[Resistenza] Intervista a Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P.CARC

Milano, 22 settembre 20223 – Newsletter n. 16 – 2023

Intervista a Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P.CARC

Napoli, 29 e 30 settembre – Per una nuova liberazione

Napoli

Sul numero 9/2023 di Resistenza abbiamo pubblicato un articolo che inquadra politicamente la festa nazionale che stiamo organizzando a Napoli, in alcuni articoli dell’Agenzia Stampa Staffetta Rossa abbiamo mostrato il legame fra questa iniziativa e le celebrazioni delle Quattro giornate di Napoli [1 – 2 – 3]. Con questa intervista al Segretario Nazionale del P.CARC allarghiamo ulteriormente il ragionamento.

(…) Quando nel 2020 abbiamo organizzato la festa nazionale a Massa, una delle poche iniziative politico-culturali che si è imposta nonostante il terrorismo per gli effetti della gestione criminale della pandemia da parte della classe dominante, qualcuno ci ha detto “ma come, dopo i lockdown, l’emergenza sanitaria, il pericolo di contagi, i disagi, ecc. voi organizzate la festa?”. Noi abbiamo risposto che sì, la organizzavamo. Anzi la organizzavamo proprio perché quello che andava fatto non era “stare in casa e pendere dalla propaganda di regime”, ma organizzarsi, mobilitarsi, riprendersi spazi e agibilità, occuparsi della sanità pubblica.

Adesso qualcuno pensa “ma come, con la situazione di emergenza che c’è a Napoli, voi organizzate lì una festa nazionale?”. Esattamente seguendo lo stesso principio: dove più si manifestano le contraddizioni e gli effetti della crisi e del dominio della borghesia sono più evidenti, lì è dove i comunisti devono intervenire per portare la loro analisi, la loro linea, la loro esperienza e dare una prospettiva: dobbiamo occuparci di costruire il nostro futuro, sono le masse popolari organizzate che devono prendere in mano il governo del paese. I riscontri della propaganda che stiamo facendo lo dimostrano.

Serve una nuova liberazione. Serve liberarci da chi sta saccheggiando il paese e opprimendo le masse popolari, da chi promuove la guerra fra poveri, da chi prospera sulle condizioni di vita sempre peggiori e più precarie. Serve promuovere l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari affinché impongano un loro governo di emergenza, un governo che prende le misure di emergenza che sono necessarie e urgenti.

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Sinergia e concatenazione

Il 7 ottobre 2023 a Roma ci sarà una manifestazione “per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare” indetta da Cgil, Anpi, Acli, Arci, Emergency, Libera, Antigone e da una miriade di associazioni più o meno diffuse a livello nazionale. L’appello di indizione rivendica un modello sociale fondato su “uguaglianza, solidarietà, accoglienza e partecipazione (…) l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di governo” (da “La Via Maestra – appello per la manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma” – www.cgil.it)

Due settimane dopo, il 20 ottobre, ci sarà lo sciopero generale del sindacalismo di base indetto da Adl Cobas, Cub, Sgb e Si Cobas. Le parole d’ordine sono nettamente contro il governo Meloni e si punta a costruire “una giornata di lotta che, a partire dai luoghi di lavoro e dal protagonismo dei lavoratori e dei disoccupati, punterà ad attraversare e fondersi con l’opposizione sociale al governo Meloni che in questi mesi si sta sviluppando sui territori sul No al riarmo e alle spese militari, contro le devastazioni ambientali e la catastrofe climatica prodotta dal modello di sviluppo capitalista e contro le politiche razziste, sessiste e reazionarie dell’attuale Esecutivo” (da “20 ottobre 2023: Sciopero Generale del sindacalismo di base” – www.cub.it)

Ecco due occasioni per avanzare nella costruzione dello sbocco politico necessario a dare una svolta al nostro paese! È così perché le misure che vengono chieste, rivendicate, pretese, per essere messe in pratica necessitano di provvedimenti di tipo politico e dunque di un governo disposto ad attuarle. Quel governo non sarà quello Meloni: il suo compito è l’esecuzione dell’agenda Draghi e la fase economica non offre spazio a mediazioni che possano andare a favore delle masse popolari.

