Ancora biolab: dopo l’Ucraina anche Taiwan. E se ci fossero gli Stati Uniti dietro allo stesso copione?

E se tutta la questione di Taiwan altro non fosse che solo una diversa versione di un copione già visto? Pensiamoci un attimo e ripercorriamo per gradi prima di escludere o confermare questa ipotesi.

Quando all’origine del conflitto russo-ucraino il mondo global elitario raccontava attraverso il main stream esclusivamente di perversi desideri espansionistici del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, cosa in realtà smentita non solo dalle sue parole, ma anche dai fatti, con il tempo si é avuto poi la conferma di ben altra storia.

Da una parte la più volte menzionata denazificazione del Paese, dall’altra la consapevolezza che l’Occidente nelle sue peggiori declinazioni aveva letteralmente abusato dell’Ucraina per gli scopi più abbietti.

Pericolosi biolaboratori sparsi in tutto il paese, strutture dove lo studio e la maldestra conservazione dei patogeni, nonché il tragico utilizzo degli stessi sull’ignara popolazione civile per la partecipazione inconsapevole ad esperimenti mengeliani, bambini compresi, era tutta roba all’ordine del giorno.

Ebbene, il giornalista investigativo George Webb avanza la stessa ipotesi nei confronti di Taiwan, quindi, e dipinge un quadro a dir poco sconvolgente, basato non solo sulla presenza di biolab, ma anche su una parte di storia che torna prepotente dal passato, o che magari si palesa nuovemente senza essere mai scomparsa del tutto.

La prima cosa di cui parla Webb é la presenza a Taiwan di membri della Green Cross Corp. legati all’Unità 731.

Ma cos’é l’unità 731?

L’Unità 731 era un gruppo segreto di ricerca e sviluppo di armi bio chimiche dell’esercito imperiale giapponese. Si dice fosse attiva durante gli anni che vanno dal 1936 ed il 1945 ed era collocata in Manciuria. Tuttavia, il fatto che le fonti ufficiali dicono sia stata smantellata non significa che questa abbia cessato di esistere dall’oggi al domani, quanto piuttosto che sia sopravvissuta magari sotto altre forme e magari con nomi diversi.

Chi non ricorda, per fare un parallelismo, tutti i nazisti importati negli Stati Uniti attraverso l‘Operazione Paperclip? La Unità 731 fu  praticamente lo stesso tipo di operazione condotta dal Giappone, invece che dalla Germania, con ugual destinazione, ovvero Stati Uniti.

E’ vero, si dirà, quel tipo di struttura storica non esiste più per come era intesa, ma comunque ha infiltrato il mondo attraverso i suoi vecchi e più importanti membri.

“Infiltration, not invasion“, amava dire il compianto presidente JFKennedy.

Allo stesso modo il fondatore dell’azienda farmaceutica Green Cross Corp. con base ad Osaka, pare abbia giocato un ruolo fondamentale nel proteggere i membri più anziani dell’unità 731 dall’essere perseguiti come criminali di guerra.

Non solo.

Personaggi interni, come ad esempio il fisico Ryoichi Naito, avrebbero passato poi l’ingente mole di informazioni e dati ai militari statunitensi, secondo un cerchio perfetto che solo negli ultimi mesi comincia a chiudersi ed ad acquisire un senso compiuto.

Ebbene, Webb, dicevamo, denunciando la presenza di membri altamente esperti di questa unità ovviamente presenti in loco sotto le presunte mentite spoglie della Green Cross Corp., nonché l’esistenza di ben due laboratori di biosicurezza livello 4, sostiene che Taiwan era ed é assolutamente ai vertici della ricerca per il bioterrorismo.

Giusto per capirsi, un biolab livello 4 studia patogeni come le febbri emorragiche, il Marburg, l’Ebola, il vaiolo e simili, nonché richiede precauzioni particolari sia per chi lavora all’interno delle strutture, sia per la possibilità che i patogeni si diffondano all’esterno delle stesse.

Ma azzarda anche una ipotesi tutt’altro che da scartare. Ovvero, secondo Webb, né lo sviluppo del biolab di Wuhan in Cina, né la corsa alla creazione del nuovo Coronavirus sarebbe mai avvenuta, se Taiwan non avesse giocato un ruolo così importante nello sviluppo delle armi biochimiche.

Quindi, giusto per fare un sunto e capire le carte in tavola, da una parte gli Stati Uniti &Co. in Ucraina, dall’altra gli Stati Uniti &Co. a Taiwan.

Cosa starebbe facendo altrimenti la speaker della camera proprio a Taiwan adesso? Proprio quando la Cina ha minacciato di reagire se gli Stati Uniti proveranno ad invadere l’isola?

La Pelosi sta probabilmente controllando che quell’area, seppur cinese, rimanga nello stato profondo, uno dei gangli più importanti dell’establishment statunitense, establishmente che, all’interno della sfera del bioterrorismo, da una parte attaccherebbe la Russia attraverso l’Ucraina, e dall’altra la Cina attraverso Taiwan.

Come proseguirà questo collaudato ma ormai usurato metodo di proxy war americana? Vi sono due possibili scenari. Uno dei quali meglio nemmeno prenderlo in considerazione.

MARTINA GIUNTOLI

05/08/2022

Ancora biolab: dopo l’Ucraina anche Taiwan. E se ci fossero gli Stati Uniti dietro allo stesso copione? – Visione TV

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