Gen. Bertolini: “Perché l’Ucraina ora sta attaccando i russi in Crimea”

Marco Bertolini – FanPage – 19/07/2023

Perché l’Ucraina ora sta attaccando i russi in Crimea, secondo il generale Bertolini (fanpage.it)

 

Kiev sembra aver preso di mira in maniera sempre più consistente le posizioni russe in Crimea, prima bombardando il ponte di Kerch e poi colpendo una base militare. Dei possibili motivi e dell’importanza della Crimea Fanpage.it ne ha parlato con il generale Marco Bertolini.

La guerra tra Russia e Ucraina si sta spostando sempre di più verso la Crimea. In una situazione in cui la controffensiva per conquistare i territori occupati dai russi non sta dando grossi risultati, Kiev nelle ultime ore infatti sembra aver preso di mira in maniera più consistente la Crimea, prima bombardando il ponte di Kerch, per la seconda volta, e poi colpendo una base militare russa nel distretto di Kirovsk che ha a provocato anche un enorme incendio che ha costretto all’evacuazione di duemila persone e alla chiusura dell’autostrada verso Sebastopoli. Della situazione del conflitto in Ucraina e dell’importanza della Crimea ne abbiamo parlato con il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo di vertice interforze.

Generale, Kiev sembra voler concentrare i suoi attacchi sulla Crimea, è una nuova strategia? 

La Crimea è proprio uno degli oggetti del contendere di questa guerra, è un obiettivo fin dall’inizio del conflitto perché è una base strategica fondamentale per la Russia che vuole esercitare una presenza anche nel Mediterraneo. Cioè essere presente in Siria, in Libia e avere le navi russe che operano in zona. Il fatto che ci siano stati due attacchi al ponte di Kerch, che collega con la Russia, e uno al ponte che connette la Penisola con l’Ucraina e gli attacchi che ogni tanto avvengono alle basi militari russe, che sono strategiche, conferma solo la sua importanza. Chiaramente c’è un tentativo di provocare una escalation, cercare di innescare una reazione che costringa poi la Nato a un intervento più diretto. C’è la volontà di elevare il livello dello scontro. Visto che dal punto di vista tattico non si riesce a fare passi avanti, allora si cerca di elevare il punto di vista strategico. Rientra nella stessa strategia anche la presenza della Turchia perché controlla il Bosforo e l’acceso al mar Nero e che sembra avere cambiato strategia rilasciando i militari ucraini Azov.

Gli attacchi in Crimea sono connessi con l’offensiva in corso?

La controffensiva ucraina annunciata per mesi non ha ottenuto risultati significativi, tutt’altro. Ha avuto grossissime perdite e ha causato la perdita di molti materiali occidentali, come i Leopard, e ha provocato molte perdite in termini di vite umane senza riuscire nemmeno ad arrivare alla prima linea difensiva russa. Mentre l’offensiva veniva annunciata, i russi chiaramente hanno cambiato gravitazione. Da una gravitazione sulla offensiva a Backmut, condotta dalla  Wagner, si è passati a rinforzare le linee di difesa e ora di fronte a queste difese l’offensiva si è infranta. Per gli ucraini è stato uno smacco non solo militare ma anche politico perché quel risultato che si voleva portare a Vilnius al vertice Nato per incoraggiare l’occidente a impegnarsi di più non c’è stato. Dal punto di vista tattico dunque la controffensiva non ha funzionato ma la situazione generale non è cambiata: si tratta di uno scontro che vede contrapposti da una parte la Russia e dall’altra gli Stati Uniti e uno degli obiettivi strategici del contendere è proprio la Crimea.

Quali saranno gli sviluppi di questa situazione in Ucraina

La pace non la vuole nessuno per ora quindi non possiamo aspettarci nessuna svolta positiva. C’è un insieme di provvedimenti, alcune di carattere strategico, altri di carattere politico, che tendono a rendere questa guerra un conflitto infinito che può essere solo congelato ma non chiuso con un trattato di pace.

 

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