[La Voce] Bastonare senza pietà Draghi e complici che affogano!

Comunicato CC 17/2022 – 22 luglio 2022

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Bastonare senza pietà Draghi e complici che affogano!

Impedire a ogni costo che facciano più danni di quelli che hanno già fatto!

È fallito il tentativo dei vertici della Repubblica Pontificia di chiudere definitivamente e senza drastiche rotture la breccia nel loro sistema politico che le masse popolari hanno aperto con il voto del 4 marzo 2018!

 

Non è servito ai vertici della Repubblica Pontificia defenestrare Conte e il 13 febbraio 2021 installare Mario Draghi, il commissario UE, alla testa di un loro nuovo governo. Doveva essere il governo del “pilota automatico”, che in Italia concludeva l’eliminazione delle conquiste che anche le masse popolari italiane hanno strappato alla borghesia imperialista negli anni 1917-1976 in cui nel mondo il movimento comunista cosciente e organizzato era forte (cioè durante la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria) e apriva su scala ancora più ampia il nostro paese alle speculazioni finanziarie e immobiliari, alla gestione su concessione di beni e servizi pubblici, alle grandi opere inutili e dannose: metteva compiutamente in opera i “nuovi principi” dell’epoca di nera e sfrenata reazione che la dissoluzione dell’Unione Sovietica aveva inaugurato. Danni il commissario Draghi ne ha fatti molti. Quei pochi provvedimenti positivi per le masse popolari che i governi Conte avevano osato prendere, il governo Draghi li ha erosi; in molti campi ha ulteriormente peggiorato la situazione: sanità, istruzione pubblica, pensioni, smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese, diritti dei lavoratori. Un esempio per tutti è la cancellazione del diritto dei lavoratori delle ditte che lavorano in appalto di rivalersi sugli appaltatori almeno per alcune inadempienze delle ditte, contro la quale SI Cobas e USB hanno indetto la manifestazione del 23 luglio a Piacenza. Ma i danni più gravi li ha fatti nel coinvolgimento delle Forze Armate italiane e delle basi USA-NATO in Italia nella guerra per l’espansione della NATO in Ucraina e più a Est e in altre spedizioni militari, nelle suicide sanzioni commerciali, finanziarie e monetarie contro la Federazione Russa, nell’inflazione dei prezzi dei beni di consumo e delle bollette luce e gas promossa dai grandi speculatori delle Borse merci, nella corsa al suicidio climatico.

L’opera nefasta del governo Draghi, coperta col mantello PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dei prestiti europei, è stata rallentata e ostacolata sia dalle mille mobilitazioni delle masse popolari sia dai contrasti di interessi tra esponenti e portavoce dei gruppi imperialisti. Ogni regime politico degli speculatori finanziari è per sua natura instabile: lo si constata in ogni paese imperialista. Le masse popolari mobilitandosi e organizzandosi devono aprire la strada a un proprio governo d’emergenza, formato da persone che godono della loro fiducia. Per arrivarci possono approfittare anche dell’instabilità intrinseca del regime politico degli speculatori. Le masse popolari sono in grado di farlo se esse si danno un programma riassunto nelle Sette Principali Misure del GBP.

Ora i vertici della Repubblica Pontificia hanno incaricato il commissario Draghi di approfittare dei due mesi di “ordinaria amministrazione” prima delle elezioni come licenza per accelerare di sua autorità, persino contro i singoli ministri che si rassegnano al ruolo di suoi esecutori, continuando a esautorare persino il Consiglio dei ministri che si rassegnano al ruolo di suoi esecutori, la messa in opera delle misure avviate e di quelle richieste per avere dall’UE in prestito i soldi che un governo popolare d’emergenza troverebbe tassando gli extraprofitti e i compensi da nababbi, con misure tipo minibot e mettendo un calmiere ai prezzi dei beni di consumo e alle bollette dei servizi pubblici.

Di fronte ai due mesi di licenza che i vertici della Repubblica Pontificia hanno dato al commissario Draghi, espandere e rafforzare la mobilitazione delle masse popolari, moltiplicare denunce e proteste, irruzioni in consigli comunali e regionali, presidi davanti alle sedi delle aziende che speculano sui prezzi del gas e dell’elettricità. Organizzare la sospensione del pagamento delle tariffe maggiorate, lo sciopero del pagamento delle bollette, le spese proletarie. Sostenere ed estendere le proteste dei lavoratori autonomi (agricoltori, autotrasportatori, pescatori, taxisti, ecc.)! Estendere il boicottaggio e la denuncia delle operazioni militari, dell’invio di armi al dispotico governo USA-NATO di Kiev e dell’invio di militari italiani nei paesi confinanti con l’Ucraina.

Ogni forma di protesta e di lotta contro il carovita e la guerra è giusta e legittima, l’unico criterio è che abbiamo la forza per farla!

Bastonare Draghi e complici fino ad affogarli. Impedire che con la scusa dell’ordinaria amministrazione in attesa delle elezioni del 25 settembre e di un nuovo futuro governo non si sa quando (nel 2018 passarono quasi tre mesi tra elezioni e il nuovo governo), Draghi continui a fare i danni che sta facendo!

Fare delle elezioni del 25 settembre un mezzo per allargare ulteriormente la breccia nel sistema politico delle Larghe Intese, o con un polo elettorale di esponenti delle rivendicazioni delle masse popolari o con l’astensione e il boicottaggio delle elezioni. Il M5S di Grillo è stato sconfitto perché ha messo alla sua testa dirigenti ed esponenti (ad esempio Conte) che non osavano combattere e vincere, che fin dal primo governo Conte nel 2018 hanno accettato come ministri e alti funzionari uomini di fiducia dei vertici della Repubblica Pontificia, dell’UE e della NATO invece di sfidare i vertici della Repubblica Pontificia a indire nuove elezioni. La prima condizione per vincere, è voler vincere e non trovare a tutti i costi un qualche accordo con il nemico!

Moltiplicare le mobilitazioni e le proteste fino a rendere il paese ingestibile dal governo Draghi. Nel nostro paese bastano un centinaio o anche meno di organismi come il Collettivo di Fabbrica della GKN che fanno delle aziende minacciate di delocalizzazione, chiusura, ristrutturazione dei centri promotori della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese, come il CALP di Genova che blocca i porti italiani al traffico di armi, come i NOTAV della Val di Susa che impediscono o boicottano la realizzazione di grandi opere speculative di devastazione del territorio, come Friday For Future ed Extinction Rebellion, come i Comitati per l’Acqua Pubblica, i comitati per la casa, coordinati tra loro e orientati a costituire un governo d’emergenza composto da uomini e donne di loro fiducia, per rendere ingovernabile il paese dai vertici della Repubblica Pontificia e costringerli a ingoiare (provvisoriamente nei loro propositi) un governo d’emergenza.

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