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Omicidi sul lavoro: fermare la strage

Pubblichiamo un contributo che ci ha inviato un compagno del P.CARC in merito alle operazioni repressive che nell’ultimo periodo sono state messe in atto per intralciare l’organizzazione degli operai nei luoghi di lavoro, in particolare ai danni di USB e dei banchetti che sta organizzando davanti alle principali fabbriche del paese. Per dare un quadro degli ultimi eventi riportiamo brevemente quanto accaduto: il 6 settembre scorso l’USB ha organizzato un banchetto per la raccolta firme sulla legge per gli omicidi nel mondo del lavoro davanti all’azienda dove lo scorso anno ha perso la vita Luana d’Orazio; presidio a cui ha partecipato anche la madre dell’operaia. Le notizie diramate dalla maggior parte dei media è stata quella dell’assenza di partecipazione da parte delle ex colleghe di Luana, quello però che è stato riportato troppo poco è stato il motivo che ha concorso a questa scarsa partecipazione. I padroni dell’azienda hanno infatti montato delle telecamere puntate sul presidio con l’intenzione di capire quali delle operaie avrebbe partecipato. Il 9 settembre un altro episodio è avvenuto a Lanciano, dove invece hanno tentato di impedire la realizzazione del banchetto promosso da USB.

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I Gruppi Operai Omogenei, uno strumento di organizzazione e lotta contro la strage sui posti di lavoro!

Pubblichiamo l’intervista a Vito Totire, medico del lavoro e portavoce delle Associazioni Esposti Amianto di Bologna e della Rete Nazionale Lavoro Sicuro, sull’esperienza dei Gruppi Operai Omogeni (GOO), uno strumento per l’organizzazione dal basso dei lavoratori a tutela della loro salute e della sicurezza sul lavoro

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Un approfondimento sul multipolarismo

da La Voce del (n)PCI n. 74

“Chi credete di essere per permettervi di criticare una teoria, quella del mondo multipolare, che è difesa e diffusa da un partito comunista come quello cinese, a confronto del quale siete una nullità?”: è la domanda, a volte muta e a volte aperta, che alcuni sostenitori del multipolarismo ci rivolgono.

Noi non diciamo che il Partito Comunista Cinese (Pcc) e il governo della Repubblica Popolare Cinese (RPC) sbagliano a sostenere e far valere la linea del multipolarismo, cioè della convivenza pacifica tra paesi indipendentemente dal sistema sociale vigente in ciascuno di essi. Noi critichiamo i partiti, gruppi e singoli comunisti che nei paesi imperialisti propugnano la linea del multipolarismo, perché li porta a trascurare la lotta per l’instaurazione del socialismo nel proprio paese, cioè proprio l’opera che il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria ha confermato essere determinante per arrivare a un mondo di pace, di progresso e di collaborazione tra paesi. Per essi significa puntare non sullo sviluppo della lotta di classe nei paesi imperialisti, ma sull’azione degli Stati che si oppongono agli imperialisti Usa e alla Comunità Internazionale da questi dominata: per alcuni più sulla RPC, per altri più sulla Federazione Russa (FR) e per altri ancora su una combinazione di entrambi.

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Le Edizioni Rapporti Sociali hanno ripreso la pubblicazione delle Opere di Stalin

(n)PCI – Avviso ai naviganti n. 129, 22 agosto 2023

“Che cosa occorre perché i proletari vincano in Occidente? Innanzitutto la fiducia nelle proprie forze, la coscienza che la classe operaia è capace di fare a meno della borghesia, che la classe operaia è non solo capace di demolire ciò che è vecchio, ma anche di edificare il nuovo, di edificare il Socialismo. Tutta l’attività della socialdemocrazia [leggi oggi “sinistra borghese”, ndr.] consiste nell’istillare negli operai lo scetticismo, la sfiducia nelle proprie forze, la sfiducia nella possibilità di conseguire con la forza la vittoria. Tutto il nostro lavoro, la nostra edificazione hanno questo significato: convincono la classe operaia dei paesi capitalisti che la classe operaia è capace di fare a meno della borghesia e di costruire una nuova società con le proprie forze” – Stalin

[Leggi tuttoPagina Fb delle ERS]

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