A Palazzo Madama la 9^ Commissione del Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) in questi minuiti sta approvando l’emendamento del senatore Salvo Pogliese (Fratelli d’Italia) presentato al Decreto sulla Legge annuale mercato e concorrenza 2022. “Al fine di potenziare la rete mobile e garantire a utenti e imprese l’offerta di servizi di connettività di elevata qualità, senza pregiudizio per la salute pubblica”. Il testo è frutto dei vantaggi da garantire all’industria delle telecomunicazioni 5G, aumentando drasticamente il tutta Italia l’inquinamento elettromagnetico. Superato il parere di ammissibilità espresso dall’Ufficio Legislativo del Senato, l’emendamento è ora al voto e approvazione della Commissione.
Si passerebbe dai prudenziali e cautelativi (ma già non pienamente protettivi) 6 V/m ai più pericolosi e alti a 15 V/m per l’intensità di campo elettrico. Si tratta di un’impennata di ben 3 volte rispetto alle soglie attuali, in vigore da 25 anni, con gli effetti di finire poi a 0,037 A/m per l’intensità di campo magnetico e 0,52 V/m2 come densità di potenza.
Ignorate così le 65.000 firme di cittadini contrari consegnate dall’Alleanza Italiana Stop5G al Ministero della Salute e gli appelli alla minimizzazione del rischio sanitario e ambientale lanciati questa estate da parte della comunità medico-scientifica internazionale. Vano pure l’invito last-minute ad accantonare l’emendamento “occorre, piuttosto, chiedersi – ha scritto Ecoland – perché il mondo delle Telco spinge con insistenza per ottenere limiti meno stringenti, a fronte di una letteratura scientifica ed epidemiologica che ne sconsiglierebbe un approccio elastico.”
Approvato l’emendamento, il decreto legge dovrà passare per il voto in Parlamento. Poi altri 120 giorni per completare l’iter che comprende i pareri della Conferenza Stato-Regioni (dentro ci sono anche i sindaci dell’ANCI) e del CIPRIE (Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico). Il testo oggi a Palazzo Madama prevede che se anche non dovesse essere trovata un’intesa con CIPRIE e Regioni (presumibile un’opposizione dei sindaci contrariati dai territori), alla fine si arriverebbe comunque al tetto dei 15 V/m che, in assenza di un’abrogazione del decreto Monti sulla rilevazioni nelle 24 ore e non dei 6 minuti, significherebbero però già anche 20 V/m camuffate da un tecnicismo senza eguali al mondo. Da qui allo step finale, se il cronoprogramma non avrà intoppi, verso la primavera del 2024 (Marzo-Aprile?) dovrebbe arrivare il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, cioé il DPCM con cui Giorgia Meloni aumenterà per legge l’elettrosmog in tutta Italia. La pietra tombale sulla questione nella conversione degli italiani in vere e proprie cavie umane per una sperimentazione a cielo aperto senza precedenti. |