A Guidonia una targa che ricorda il fascismo

La targa che ricorda il fascismo nella Piazza del Comune di Guidonia. Ma quanto ci costa?

 

Oltre al valore di memoria fascista rappresentato da una targa posta al varo della nuova piazza comunale rinnovata , targa contestata da comunità e da cittadini per il contenuto che rappresenta e che rasenta il reato di “apologia del fascismo” di cui alla L. 645/1952 (*), questa amministrazione Rubeis continua a spendere i soldi pubblici per tutelare a nostro avviso il ricordo di un periodo nero come quello fascista che la targa stessa rappresenta.
Con atto firmato dal Direttore Generale dell’Ente n° 35 del 6 giugno 2011, avente quale oggetto “Impegno per la realizzazione di un impianto di monitoraggio a circuito chiuso per Piazza G. Matteotti”, sono state impegnate in fretta e furia le somme pari a circa 20.000,00 euro per la posa di 11 videocamere. Soldi necessari? Non proprio.
Certo la piazza va tutelata da eventuali atti vandalici. Ma forse il Direttore Generale e il sindaco Rubeis non ricordano che gia’ esiste una postazione di telecamere a tutela della piazza, telecamera intallata un paio di anni fa insieme ad una centrale operativa negli uffici dei vigili urbani.
Gia’ all’epoca della posa in opera della videocamera attualmente presente, L’USB ha chiesto ed ottenuto a tutela dei cittadini e dei lavoratori del comune, che le funzioni della telecamera stessa fossero regolamentate, con l’eventuale controllo da parte del comando della polizia municipale invece che di privati come era previsto.
L’USB oltre a contestare la posa in opera di una scritta che ricorda un periodo buio come il fascismo, contesta queste spese inutili , effettuate in fretta e furia e senza un progetto preciso, ed evidenzia il pericolo che il controllo venga effettuato non solo sugli atti di vandalismo ma anche sulle attività lavorative dell’ente o dei cittadini che vivono la piazza, come i bambini e i ragazzi che frequentano il luogo.

(*) legge 20 giugno 1952, n. 645 – Legge Scelba
Art. 4 – Apologia del fascismo
Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità ideate
nell’art. 1 è punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000. .
Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità
antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni.
La pena è della reclusione da due a cinque anni e della multa da 1.000.000 a 4.000.000 di lire se alcuno dei fatti previsti nei commi precedenti è commesso con il mezzo della stampa.
La condanna comporta la privazione dei diritti previsti nell’art. 28, comma secondo, numeri 1 e 2, del codice penale, per usi periodo di cinque anni.

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