Venezuela, giovane partorisce in strada. L’ultima fake news di Repubblica

Col passar del tempo sembra scendere inesorabilmente la qualità delle bufale, o fake news per usare i termini maggiormente in voga, diffuse ad arte per screditare il Venezuela. Risulta così semplice smontarle che quasi non c’è gusto nel farlo.

 

Venezuela, giovane partorisce in strada. L’ultima fake news di Repubblica diventa virale

Il quotidiano in prima fila nel sostenere la propaganda di chi vuole l’intervento armato in Venezuela

di Fabrizio Verde

Col passar del tempo sembra scendere inesorabilmente la qualità delle bufale, o fake news per usare i termini maggiormente in voga, diffuse ad arte per screditare il Venezuela. Risulta così semplice smontarle che quasi non c’è gusto nel farlo. Finanche la persona più lontana e avulsa dai fatti che accadono in Venezuela sentirebbe lontano un miglio l’inconfondibile puzza di bufala che accompagna certe notizie. 

L’ultima in ordine di tempo riguarda una donna che avrebbe partorito in strada perché rifiutata da una clinica in quanto senza denaro. La notizia è diffusa da un giornalista Carlos Julio Rojas, militante del partito di opposizione Vente Venezuela. L’uomo fu arrestato nel 2017 perché coinvolto nell’assalto a una caserma nella zona nord di Caracas. 

La (non)notizia inizia a rimbalzare su vari siti venezuelani di opposizione e la ritroviamo, come sempre accade in questi casi, pari pari, sui principali media mainstream. Da ‘Repubblica’ al ‘Corriere della Sera’ passando per ‘Il Fatto Quotidiano’. 

Una bufala che riesce anche a contraddirsi quando ‘Repubblica’ scrive: «Rojas ha riferito che poco dopo il fatto, sul posto è giunta una volante della polizia che ha prelevato la giovane e l’ha portata in un centro medico».

La verità è che i soldi c’entrano ben poco in questa storia visto che in Venezuela la sanità è pubblica e gratuita. Mentre c’entra molto il fatto che Repubblica lavora sempre per propagandare neoliberismo e privatizzazioni. 

In Venezuela non può accadere quel che viene denunciato da Usa Today: in Messico donne indigene e povere sono costrette a partorire in prati e parcheggi perché rifiutate dagli ospedali. 

«Non si tratta di casi isolati. Registriamo una tendenza. Non stiamo parlando di una donna: ce ne sono molte e non viene fatto nulla per risolvere il problema», denuncia Regina Tames, direttrice del Reproductive Choice Information Group, organizzazione non governativa con sede a Città del Messico. Ma questo Repubblica non ve lo racconta.

In Venezuela non può accadere quel che invece accade nella culla della democrazia, gli Stati Uniti, dove esistono casi di famiglie letteralmente mandate sul lastrico dalle spese sostenute per il parto. Uno dei migliori studi sull’argomento redatto negli Usa rivela che sono circa 56mila le famiglie che annualmente finiscono in bancarotta dopo aver accolto un nuovo bambino. Ma questo Repubblica non ve lo racconta.

da: www.lantidiplomatico.it

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