Andrew Korybko a Fars News: i social media sono armati come parte della guerra ibrida contro l’Iran

Andrew Korybko – 02/11/2022 (traduzione automatica)

Korybko To Fars News: Social Media Is Weaponized As Part Of The Hybrid War On Iran (substack.com)

Ecco la versione in lingua inglese (tradotta in automatico il italiano) dell’intervista che Andrew Korybko ha recentemente rilasciato a Fars News sugli ultimi disordini della guerra ibrida in Iran.

1. Qual è stato il ruolo dei social media nelle recenti rivolte in Iran?

I social media sono serviti a diffondere notizie false sul cosiddetto “evento scatenante” che è stato sfruttato come pretesto per mettere in moto l’ultimo tentativo di rivoluzione colorata pianificato da tempo. Ha anche fornito una piattaforma per i partecipanti, sia quelli che cospirano consapevolmente con partiti stranieri, sia la stragrande maggioranza delle persone che sono state ingannate dai loro compatrioti traditori, per coordinare i loro crimini destabilizzanti contro lo stato.

2. Cosa sta succedendo in Iran? È una rivoluzione colorata?

Gli ultimi disordini portano tutte le caratteristiche di un classico tentativo di rivoluzione colorata, che si riferisce all’esacerbazione esterna delle tensioni socio-politiche preesistenti attraverso notizie false al fine di armare le proteste contro lo stato preso di mira. L’Iran viene attaccato ancora una volta con mezzi ibridi come punizione per il suo rifiuto di cedere unilateralmente i suoi interessi nazionali oggettivi rispetto al negoziato nucleare, i suoi legami strategici con la Russia e il crescente ruolo della Repubblica islamica nel multipolarismo.

3. In che modo gli Stati Uniti usano i social media contro l’Iran attraverso la guerra ibrida?

I social media riuniscono persone che già nutrono un certo grado di sentimento anti-stato, li radicalizzano ulteriormente attraverso notizie false e quindi forniscono una piattaforma per coordinare i loro crimini contro lo stato. Senza i social media, le loro trame di rivoluzione colorata svanirebbero e perderebbero la loro efficacia. Il rovescio della medaglia, tuttavia, i social media possono anche essere utilizzati dai patrioti e dalle organizzazioni della società civile associate per contrastare narrazioni false e traditrici.

4. Qual è l’effetto e il risultato di questa guerra dell’informazione attraverso i social media contro il popolo e il governo iraniano?

La guerra dell’informazione mira ad ampliare le divisioni preesistenti all’interno della società al fine di destabilizzare lo stato preso di mira mettendo i suoi cittadini gli uni contro gli altri e anche contro il loro governo. Finora, ha avuto un certo impatto, come evidenziato dai continui disordini, ma allo stesso tempo, non è riuscito a gettare il paese nel caos totale. Questa sfida della guerra ibrida rimarrà, ma non è insormontabile, specialmente se la società si riunisce su una base patriottica per opporsi a questa ingerenza.

5. In che modo i social media cambiano il comportamento e la percezione delle persone?

I social media possono rafforzare le percezioni preesistenti, specialmente quando le notizie false vengono impiegate a tal fine per radicalizzare ulteriormente coloro che già nutrono un certo grado di sentimento anti-stato. Poiché è accessibile dal palmo della mano di qualsiasi persona, il suo effetto può essere istantaneo e provocarli a reagire in modo eccessivo se leggono qualcosa di drammatico. Le persone hanno bisogno di ottenere un’adeguata alfabetizzazione mediatica per discernere le notizie false dalle notizie reali, oltre a imparare a controllare meglio le loro emozioni.

6. Quali tecniche usano gli Stati Uniti per manipolare il popolo iraniano al fine di raggiungere i suoi obiettivi politici e geopolitici?

Gli antropologi culturali degli Stati Uniti, la diaspora iraniana anti-stato, le agenzie di intelligence, gli esperti regionali e gli scienziati sociali hanno studiato da vicino le tendenze socio-politiche (sicurezza morbida) nella Repubblica islamica per anni. Hanno quindi identificato quelle che ritengono essere le principali linee di faglia del loro obiettivo e hanno creato le narrazioni di notizie false armate che si aspettano di ampliarle ulteriormente. Le loro operazioni divide et impera sono quindi per lo più svolte attraverso i social media e i loro agenti all’interno dell’Iran.

7. Qual è l’obiettivo della guerra ibrida degli Stati Uniti contro l’Iran?

Il grande obiettivo strategico è quello di effettuare un cambio di regime contro la leadership rivoluzionaria iraniana e poi balcanizzare questo stato storicamente diverso, formalmente o de facto attraverso lo scenario bosniaco del cosiddetto “federalismo identitario”. La Repubblica islamica viene punita per essere sempre dalla parte della giustizia contro i complotti congiunti USA-Israele-Arabia Saudita nella regione. Washington è anche tremendamente arrabbiata per il fatto che Teheran stia espandendo completamente anche le sue relazioni strategiche con Mosca.

8. E cosa dovrebbe fare l’Iran con i social media?

I social media devono rimanere monitorati e regolamentati al fine di identificare e contrastare preventivamente le minacce latenti alla sicurezza, comprese quelle che si basano su notizie false al fine di promuovere i loro subdoli obiettivi anti-stato. Queste piattaforme sono spade a doppio taglio che possono essere impiegate per dividere e governare la società, ma anche per unificarla a seconda di chi le usa e per quali fini. Lo stato e la società civile patriottica dovrebbero quindi riflettere profondamente su come possono utilizzare i social media per scopi positivi.

L’intervista è stata originariamente pubblicata in farsi su Fars News con il titolo “اندرو کوریبکو در گفتگو با فارس پلاس: اخبار جعلی در موضوع مهسا برای رسیدن به اهداف انقلاب رنگی است”.

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