Naufragio migranti a Cutro: la strage e le lacrime di coccodrillo

combat-coc.org – 28/02/2023

Combat COC » Blog Archive » Cutro: la strage e le lacrime di coccodrillo (combat-coc.org)

 

Un nuovo naufragio sulle coste italiane. Mentre scriviamo, sulla spiaggia di Cutro sono stati contati 64 morti, ma si teme che in realtà siano oltre 100. Una strage prodotta dalla criminale politica delle frontiere chiuse che non solo l’Italia ma tutta l’Unione Europea ha voluto applicare, sbarrando l’ingresso legale a donne e uomini di altri paesi che spesso fuggono da guerre e dittature alimentate proprio dalle politiche imperialiste delle cosiddette democrazie. Una strage che si sarebbe evitata se l’imbarcazione su cui viaggiavano fosse stata soccorsa in alto mare invece di spezzarsi in due a pochi metri dalla riva.

Ma solo giovedì 23 febbraio il governo ha varato il “Decreto Piantedosi”, decreto inapplicabile perché in pieno contrasto con le norme internazionali (nota 1), ma subito usato per sequestrare e multare la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, una nave che dopo aver soccorso 48 naufraghi era stata fatta attraccare ad Ancona apposta per impedire che facesse altri salvataggi. Un governo che prosegue la guerra alle ONG accusandole di complicità con gli scafisti nonostante i naufraghi sbarcati dalle loro navi siano solo circa il 10% dell’immigrazione irregolare via mare (nota 2). Il vero problema per il governo è che la presenza delle ONG è scomoda perché possono raccogliere e diffondere le denunce dei crimini commessi nei campi profughi libici foraggiati dallo stato italiano. La tragedia di Cutro mostra con tutta evidenza che senza le navi di soccorso le partenze non diminuiscono, ma le vittime aumentano.

Su questa tragedia stanno già piovendo lacrime di coccodrillo. Innanzitutto quelle della premier Meloni che esprime “profondo dolore” ma si scaglia contro lo “sciacallaggio” di chi le rinfaccia di aver sabotato le azioni di soccorso delle ONG, promette di “fermare le partenze” e lottare contro gli scafisti, ma che finora è riuscita solo ad ostacolare i salvataggi e lottare contro i soccorritori, mentre gli sbarchi totali nei primi due mesi del 2023 sono quasi raddoppiati (nota 3). Stomachevole l’intervento del Ministro degli Interni Piantedosi, che con la conta dei morti ancora in corso non trova di meglio che addossare alle stesse vittime la responsabilità del naufragio, come se fossero in gita di piacere e non in fuga da guerre, miseria e repressione.

Ma grande ipocrisia l’hanno dimostrata anche le cosiddette forze di sinistra: la guerra alle ONG non è iniziata col governo giallo-verde e il ministro degli interni Salvini, ma col governo del PD Gentiloni e per opera del ministro degli Interni Marco Minniti, principale artefice del famigerato Memorandum Italia-Libia col quale lo stato italiano si impegnava a finanziare i gangster libici che in cambio avrebbero trattenuto gli immigrati in campi di concentramento dove le torture, gli stupri e gli assassinii sono pratica regolare. Un memorandum rinnovato da tutti i governi successivi, incluso il governo PD-Cinque Stelle e il governo Draghi.

Oggi abbiamo sentito il presidente Mattarella chiedere una più forte azione dell’Unione Europea per contrastare le partenze, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen esprimere il proprio dolore per le vittime del naufragio, e auspicare il raddoppio degli sforzi europei sul fronte dell’immigrazione. Ma cosa sono queste morti se non il frutto della politica dell’Europa Fortezza, che costringe chi fugge da guerre, repressione o miseria a farlo illegalmente, con costi altissimi a vantaggio dei trafficanti, e rischi altissimi? La Fortezza Europa è responsabile di 25.000 morti nel Mediterraneo, una vera e propria guerra contro i migranti. Non è proprio l’Unione Europea a finanziare il regime di Erdogan perché impedisca ai profughi afgani e siriani e a tutti in generale di partire verso l’Europa, a vivere in condizioni disumane chiusi nei campi profughi, o a tentare la fortuna affidandosi ai trafficanti? Gli stessi naufraghi di Cutro fuggivano dalla Turchia dove il terremoto ha reso ancora più invivibili i campi profughi e il governo cerca di liberarsi di chi ci vive, ma soprattutto provenivano prevalentemente dall’Afghanistan e dalla Siria, quindi secondo gli accordi internazionali avrebbero dovuto beneficiare di asilo e protezione.

La loro storia è la dimostrazione che la repressione, anche la più dura, non impedisce le partenze, aumenta solo il numero dei morti. Soprattutto se chi parte lo fa per fuggire da regimi oppressivi e guerre alimentate dagli imperialismi di quell’Europa che gli chiude le porte in faccia mentre predica libertà e democrazia.
In ogni caso, non erano forse “migranti economici” i milioni di italiani andati all’estero fra ‘800 e ‘900? Quanti argentini dovrebbero tornare in Italia se si applicasse il principio “torna a casa tua”?

Davanti a queste tragedie abbondano le lacrime di coccodrillo dei servi della borghesia, ma è purtroppo quasi assente l’opposizione alle politiche anti-immigrazione della classe lavoratrice, l’unica che, con la sua lunga esperienza di emigrazione, potrebbe effettivamente imporre ai governi di rispettare i diritti dei loro fratelli di classe che provengono da terre lontane ma che in stragrande maggioranza diventeranno parte del proletariato, oltre che l’unica a poter combattere e ribaltare quel sistema sociale fondato sullo sfruttamento che produce guerre, repressioni, squilibri economici e di conseguenza migrazioni massicce e incontrollabili.

NO AI RESPINGIMENTI!
PARITA’ DI DIRITTI PER TUTTI GLI IMMIGRATI!


Nota 1: Come fa notare l’Associazione per gli Studi Giuridici e l’Immigrazione, alcune delle regole contenute nel decreto sono già rispettate dalle ONG, mentre le altre non sono applicabili perché gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia sono vincolanti più ancora delle leggi Italiane, pertanto una nave che soccorre dei naufraghi sarebbe costretta ad agire in contrasto col decreto e quindi non sarebbe punibile.
https://www.asgi.it/notizie/contro-la-costituzione-le-ong-e-i-diritti-umani-linsostenibile-fragilita-del-decreto-legge-n-1-2023/

Nota 2: Secondo i dati dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e quelli del Ministero degli Interni, nel 2022 le ONG hanno fatto sbarcare in Italia 10.632 naufraghi su un totale di 105.129 sbarchi, nel 2021 7.716 soccorsi su 67.477, nel 2020 3073 su 34.154.
https://docs.google.com/spreadsheets/d/1ahgkPp6NqMh3Dg63YHj8LVyaeW6-qHn2QQcRrKasJyM/edit#gid=0
https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/sbarchi-e-accoglienza-dei-migranti-tutti-i-dati
http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/cruscotto_statistico_giornaliero_31-12-2022-rev.pdf

Nota 3: Secondo il Ministero degli Interni, dal 1 gennaio 2023 al 27 febbraio 2023 sono sbarcati in Italia 14.437 migranti, mentre nei primi due mesi del 2021 e 2022 ci sono stati rispettivamente 4.887 e 5.474 sbarchi.
https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/sbarchi-e-accoglienza-dei-migranti-tutti-i-dati
http://www.interno.gov.it/sites/default/files/2023-02/cruscotto_statistico_giornaliero_27-02-2023.pdf

 

Sharing - Condividi