“Quando i terroristi prendono di mira i civili”

 “C’è qualcosa che lega tutte le repressioni portate avanti dalle diverse forme di terrorismo e dalle guerre: la tendenza maschile alla violenza. Ma il patriarcato ha oscurato i cieli per secoli. È tempo di aprire gli occhi”.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

 

TORNANO LE TAVERNE COMUNALI!

Si ricomincia sabato sera 12 dicembre, tenetevi liberi. Una volta al mese o giù di lì, in luoghi diversi di Roma (per ora), le cene e i pranzi della Taverna raccolgono intorno a una tavola persone che leggono e fanno Comune. Un’occasione per fornire insieme – tra allegria, cibo buono e conversazioni piacevoli -, un sostegno alla nostra fragile avventura di comunicazione indipendente. Dopo la grande partecipazione agli appuntamenti dello scorso anno (a Scup, Casale Falchetti, Cinema Palazzo e Capodarco) siamo pronti a ripartire: presto il programma completo del 12 (alle 18 incontro pubblico, alle 20 cena a Casale Falchetti, zona Centocelle), intanto segnatelo in agenda e cercate un po’ di amici e compagni da invitare. Se sbirciate qui trovate il racconto delle precedenti Taverne.

La domanda ora è: chi viene? Scrivete a info@comune-info.net

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QUANDO I TERRORISTI PRENDONO DI MIRA I CIVILI
C’è qualcosa che lega tutte le repressioni portate avanti dalle diverse forme di terrorismo e dalle guerre: la tendenza maschile alla violenza. Ma il patriarcato ha oscurato i cieli per secoli. È tempo di aprire gli occhi MICHAEL ZEZIMA

NOI E LORO
Nei giorni del terrore e della guerra abbiamo bisogno di ricominciare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini e delle bambine, di educare sul serio all’alterità al dialogo e alla pace, di ribaltare le categorie Noi e Loro ALAIN GOUSSOT

LE DONNE RIBELLI DI SIRIA [VIDEO]
C’è un documentario della regista Zaina Erhaim che si intitola “Le donne ribelli di Siria” e mostra, dice Zaina, come “Noi si stia fronteggiando due nemici, l’Isis e Assad.” La regista ha fatto esperienza delle patrie galere grazie a quest’ultimo R.C.

LE BANLIEUE, DAESH E IL TERRORE
Media e politici francesi sono stati molto cauti nell’affermare pubblicamente una relazione tra banlieue e terrorismo. Nessuna cautela invece in Italia. Affermare che dei territori producano jihadisti può avere diverse conseguenze. In primo luogo rischia di aprire la strada a una gestione straordinaria di questi territori. Inoltre, se il problema jihadista diviene per qualcuno il problema jihadista-musulmano, il rischio è che scoppino sacche di rabbia laddove non era necessariamente presente. Infine, una localizzazione totale della questione jihadista mette volutamente in ombra gli aspetti globali entro cui questa si struttura realmente, gli aspetti finanziari, economici e spesso deterritorializzati che attraversano e definiscono il terrorismo jihadista CAROLE DES MERES

SONO STATO TENUTO IN OSTAGGIO DALL’ISIS
“Lo Stato Islamico arruola soprattutto ragazzini di strada accecati dall’ideologia e dal potere e ossessionati dai media… Le foto che arrivavano dalla Germania di persone che accolgono i migranti sono state particolarmente preoccupanti per loro… Non sono un difensore dell’Isis. Come potrei? Ma so che bombardare è un errore… Questa reazione renderà peggiore una brutta situazione… ” NICOLAS HÉNIN

QUEL CORTEO INUTILE E MISTIFICANTE DALLA FIOM
In questi tempi grigi occorre il coraggio e la lucidità per nominare i problemi per quello che sono, senza fare sconti a nessuno, senza essere consolatori, mettendosi tutti in discussione, anche se questo sforzo è complesso e fonte di conflitti. Sabato, ad esempio, la Fiom di Landini ha cercato di coprire il vuoto dei movimenti pacifisti, inventandosi una marcia di metalmeccanici contro la guerra e la paura. “Forse dimenticano che sono proprio loro, i metalmeccanici, a produrre le armi italiane, vendute a peso d’oro in tutto il mondo. E producono anche le bombe a Domusnovas, in Sardegna, quelle che finiscono ai sauditi e forse all’Isis….- scrive Enrico Euli- Quindici anni fa, con la Casa di Alex, avevamo più volte manifestato davanti a quella fabbrica di esplosivi, da soli. La Fiom non c& rsquo;era, e se c’era dormiva, o era contro di noi. La Fiom non dice una parola contro le armi che produce (in fabbrica) ma è contro la guerra (in piazza)…”. I dominatori dipendono sempre da quelli che essi dominano… ENRICO EULI

