non perdonarla mai agli assassini suoi, della pace e dei popoli. Tanto mi aveva chiesto, quando lo intervistai tre giorni prima che venisse sequestrato dalla manovalanza della triplice USA-Germania-Vaticano.

Poi ci siamo spostati all’altro palazzaccio-burletta, il Penale Internazionale, facendogli notare che stava contravvenendo allo Zeitgeist del politically correct, avendo sempre e solo incriminato “criminali” dalla pelle scura, comunque del Sud, perlopiù invisi alla cupola bianca, mentre tutte le guerre e tutti i crimini furono e sono commessi solo da facce bianchissime. Fino a Putin, con il quale, essendo bianco-latte (seppure paurosamente slavo), abbiamo ricuperato il politically correttissimo.

Ora a fare il procuratore che, come i suoi predecessori, procuri soddisfazioni ai titolari della giustizia vera, quella custodita da CIA, Mossad e Nordio, c’è Karim Khan, asiatico ma di ottima scuola britannica. Si è subito messo in lista per la nomina di magistrato come lo spirito del tempo lo richiede. Israele fa schifo e repulsione a un mondo ingrato, che non ne riconosce più la qualità di eletto e il diritto di fare quel che cazzo un libro sanguinolento come la Bibbia gli fa fare? Karim Khan si precipita sul luogo. Gaza? Ma no, che avete capito, Tel Aviv! Là dove può inalberare, nel conforto dei giusti, il vessillo della Giustizia Giusta. Con tanto di Stella di Davide.

Si è appartato con i reduci e i congiunti di chi era perito il 7 ottobre, nella fascia di Palestina in cui i coloni hanno costruito i loro smaglianti Kibbutzim sulle macerie dei centri palestinesi obsoleti, e ha preso accuratamente nota delle nefandezze inflitte da incursori in moto e deltaplano. Un po’ meno, anzi per niente, del fuoco amico che ha fatto fuori la quasi totalità delle vittime di quel giorno. E i 23.000 di Gaza più 10.000 sotto le macere? Diritto di difendersi.

Poi c’è, appunto, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), che è altra cosa in quanto non si occupa di individui, politici, capi di Stato, soggetti sui quali l’Occidente ama rivoltare la giustizia come un calzino. Accoglie invece le denunce a carico di Stati. Pure di quelli abusivi, come la mala creatura in oggetto. Basta che siano manifestamente, platealmente, strutturalmente criminali. E qui ci siamo.

L’accusa di genocidio in Palestina è stata portata all’ ICJ dal Sudafrica. Paese in qualche modo avanguardia dei BRICS, coalizione che tanto inquieta e destabilizza gli imperial-globalisti disperati di prolungare questo pessimo inizio di millennio in cui ci sono passati su anima, cuore e apparati riproduttivi con i cingoli di decine di guerre, militari, chimico-farmaceutiche, sociali, climatiche, di polizia.

Perché il Sudafrica è uno che se ne intende di razzismo, pulizie etniche, genocidi e anche di come tenergli testa e vincere. E non erano passate che poche ore dall’inoltro dell’accusa, che in marcia con questo vessillifero dell’umanità si sono messi molti altri. occidentali? Bianchi? Per ora, mentre scrivo, solo scuri, se si fa eccezione per la temeraria vice premier del Belgio, Petra de Sutter. C’è ovviamente, l’Iran, poi la Namibia, il Pakistan, le Maldive, Il Cile, il Venezuela, la Bolivia e altri sono in arrivo e, a pieno titolo, partecipano ben 800 organizzazioni di tanti paesi che hanno formato la Coalizione Internazionale per porre fine al genocidio in Palestina (c’è anche, e da sempre, nella Cisgiordania a brandelli).

Non so se da questi organismi giuridici, usciti dal laboratorio di scienziati in buona parte pazzi, ci sarà da attendersi quello che l’ultimo pretore – onesto – di provincia saprebbe scrivere a occhi chiusi. Il genocidio cronico, e ora acuto, di Israele ha l’evidenza dei roghi con cui la Chiesa di Torquemada genocidava il popolo dei liberi. C’è un filo rosso che risale a Caino, se vogliamo credere alle leggende del librone che quelli là usano come clava contro il resto dell’umanità. Che ci sia il verdetto, o che proveranno a circumnavigarlo, Israele, questo costrutto abnorme della prevaricazione, sta comunque condannato e sanzionato.

La sentenza è scritta nella Storia. E oggi anche nella volontà della maggioranza dell’umanità e dei suoi governi. Fine dello Stato sionista, ritorno a casa nei mille loro territori d vera origine storica, dei coloni fascisti e di tutti coloro che credono che si possa partire e andare in giro e costruire la propria casa sulle macerie della casa di chi se l’è costruita migliaia di anni fa. Gli altri, tutti i palestinesi e gli ebrei che sono arrivati con buone intenzioni vivano insieme in pace, in uno Stato chiamato Palestina.

Non ci riesce? Ah no? Aspettate che i Netaniahu, i Ben Gvir, i Smotrich, i Biden e i Goldman Sachs facciano qualche altro passo falso.

 

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