Manifestazione nazionale a difesa della Costituzione a Bologna

Manifestazione nazionale in difesa della Costituzione rivola a tutti, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Bologna Venerdì 12 Marzo 2011.

 

Bologna: per la scuola della Costituzione


12 marzo 2011 – manifestazione nazionale a difesa della Costituzione.


La manifestazione si rivolge a tutte e tutti, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come sancito dall’Art.3, perché la Costituzione è di tutte e tutti e dev’essere protetta e difesa da cittadine e cittadini, giovani e meno giovani. Sempre.

A Bologna la manifestazione avrà accenti particolarmente dedicati all’Istruzione pubblica.

Sarà aperta dallo striscione “Noi siamo il diritto allo studio, noi siamo la scuola pubblica”, sintesi del senso di appartenenza e della voglia di difendere un bene comune, la manifestazione bolognese chiama a raccolta tutti coloro che vivono la scuola: chi accompagna ogni giorno i propri figli o nipoti, chi vi lavora, chi studia e chi fa ricerca. E’ una manifestazione per dire BASTA alla devastazione della scuola pubblica, ma anche per chi vuole cominciare a ricostruire un futuro diverso.

La scuola pubblica deve riavere i suoi insegnanti, i tempi delle sue lezioni, i suoi laboratori, la sua possibilità di FARE cultura e istruzione, di apprendere, di scoprire, di criticare e cambiare se stessi e le cose. La scuola pubblica deve liberarsi dei suoi carnefici, che la vogliono simile ad un’azienda dove tutto è misurabile con la quantità del profitto e l’entità dei risparmi.

Durante la manifestazione, a sottolineare il carattere costituzionalmente fondante della scuola pubblica statale verrà letto in contemporanea a Bologna come in tante città italiane un brano di Pietro Calamandrei dove tra l’altro si afferma : “Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue”.

Bisogna rovesciare la politica dei tagli all’istruzione, bisogna gridare lo sdegno per ogni offesa che riceve la cultura in questo paese. Bisogna tornare in strada per dirlo.

Se non ora quando?

Sono previsti due soli interventi, oltre agli artisti: quello di un Costituzionalista, Andrea Morrone, e quello di una persona direttamente legata al mondo della scuola.

Poi animazioni per i bambini, artisti di strada e musicisti animeranno le piazze XX settembre e San Francesco dove terminerà il corteo. E ancora, letture d’autore – Don Milani, Bruno Tognolini, Gianni Rodari. E musica, performance musicale finale con Francesca Salerno, Mirco Menna, Mimmo Crudo e Manuel Franco (Parto delle nuvole pesanti) e Luigi Morello.

Per il corteo è stata chiesta l’autorizzazione per percorrere via Indipendenza, via dei Mille, via Marconi e terminare in Piazza San Francesco.

La manifestazione, che avrà inizio alle ore 15 in piazza XX settembre, è stata promossa:

dall’Assemblea genitori insegnanti delle scuole di Bologna e Provincia insieme al Comitato bolognese Scuola e Costituzione,

al Coordinamento Presidenti di Circolo e d’Istituto di Bologna e provincia e all’Associazione Giustizia e Libertà.

Per info: www.assembleascuolebo.org

 

vademecum della manifestazione del 12 marzo a Bologna

A Bologna la manifestazione avrà accenti particolarmente dedicati all’istruzione pubblica e alla situazione di degrado che si sta determinando a causa dei feroci tagli a persone e risorse cui è sottoposta da ormai troppo tempo. “Noi siamo il diritto allo studio, Noi siamo la scuola pubblica”. “Basta! Adesso!”. “Una nuova primavera cominci per l’istruzione pubblica”. “la scuola pubblica non è a disposizione di nessun Governo”.

La manifestazione è aperta a chiunque creda che la Costituzione sia una somma di diritti e di doveri per tutte le cittadine e tutti i cittadini, che sono sovrani nel proprio paese, come sancito dall’Art.1.

La manifestazione è organizzata per difendere i valori della legalità repubblicana – troppo spesso impunemente violati – e della dignità costituzionale che non dev’essere calpestata.

