[Resistenza] Guerre nel cuore dell’Europa, “Questioni di prospettive”

Newsletter del 5 aprile 2024

 

È uscito il n. 4/2024 di Resistenza

Editoriale
Questione di prospettive

Quando è ufficialmente iniziata la guerra in Ucraina, nel 2022, si è definitivamente infranto il tabù della guerra nel cuore dell’Europa.
A ben vedere, più che un tabù era un logoro feticcio perché la guerra nel cuore dell’Europa – guerra dispiegata e sanguinosa – c’era già stata varie volte dopo il 1945: quando la Comunità Internazionale ha fatto scempio della ex Jugoslavia (1991-1995), quando la Nato ha bombardato a tappeto Belgrado e la Serbia per installare e difendere il suo protettorato in Kosovo (1999) e quando, dal 2014 al 2022, proprio i governi ucraini hanno attaccato le popolazioni del Donbass facendo strage di civili.

Un balzo nella spirale di guerra

Maturata nel contesto in cui la Comunità Internazionale degli imperialisti Usa, sionisti e Ue cerca di allargare il conflitto per far fronte alle sconfitte sul campo dell’esercito ucraino e delle bande di mercenari, la strage di Mosca è un tassello nello sviluppo della terza guerra mondiale. Metodi e procedure – una strage di civili tramite un attentato terroristico – sono la firma autografa degli imperialisti Usa-Nato, sterminatori seriali di popoli in ogni angolo del mondo.

4 aprile, Giornata contro la NATO e la guerra: 75 anni di NATO sono abbastanza!

*articolo originariamente pubblicato su Pressenza

Gli imperialisti sono tigri di carta

Gli imperialisti non possono cambiare la loro natura: governano il mondo con la violenza, secondo la legge del più forte ma, nel contesto della crisi generale del capitalismo, hanno sempre più difficoltà a dominare la situazione. Per fare fronte a questa situazione non trovano altra strada che elevare il livello della violenza del loro dominio, rilanciare con la guerra, in un processo che ci porta dritti verso il terzo conflitto mondiale.
Sono tigri, ma tigri di carta: la vera forza è quella delle masse popolari! Sono sempre di più i popoli che si ribellano al loro sistema: fermarli è possibile! La questione decisiva è fare la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, centro del loro sistema di potere. Il primo paese dove i comunisti riusciranno a condurre le masse a farla finita con gli imperialisti e a instaurare il socialismo mostrerà e aprirà la via a tutti gli altri.

Conflitto d’interessi

Ci sono molte evidenze del fatto che il governo Meloni è nemico degli interessi delle masse popolari. Per vederle, in alcuni casi, non serve essere dei fini analisti, ma è sufficiente il senso comune corrente. Ecco un esempio.
Guido Crosetto di mestiere fa l’imprenditore nel settore delle armi e della difesa. Cioè è uno che dalla vendita di armi trae il grosso della sua ricchezza e garantisce affari e commesse alla sua cricca.
Giorgia Meloni lo ha nominato Ministro della difesa.

Sul referendum per abrogare il Jobs Act

Maurizio Landini ha annunciato che la Cgil avvierà una raccolta di firme per un referendum abrogativo del Jobs Act. È una buona notizia?

Da Whirlpool ad Arcelik, dopo la vendita, quale futuro?

Intervista a Luciano Frontera, Rsu Fiom alla Whirlpool di Cassinetta di Biandronno (VA).

Lettera alla Redazione

Riflessioni sul movimento in solidarietà con il popolo palestinese

Abbiamo deciso di pubblicare questa lettera perché pone questioni utili a inquadrare alcune contraddizioni che, condividiamo, ostacolano lo sviluppo del movimento di solidarietà al popolo palestinese e contro il genocidio perpetrato dai sionisti.
Ma abbiamo anche deciso di affiancare una breve risposta perché il movimento pratico è più ricco di quello che emerge dalla lettera: indichiamo alcune tendenze – già in atto – che in parte trattano le contraddizioni che PLC indica.

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Dall’Agenzia Stampa Staffetta Rossa

Le armi all’Ucraina e le bombe su Caivano

La Meloni e il suo governo sono deboli con i forti e forti con i deboli. Servi di Usa, Ue e sionisti nelle loro guerre ma speculatori e affaristi per il traffico di armi. Innocui, se non complici, con le organizzazioni criminali ma feroci con le masse popolari. Alcune inchieste giornalistiche delle ultime settimane hanno contributo a smascherare ulteriormente questa natura.

Firenze. Cacciare Borgomeo e i suoi scagnozzi, requisire lo stabilimento per restituirlo al territorio. Se non ora, quando?
Comunicato della Segreteria Federale Toscana

La proprietà dello stabilimento ex Gkn non solo non paga di nuovo gli stipendi da tre mesi e diserta ogni tavolo di trattativa, adesso attacca direttamente lo stabilimento tenuto in vita dagli operai in assemblea permanente da quasi 3 anni. E lo fa a pochi giorni dal Festival della Letteratura Working Class, che si terrà dal 5 al 7 aprile nei pressi della fabbrica, nel (vano) tentativo di impedirlo.

Intervista a Mauro Forte del Comitato Free Assange Napoli

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