IO, OPERAIO, HO RIFIUTATO DI COSTRUIRE ARMI MARIANO GIACOMOZZI

ISIS: DOMANDE A CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Isis si finanzia con il petrolio? Certo, ma, essendo l’acquisto di petrolio un processo industriale, occorre che qualcuno lo compri, con o senza il contrabbando. In questo senso è da tempo noto il legame di Isis con le petromonarchie del Golfo: Arabia Saudita, Qatar, Kuwait. A proposito di Kuwait e Cassa Depositi e Prestiti, alcune domande sorgono spontanee… MARCO BERSANI

E LE SPESE MILITARI FINIRONO FUORI DAL PATTO

RIFIUTARE LA LOGICA DELLA GUERRA
Neoconialismo, islamofobia, terrorismo, guerre… Abbiamo altre energie: il rifiuto di farci contagiare dall’odio; il pensiero critico per riconoscere le cause storiche dei conflitti; il ripudio di tutti i razzismi; il grido contro chi resta complice dei finanziamenti del commercio di armi… Niente giustifica il raddoppio della violenza … ENRICO PEYRETTI

SAREMO SPIETATI
«Nous allons mener le combat, il sera impitoyable». «Saremo spietati». A parte il significato della parola spietato (sinonimi: malvagio, duro, crudele, feroce, violento, disumano, inumano, sanguinario, brutale, bestiale, barbaro, efferato, implacabile, inesorabile, senza pietà), la domanda è: la reazione spietata sarà rivolta solo all’Isis? Oppure anche a tutti coloro che finanziano l’Isis e che acquistano il petrolio dall’Isis? O anche a tutti coloro che hanno creato l’Isis? O anche a tutti i mercanti di armi che fanno affari con l’Isis e prosperano grazie al caos creato dall’Isis? Il terrorismo va combattuto. Naturale. Ma con esso anche l’ipocrisia DOMENICO FINIGUERRA

FILI DI PACE
Dopo il sabato di terrore di Parigi abbiamo raccolto notizie e analisi ma soprattutto commenti e proposte. “Scoppia la Francia, Rabbia e speranza” è stato uno degli articoli più letti in questi giorni e ha messo insieme voci molti diverse, tra cui il messaggio della Rete di Cooperazione Educativa. Da qui è partito un ulteriore scambio che ha coinvolto maestre, educatori, insegnanti, scrittrici: lo riproponiamo come frutto di una scrittura collettiva capace di ridare dignità alla parola pace. Si tratta di un tentativo di cercare nella tormenta in corso la speranza dove si pensa che non esista più. Alla domanda che fare con bambini e ragazzi di fronte all’orrore del terrorismo e della guerra, con quali parole raccontare e condividere pensieri e paure, provano a rispondere anche gli interventi di Alessandro Ghebreigziabiher, “Il terrorismo spiegato ai bambini“, quello di Paolo Limonta, maestro, “Continuiamo a occuparci di loro“, e un altro, splendido, scritto direttamente dai bambini e dalle bambine di una quarta elementare, “Un mondo a male zero” A CURA DI CARLO RIDOLFI

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SALVIAMO I SEMI
Cocomeri nei supermercati europei in inverno, sementi scomparse perché non convenienti ai mercanti, monocolture intensive, ortaggi Ogm. Tuttavia c’è chi si ribella moltiplicando ovunque orti e promuovendo festival e case delle erbe. Al centro di tutto restano i semi liberi e la biodiversità. “Oggi salvare i semi – scrive Daniela Di Bartolo – é un’azione importante come imparare a leggere e a scrivere” DANIELA DI BARTOLO

UN PATTO DI PASTA
Adesso Pasta! è un progetto per la fornitura di pasta di qualità, dove produttori e consumatori gestiscono insieme l’intera filiera produttiva, dai costi ai rischi. Una specie di Sistema di garanzia partecipata applicato non solo alle fasi di coltivazione ma anche di trasformazione e distribuzione, in forma cooperativa, del prodotto. Sono sessanta i Gruppi di acquisto solidale che partecipano a questo patto e concorrono per l’8 per cento al fatturato complessivo di una cooperativa marchigiana, che da anni lavora nel bio. Insieme alla cooperativa, i Gas contribuiscono anche a sostenere un Fondo di Solidarietà per lo sviluppo dell’Economia Solidale in Italia SERGIO VENEZIA

CREARE COMUNITÀ, SPERIMENTARE AUTONOMIA
Elassona è un’area per lo più agricola, tra le montagne della Grecia settentrionale. Qui (ora che il circo mediatico ha finito di occuparsi di ‎Grecia…) le persone hanno smesso di aspettare Stato e mercato. Hanno messo su da sole, ad esempio, una rete comunitaria wireless tra quattordici comuni, ma l’obiettivo non è solo offrire a tutti la possibilità di avere accesso a internet in zone remote. Quello sembra essere il pretesto, mol to concreto, con cui ricomporre relazioni sociali devastate da mercato e Stato. Insomma, l’idea che si possa collaborare per la produzione e l’autogestione di beni comuni è diventata la spinta con cui resistere all’austerity e creare qualcosa di diverso qui e ora R.C.

