Le contestazioni del G7 evocate dalla Meloni, ma le persone pericolose non siamo noi

Alessandro Marescotti – 7 marzo 2024

Le persone pericolose non siamo noi (peacelink.it)

 

Le contestazioni del G7 evocate dalla Meloni

Le persone pericolose non siamo noi

Ebbene, diciamolo subito. Se chi è al governo pensa che a giugno staremo tutti sotto l’ombrellone lasciando a casa il cervello e la coscienza allora ha sbagliato. Chi al G7 prepara l’escalation militare per sconfiggere la Russia è oggi il vero pericolo. E sarà contestato. Pacificamente.

“C’è un clima che non mi piace e mi preoccupa, e di cui mi sento responsabile perché parte di questo clima dipende dal fatto che c’è la necessità di attaccare la sottoscritta e questo governo. Mi preoccupa in un anno particolare, abbiamo la presidenza del G7, sarà un anno molto impegnativo, che investe la nostra credibilità sul piano internazionale e vedo toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”.

Queste le affermazioni, riportate dall’Ansa, del presidente Giorgia Meloni durante l’incontro con i sindacati delle forze dell’ordine.

Di che si sta preoccupando il presidente del Consiglio? Delle manifestazioni che ci saranno quando in Puglia si svolgerà il G7?

In una democrazia è del tutto naturale che il governo venga contestato. E che vengano contestati i capi di governo del G7 che verranno in Italia dal 13 al 15 giugno tanto più che si incontreranno per discutere di temi caldi e controversi come il riarmo e l’invio di truppe NATO in Ucraina.

È del tutto naturale che vi sia chi teme che dal G7 emergano scelte pericolose che ci portino dritti verso l’escalation militare e un drammatico confronto bellico con la Russia. È del tutto naturale che vi siano italiani che temono la guerra nucleare, ossia uno degli sbocchi di uno scontro militare diretto con la Russia. Si parla ormai esplicitamente di “sconfiggere la Russia” negli ultimi documenti (si veda la votazione del Parlamento Europeo) e nelle recenti dichiarazioni ai più alti livelli (si veda ciò che emerge dagli orientamenti del Pentagono) sulle scelte da intraprendere. Tutte cose che documentiamo giorno per giorno sul sito di PeaceLink, allibiti per la assoluta incoscienza e irresponsabilità di chi pensa che puntare a fare la guerra alla Russia per sconfiggerla sia una cosa priva di rischi.

Ebbene, diciamolo subito. Se chi è al governo pensa che a giugno staremo tutti sotto l’ombrellone lasciando a casa il cervello e la coscienza allora ha sbagliato. Manifesteremo il nostro dissenso facendoci forza di tutti i diritti di libertà e i principi di pace sanciti dalla Costituzione.

Il pericolo non siamo noi. Il pericolo sono quelli che nel G7 proporranno di sconfiggere la Russia portandoci nel tunnel di un possibile e catastrofico scontro nucleare.

Noi manifesteremo, certamente. Ma non saremo noi il pericolo. Daremo tutte le garanzie per una mobilitazione pacifica e nonviolenza. Il pericolo sarà invece dentro le stanze dove si terranno i colloqui del G7. La guerra di Putin va contrastata, i suoi metodi sono autoritari e inaccettabili. Ma al tempo della Guerra Fredda nessuno ha mai immaginato di contrastare l’URSS sconfiggendola militarmente in quanto era ovvio che uno scontro militare di questo tipo avrebbe portato alla guerra nucleare. Oggi questo senso della realtà è venuto meno forse perché si immagina di avere davanti una Russia più debole militarmente rispetto all’Urss.

È tempo di rinsavire.

A chi governa va detto chiaro e forte: aspettatevi le contestazioni. Aspettatevele perché è dovere civico e morale contestare un vertice dove si discute della guerra e del nostro futuro non tenendo conto del forte desiderio di pace espresso dall’opinione pubblica. Oggi il 65% della popolazione è contro la guerra e noi saremo la voce di quella maggioranza dell’opinione pubblica.

 

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