La manifestazione vuole ribadire la necessità della certezza del diritto, che è il primo bene pubblico indispensabile per ciascun cittadino, di qualunque schieramento. Per questo motivo si preferisce non vi siano simboli riconducibili a partiti o sindacati, nel rispetto dell’iniziativa che vuol’essere trasversale ed aperta a chiunque vi si riconosca.

La manifestazione si rivolge a tutte e tutti, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come sancito dall’Art.3, perché la Costituzione è di tutte e tutti e dev’essere protetta e difesa da cittadine e cittadini, giovani e meno giovani. Sempre.

Che la Costituzione ci protegga!

Per info: www.assembleascuolebo.org

Bologna: 12 marzo, per la scuola della costituzione

Hanno dato la loro adesione fino ad oggi:

  • Associazione “Salviamo la costituzione”

  • La scuola siamo noi – Parma

  • Associazione di promozione sociale Donne Pensanti

  • Coordinamento precari della scuola di Bologna

  • ANPI Bologna e ANPI nazionale

  • Cgil e Flc di Bologna e dell’Emilia Romagna

  • Retelaica

  • Federazione Lavoratori della Conoscenza

  • Comitato Dossetti di Monteveglio

  • Comitato Piazza Verdi lavoro

  • Associazione Professionale Proteo Fare Sapere

  • Coord. Buona Scuola Carpi

  • Ass. ScuolaFutura Carpi

  • La Politeia di Modena

  • Docenti preoccupati

  • Coordinamento IstruzioneBeneComune di Parma

  • Coordinamento dei Presidenti dei CdI e CG di Modena e Provincia

  • Circolo UAAR di Bologna

  • Rete 29 aprile

  • Partito Democratico Bologna – settore scuola

  • Popolo Trasparente – lavoratori precari cultura e affini

  • Comitato art. 3

  • Associazione per la Sinistra di Bologna

  • Circolo Metropolitano Panenka

  • CoNPAss, coordinamento professori associati

  • Arci Bologna

  • Fiom-Cgil di Bologna

 

Piero Calamandrei (ore 17 lettura contemporanea in molte città)

Roma 11 febbraio 1950, III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN)

[Pubblicato in Scuola democratica, periodico di battaglia per una nuova scuola, Roma, iv, suppl. al n. 2 del 20 marzo 1950, pp. 1-5]

Perché difendiamo la scuola?  Qual è il pericolo che incombe sulla scuola che noi difendiamo? Difendiamo la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che può essere strumento, perché questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà. La scuola, come la vedo io, è un organo “costituzionale”. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue. La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, ma anche nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia. No. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l’alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società.

A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola. Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione. È l’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Questo è l’articolo più importante della nostra Costituzione

Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno immaginosa. È l’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Questo è l’articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo… Ora, se questa è la funzione costituzionale della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com’è costruito questo strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica.

Per aversi una scuola privata buona bisogna che quella dello Stato sia ottima. Lo Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. La scuola di Stato, la scuola democratica è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. La scuola è l’espressione di un altro articolo della Costituzione: dell’art. 3: “Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali”. Quando la scuola pubblica è così forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà.

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma, ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle scuole private.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: (1) ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. (2) Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. (3) Dare alle scuole private denaro pubblico. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione. Durante la Costituente, a prevenirlo, nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. E venuta così fuori l’idea dell’assegno familiare scolastico.
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? È un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole.

È la scuola privata che si vuole trasformare in scuola privilegiata. Questo è il punto che conta. E poi c’è un altro pericolo forse anche più grave. È il pericolo del disfacimento morale della scuola. Questo senso di sfiducia, di cinismo, più che di scetticismo che si va diffondendo nella scuola, specialmente tra i giovani, è molto significativo. È il tramonto di quelle idee …che la scuola sia una scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali. Si va diffondendo l’idea che tutto questo è superato, che non vale più. Oggi valgono appoggi, raccomandazioni, tessere di un partito… Questo è il pericolo: disfacimento morale della scuola.

E c’è un altro pericolo: di lasciarsi vincere dallo scoramento. Ma non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento.  Siamo fedeli alla Resistenza. Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale

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