UNA CASA A EMISSIONI ZERO
Sono sempre più evidenti e drammaticamente attuali i nessi tra i temi della guerra e l’urgenza di ridurre il consumo di energia nei paesi del Nord del mondo, attraverso scelte individuali e collettive, con o senza la promozione di politche da parte di governi e enti locali. Qui è possibile scaricare una breve guida per informarsi a 360 gradi sulle soluzioni tecniche più idonee ad alimentare la propria abitazione con le rinnovabili DECRESCITAENERGETICA

VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI, OMBRINA
Ombrina va fatta. Ogni opposizione va superata e il cammino deve alfine completarsi. 100.000 presenze in piazza, come se non esistessero; due leggi regionali (tra cui quella sul Parco Marino proposta dal Coordinamento No Ombrina) neanche tenute in conto. E così, dopo il primo rinvio di ottobre, e nonostante la mobilitazione di istituzioni locali e cittadini, il ministero dello Sviluppo economico ha dichiarato conclusa la conferenza dei servizi per il progetto petrolifero Ombrina Mare. Forse non hanno ancora idea della determinata quanto creativa resistenza degli abruzzesi… Il 28 novembre la mobilitazione contro le trivelle e lo Sblocca Italia vivrà una nuova importantissima tappa ad Ancona ALESSIO DI FLORIO

IL BOOM DEL FRACKING È FINITO
Dal Canada agli Usa, con i prezzi del petrolio in precipitosa diminuzione, i grandi progetti basati sul greggio pesante estratto dalle sabbie bituminose, stanno perdendo denaro. Molte imprese smontano le trivelle. Intanto, l’oleodotto Keystone XL, una delle mega opere più contestate da comunità locali e ambientalisti statunitensi e canadesi, non sarà costruito: 1.900 chilometri che avrebbero dovuto trasportare il petrolio estratto con il fracking dall’Alberta, in Canada, fino al Nebraska, dove si sarebbe collegato a un oleodotto già esistente che arriva fino al golfo del Messico. “È la decisione più importante presa da Obama sulle questioni ambientali”, hanno detto alcuni grandi media A.C.

IL BIVIO DI PARIGI. VERSO LA CONFERENZA SUL CLIMA

OFFICINE ZERO NON SI CHIUDE CON UN’ASTA
Le Officine ex-Rsi di Roma (manutenzione dei Treni notte, ex Wagon Lits) sono state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in cassa integrazione. Il 1* giugno 2013, un’ampia coalizione sociale ha riaperto i cancelli della fabbrica, rinominata Officine zero (Oz), con un progetto di riconversione. Oggi Oz ospita uno spazio di riparazione e upcycling, un coworking per freelance e professionisti atipici, una Camera del lavoro autonomo e precario (con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale), uno studentato universitario e una mensa popolare. “Il riuso, la trasformazione, la rottura dello schema tradizionale prodotto-consumo-rifiuto sono l’anima del progetto di riconversione”, dicono a Oz. Un’esperienza che ora rischia di chiudere. La Curatela fallimentare ha infatti messo in moto le procedure che nei prossimi giorni porteranno all’asta i beni mobili e immobili, con il rischio che un enorme patrimonio di questa città venga svenduto, senza alcuna tutela dell’area e del lavoro. Per questo Officine Zero ha bisogno di mobilitazione. APPELLO

CORRI BAMBINO CORRI
“È arrivato l’anno scorso in una delle quarte della Scuola milanese di viale Romagna. Due occhi profondissimi alto e magrissimo come i corridori degli altopiani africani. E, come loro, correva – scrive Paolo Limonta, maestro – Scappava dalla sua classe e correva per le scale, i corridoi, da un piano all’altro… Mi ricordo benissimo la sua falcata leggera, il suo rallentare quando passava davanti alla mia classe, la sua curiosità davanti a questo maestro grande e grosso con qualche bambino sempre addosso… Così abbiamo cominciato a parlarci, a guardarci, ad annusarci. Fino a quando l’ho preso in spalla per la prima volta. E, quando è sceso, mi ha regalato un sorriso meraviglioso… Ora ogni volta che lo incontro nei corridoi della scuola, mi regala un sorriso che, da solo, riempie la mia giorna ta… Ecco, questa giornata dei Diritti dell’Infanzia la voglio dedicare a tutti i bambini che corrono.” PAOLO LIMONTA

 

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