G20, le mistificazioni di Draghi e la lezione della Cina

Vacuo. Questo è l’aggettivo che definisce meglio il vertice G20 che si è chiuso a Roma. Vacue sono le mirabolanti conquiste, soprattutto in ambito ambientale, vantate da Mario Draghi nella conferenza stampa di chiusura. Una conferenza dove il presidente del Consiglio italiano è stato protagonista di una vera e propria mistificazione quando ha affermato di essere sorpreso dalla posizione conciliante della Cina sulla questione delle emissioni.

«Mi attendevo un atteggiamento più rigido dalla Cina invece ha accettato un linguaggio molto più verso il futuro di quello accettato finora, dai numeri di Parigi. Ha accettato il contenimento di 1,5 gradi che comporta notevolissimi sacrifici da parte di tutti. Non sono impegni facili da mantenere», ha affermato Draghi, per poi aggiungere che «la Cina produce il 50% dell’acciaio mondiale e molti di questi vanno a carbone: il muoversi lì significa convertire questi impianti, adattare questa gigantesca produzione di acciaio, è una transizione difficile. Questo spiega le difficoltà di sposare immediatamente gli obiettivi più ambiziosi, non tanto la mancanza di pressione dell’opinione pubblica. Credo tra l’altro che l’opinione pubblica si lamenti anche da loro, c’è una diffusa difficoltà ad accettare le condizioni ambientali che ci sono lì».

Peccato che la realtà smentisca le dichiarazioni Draghi, come spesso accade durante questa esperienza come capo del governo italiano e come è capitato in passato quando era banchiere.

Nel suo discorso al 16° vertice dei leader del G20, in collegamento video da Pechino forse proprio per rimarcare la sua distanza da certe pratiche occidentali, il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito che il cambiamento climatico e le questioni energetiche sono le principali sfide globali di oggi, che riguardano gli interessi comuni della comunità internazionale e il futuro della Terra. Per questo il leader cinese ha invitato il mondo ad adottare politiche globali ed equilibrate e a bilanciare la protezione dell’ambiente e lo sviluppo economico, nonché ad affrontare il cambiamento climatico e salvaguardare i mezzi di sussistenza delle persone. Le principali economie dovrebbero rafforzare la cooperazione in questo settore, ha aggiunto Xi per evidenziare come sia intollerabile che i ceti meno abbienti debbano soffrire gli effetti della cosiddetta transizione ecologica.

Xi ha poi ricordato come negli ultimi 15 anni, il taglio dell’intensità delle emissioni di carbonio della Cina ha ampiamente superato gli obiettivi dell’azione per il clima del 2020, quindi le parole di Draghi non hanno proprio ragion d’essere. Ma siccome nel Draghistan abbiamo una stampa più che asservita e impegnata solo nella santificazione di Draghi nessuno gli chiederà conto delle sue improvvide affermazioni.

La Cina – ha ricordato il leader cinese – continuerà a promuovere la trasformazione e il potenziamento delle strutture energetiche e industriali, promuovere la ricerca, lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie verdi e a basse emissioni di carbonio, sostenere località, industrie e imprese qualificate per assumere un ruolo guida nel raggiungimento del picco e rendere positivo contributi agli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la trasformazione energetica.

Dal discorso di Xi arriva anche un’altra lezione a Draghi e ai paesi ricchi quando il leader cinese ha affermato che bisogna dare priorità allo sviluppo e di agire sulla filosofia incentrata sulle persone. Ha esortato tutte le parti a considerare il miglioramento del benessere delle persone e il raggiungimento di uno sviluppo umano completo come punto di partenza e obiettivo finale, collocare la cooperazione allo sviluppo in una posizione più prominente nel coordinamento delle macro politiche globali e nell’agenda del G20 e adoperarsi per affrontare problemi tra cui la povertà e lo sviluppo squilibrato.

Per questo motivo ha invitato il G20 a restare orientato all’azione e a promuovere la cooperazione pratica. Tutte le parti dovrebbero aumentare il contributo allo sviluppo, attribuire importanza ai bisogni dei paesi in via di sviluppo e rafforzare la cooperazione in aree critiche tra cui la riduzione della povertà, la sicurezza alimentare, l’industrializzazione e la connettività.

Il G20 dovrebbe perseguire il reciproco vantaggio e costruire partnership, ha affermato Xi, aggiungendo che tutte le parti dovrebbero sostenere le Nazioni Unite nello svolgere un ruolo di coordinamento, approfondire la partnership globale per lo sviluppo e costruire una comunità globale di futuro condiviso per lo sviluppo. I paesi sviluppati dovrebbero onorare seriamente i loro impegni di assistenza allo sviluppo e fornire più risorse ai paesi in via di sviluppo.

Questo è il multilateralismo di cui ha bisogno il mondo. Anzi, questo è il multipolarismo di cui il mondo ha oggi più che mai bisogno. L’epoca dell’egemonia occidentale è già adesso storia archiviata.

Fabrizio Verde
01 Novembre 2021

G20, le mistificazioni di Draghi e la lezione della Cina – WORLD AFFAIRS – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

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