“Ecco cos’è l’energia nucleare”

In 14 punti un esame attento sui rischi derivanti dalla costruzione di centrali nucleari.

 

COMUNICATO STAMPA DEL 10 GIUGNO 2011

ECCO COS’E’ L’ENERGIA NUCLEARE

1) Sicurezza sanitaria nel normale funzionamento delle centrali nucleari: l’inquinamento nucleare del terreno, dell’acqua e dell’aria esiste intorno ai siti nucleari in condizione di normale funzionamento dei reattori (gas rari radioattivi molto leggeri e molto penetranti nella materia, spurghi, sfiati liquidi e gassosi durante le operazioni di manutenzione e di sostituzione delle barre di uranio), così come esiste nel territorio circostante le miniere di Uranio (zone minerarie in India e in Niger costituiscono casi eclatanti), intorno ai siti di trattamento delle scorie nucleari (Sellafield in Gran Bretagna e La Hague in Francia), intorno ai siti di produzione del combustibile nucleare (Port Hope in Canada). Il KiKK Study, lo studio indipendente più significativo, commissionato dal governo tedesco, e successivamente verificato da un pool di esperti, ha dimostrato un aumento dell’incidenza di tumori del 120% per le leucemie e del 60% per i tumori solidi fino a 5 km. di distanza.

2) Sicurezza sanitaria dello smaltimento delle scorie: non si conoscono modi sicuri per conservare definitivamente le scorie radioattive del combustibile esausto delle centrali nucleari. Il progetto americano del sito perenne di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada,  è costato, in oltre 20 anni di studio, circa 10 miliardi di dollari. La gestione di 100 anni del sito, prima della sua chiusura definitiva, sarebbe costata circa 100 miliardi di dollari. Il progetto è stato abbandonato anche perché non è dimostrabile l’integrità dei contenitori delle scorie per almeno 10000 (diecimila) anni così come richiesto dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare degli Stati Uniti.

3) Sicurezza delle centrali nucleari da eventi naturali: l’Italia non può essere considerata esente da terremoti e da maremoti tali da creare situazioni identiche o simili a quelle di Fukushima: il maremoto di Reggio Calabria e Messina del 1908 generò molta più distruzione del terremoto che lo aveva determinato.

4) Sicurezza delle centrali nucleari da eventi umani: pericoli diversi da quelli naturali, anch’essi imprevedibili ma probabili, possono essere costituiti da grandi collisioni e da attentati terroristici. Non è stata dimostrata la capacità di resistenza dell’involucro di un reattore nucleare EPR (la tipologia di reattore nucleare che dovrebbe essere costruito in Italia) all’impatto con un grande aereo di linea. Le uniche simulazioni disponibili sono quelle relative all’impatto con un aereo militare.

5) Sicurezza sanitaria in caso di incidente nucleare: non sono prevedibili e quantificabili gli esiti sanitari ed ambientali ed i costi di incidenti nucleari gravi come quelli di Chernobyl o di Fukushima, né si dispone nel mondo di metodi e mezzi in grado di affrontarli in maniera rapida e risolutiva.

6) Sicurezza delle centrali EPR: la sicurezza delle centrali nucleari che dovrebbero essere installate in Italia è stata fortemente criticata dagli enti nazionali per la sicurezza nucleare della Francia, della Gran Bretagna e della Finlandia: nella centrale EPR in costruzione in Finlandia sono state riscontrate oltre 2300 anomalie maggiori sul cemento armato, sulle saldature, sul progetto dei sistemi di sicurezza.

7) Indipendenza energetica: per l’Italia, così come per la stragrande maggioranza degli Stati, non esiste indipendenza dalla fonte primaria, l’Uranio naturale. L’Italia sarebbe dipendente da pochissimi Paesi, fra cui gran parte con assetto socio-politico non stabile, per l’approvvigionamento di Uranio naturale e dovrebbe comunque impiantare un sistema di produzione del combustibile nucleare (filiera) ottenuto dall’arricchimento dell’Uranio naturale.

8) Indipendenza energetica: per l’Italia, così come per la stragrande maggioranza degli Stati, esiste dipendenza totale per la disponibilità del combustibile nucleare (Uranio naturale arricchito). L’Italia sarebbe dipendente da pochissimi Paesi (Francia, Canada, USA, Russia, Giappone) in grado di produrre il combustibile nucleare.

9) Indipendenza energetica: il tempo oggi previsto di esaurimento delle scorte mondiali di Uranio naturale utilizzato, una volta arricchito, nelle attuali centrali nucleari è paragonabile con il tempo oggi previsto di esaurimento delle scorte mondiali di petrolio e di gas naturale: le miniere di Uranio mondiali dovrebbero esaurirsi in circa 60 – 70 anni, che è il tempo di vita stimato di una centrale nucleare.

10) Costi del nucleare: non si conoscono tempi e costi certi e metodi sicuri per lo smantellamento delle centrali esauste e per la bonifica del territorio. Su 440 reattori nucleari esistenti nel mondo circa 100 hanno superato 30 anni di vita e circa 300 hanno superato i 20 anni: in Gran Bretagna il costo ipotizzato è di circa 100 miliardi di Euro. Per lo smantellamento del sito di riprocessamento delle scorie e di produzione di combustibile nucleare di Sellafield occorrerebbero circa 75 miliardi di Euro. I tempi di smantellamento del sito e di bonifica del territorio sarebbero superiori ai 100 (cento) anni.

11) Costi del nucleare in Italia: non sono certi tempi e costi di realizzazione delle centrali nucleari che dovrebbero essere installate in Italia (ERP): la centrale nucleare EPR in costruzione in Finlandia ad oggi sta costando oltre il doppio del costo previsto alla firma del contratto e, sempre ad oggi, è raddoppiato il tempo che era stato previsto per la sua costruzione.

12) Necessità del nucleare: l’energia totale mondiale prodotta con il nucleare è il 6% di quella totale mentre è soltanto il 2% dei consumi finali di energia (la differenza è dovuta alla trasformazione di energia, alle perdite e all’energia necessaria a generare fonti di energia).

13) Necessità del nucleare in Italia: in Italia la potenza totale installata è di circa 101,45 miliardi di Watt, contro una potenza massima storica (picco dell’estate 2007) di 56,8 miliardi di Watt: l’Italia è tecnicamente autosufficiente; dai dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in collaborazione con Terna, si vede che l’energia nucleare utilizzata in Italia è l’1,5 % del totale, di cui lo 0,6% è francese. Ma la Francia importa più petrolio dell’Italia ed ha i consumi di petrolio pro capite più alti d’Europa.

14) Efficienza energetica: la produzione di energia nucleare non è regolabile: la Francia è costretta a venderla a prezzi molto bassi nelle ore di diminuzione della domanda (ad esempio, di notte); quando la richiesta è alta deve comprare energia a prezzi elevati per sopperire ai picchi della domanda (condizioni climatiche avverse), anche perché i sistemi di riscaldamento sono quasi totalmente elettrici portando ad una massima inefficienza globale dovuta alla trasformazione di energia elettrica in calore.

Coordinamento dei Comitati di Roma Nord

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