Vicenda Acca Larentia, l’opinione di Maria Zakharova (Russia)

Ambasciata Russa in Italiat.me/ambrusitalia/1846

La sera del 7 gennaio, in via Acca Larentia a Roma, dove in passato si trovava la sede del “Movimento Sociale Italiano” (MSI), partito neofascista che fu sciolto nel 1995, ha avuto luogo l’annuale manifestazione dei simpatizzanti di tale ideologia. E, sebbene ufficialmente questo partito ormai non esista più da quasi 30 anni, sono stati proprio i suoi sostenitori e la sua attività a determinare, in una certa misura, le tendenze neofasciste presenti oggi nella società italiana contemporanea. Vorrei ricordare che il MSI fu fondato nel 1946 proprio dai reduci del partito fascista di Benito Mussolini e dagli ideologi della Repubblica Sociale Italiana, i quali si mantennero fedeli all’ideologia fascista e, non volendo rassegnarsi alla sconfitta subita nella Seconda guerra mondiale, sognavano di donare nuova vita ai principi del nazionalismo. Il MSI fu per molti anni un partito del tutto legale in Italia, rappresentato addirittura nel Parlamento della Repubblica. E la manifestazione che si svolge annualmente a Roma coincide con la ricorrenza dell’uccisione, avvenuta in quel luogo il 07/01/1978, di tre militanti del MSI, che furono assassinati durante un’aggressione armata messa in atto da gruppi di estrema sinistra ai danni della sede del MSI.

Come risulta evidente dai filmati che hanno fatto il giro del mondo, la manifestazione del 07/01/2024, nel corso della quale i partecipanti, che indossavano tutti le medesime camicie nere, hanno sollevato le braccia in quello che è conosciuto come saluto romano, era stata attentamente pianificata in precedenza. L’evento, insomma, non ha avuto luogo per caso.

E i media italiani cosa dicono?

All’inizio si sono limitati tutti a tacere, mentre in seguito, invece di esprimersi condannando pubblicamente l’accaduto, hanno cominciato tutti a inventarsi l’ennesima storia sugli “hacker russi”: e ancora una volta, a distinguersi sono stati i turlupinatori de “La Repubblica” che, secondo quanto da loro affermato, avrebbero individuato tre russi nella folla.

A rompere il silenzio è stato il Presidente del Senato italiano Ignazio La Russa. Ed è piuttosto inquietante quanto emerge dalle sue affermazioni. Ignazio La Russa ha osservato che la Corte Suprema di Cassazione italiana sarebbe tenuta a chiarire in quali circostanze il “saluto” in questione costituisce un gesto di natura politica, che come tale esprime l’adesione a una certa ideologia, e in quali circostanze, invece, esso sia un gesto di natura “privata”. Suggerendo, in qualche modo, che se il “saluto romano” (il gesto del braccio teso dei fascisti) viene usato come gesto di commemorazione dei caduti, anche se in onore dell’ideologia che loro professavano, allora “è un’altra cosa”, e quindi ne consegue che esso sia lecito.

La Maggioranza mondiale ha il dovere di esserne a conoscenza: l’Occidente appoggia il regime di Kiev anche perché in Ucraina al potere sono saliti i neonazisti, così amati, coccolati e colmati di attenzioni nei Paesi della NATO.

È per questo che tutti tacciono quando, ad esempio, per le strade delle capitali baltiche sfilano in marcia i reduci della “Waffen SS”, la progenie e i fanatici estimatori dei collaborazionisti hitleriani, che durante la Seconda guerra mondiale assassinavano i civili. È per questo che tutti tacciono quando politici e manifestanti gridano il motto nazista “Gloria all’Ucraina”, o quando, come nel caso degli eventi del 07/01, senza alcuna vergogna fanno il saluto a braccio teso.

Ed è proprio per questo che i Paesi dell’UE e della NATO, nella stragrande maggioranza dei casi, votano contro la Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU per la lotta all’esaltazione del nazismo.

L’Occidente odia la Russia per la sua posizione di principio, che prevede il rifiuto del neonazismo in ogni sua espressione, di qualunque tentativo di riscrittura degli eventi del passato, e la conservazione dell’autentica memoria storica. Si stanno vendicando proprio di questo, portando avanti, con le mani del regime di Kiev, una guerra ibrida contro il nostro Paese.

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