A Riace ha aperto il nuovo ambulatorio

È stato un fine settimana di festa a Riace. Dopo due mesi dallo sfratto voluto dal sindaco filo leghista c’è chi ha trovato il modo per tirare su, in un altro vicolo, la serranda e aprire un nuovo ambulatorio medico.

L’ambulatorio è aperto

È stato un fine settimana di festa a Riace. Dopo due mesi dallo sfratto voluto dal sindaco filo leghista c’è chi ha trovato il modo per tirare su, in un altro vicolo, la serranda e aprire un nuovo ambulatorio medico: anche questo offrirà servizi gratuiti per migranti e non, anche questo sarà un riferimento per i comuni della zona, anche questo si nutrirà del lavoro di medici volontari. Il vento di chi ha appena cominciato a cambiare il mondo non smette di soffiare in questo borgo
Articolo di Roberta Ferruti

Dimmi cosa mi hanno rubato

“”… Era sempre stata là, ed era stata là fino a due sere prima, quando aveva smesso di dormire. Aveva smesso di dormire perché lei non c’era più. Gli avevano detto “tu no”, e poi gliel’avevano portata via…”
Un racconto di Sara Forcella

La tribù bianca ha paura

Mai nella storia dell’umanità si erano registrati livelli così alti di migrazione. Di processi migratori, di Riace e di movimenti sociali ragiona in questa intervista Alex Zanotelli. «Esiste una nuova importante lettura del colonialismo secondo la quale oggi è cominciata la crisi della “tribù bianca”. Una “tribù” con cinquecento anni di schiavismo alle spalle che ha imposto ovunque la cultura occidentale, ha diviso il mondo in civili e “barbari”, ha posto una religione sopra le altre. Quella tribù inizia a percepire di essere una minoranza e ha paura di perdere i propri privilegi costruiti grazie a schiavismo, colonialismo e neocolonialismo. Pierre Claverie ha parlato di “bolla coloniale” per descrivere il modo con cui il colonialismo ha marginalizzato e reso invisibili milioni di persone…»
Intervista di Gianluca Carmosino ad Alex Zanotelli

Casa Malala rischia di chiudere

Il Consorzio italiano di solidarietà – che gestisce Casa Malla a Trieste insieme alla Caritas – ha messo a disposizione 150 appartamenti dislocati su tutto il territorio triestino garantendo l’ospitalità a circa un migliaio di persone con servizi di qualità, assistenza sanitaria e psicologica garantita nonostante l’incremento numerico degli arrivi. Racconta Gianfranco Schiavone, presidente ICS: “Attualmente non è più possibile per noi offrire servizi adeguati e orientati alla tutela dei diritti della persona ai costi previsti dai nuovi bandi…”. I Decreti Sicurezza che il governo non ha abrogato precipitano sulla vita dei richiedenti asilo (foto: un laboratorio di pittura a cui hanno partecipato alcuni richiedenti asilo che vivono a Trieste)
Articolo di R.F.

Le persone non sono pacchi

A Caserta, negli ultimi anni, hanno costruito solidi percorsi di istruzione. Sono accompagnatori volontari del Piedibus, custodi dei giardini comunali sottratti al degrado, imparano un lavoro e hanno scelto di provare a costruire un futuro in città. Tra loro ci sono anche persone con gravissime disabilità (per esempio non vedenti) vulnerabili e irrimpatriabili. Come Sanogo, uno dei “custodi” di Parco degli Aranci, arrivato dalla Costa d’Avorio e scappato dalla guerra civile. A decine di persone dello Sprar di Caserta, gestito dal Centro sociale Ex Canapificio, il ministero dell’interno ha deciso di sospendere le spese di istruzione, formazione professionale e inclusione sociale per trasferirle altrove. Un’applicazione restrittiva e retroattiva del decreto sicurezza che ignora una chiarissima sentenza della Cassazione. Da qui l’appello dell’Ex Canapificio affinché il governo faccia marcia indietro e ripensi alla legge sull’immigrazione. Il primo appuntamento in piazza il 13 febbraio alle 15 a Caserta
Articolo di Antonietta Buonomo

Omar

Qesti piedini vengono da un villaggio bombardato vicino ad Aleppo, in Siria. In groppa ai suoi genitori hanno attraversato la Turchia, il terribile campo di Mitilene, poi su su per l’Albania, il Montengro, la Serbia fino alla Bosnia. Hanno conosciuto venti “game” (così i migranti della rotta balcanica chiamano i tentativi di superare il confine con l’Europa) e venti push back (respingimenti), il gelo della foresta, le urla della polizia croata, l’abbaiare feroce dei cani. Il papà – racconta Lorena Fornasir da Trieste- è stato picchiato e crudelmente umiliato davanti a lui…
… segue qui

In terra di Lega

In provincia di Varese alcuni comuni lavorano per la micro-accoglienza
Articolo di R. F.

Andata e ritorno in Liberia

Janet ha 42 anni, ha lasciato la Liberia molti anni fa, ma ora sta per tornarvi
Articolo di Mauro Armanino

Corridoi umanitari, nuovi arrivi

Accoglienza diffusa per 86 profughi siriani provenienti dal Libano
Articolo di D. V.

Il naufragio del diritto

Oltre la proroga degli accordi con la Libia che non esiste
Articolo di Fulvio Vassallo

La lingua comune di Marigliano

Spesso si comincia con un corso di italiano. Territori in movimento
Articolo di R. F.
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