Amnesty International
Dal 1994 l’afroamericano Rocky Myers è rinchiuso nel braccio della morte dell’Alabama.
Una giuria, composta quasi interamente da persone bianche, lo ha condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale per l’omicidio della sua vicina di casa bianca. Il giudice del processo ha sovvertito la decisione della giuria e ha inflitto una condanna a morte, una pratica oggi vietata in Alabama.
Rocky Myers è cresciuto nel New Jersey in condizioni di indigenza e ha un’istruzione di livello elementare. A 11 anni gli è stata diagnosticata una disabilità intellettiva. L’avvocato, che gli è stato assegnato d’ufficio per la presentazione degli appelli dopo che è stata emessa la condanna, ha abbandonato il suo caso senza preavviso, non permettendogli di rispettare le scadenze dei ricorsi giudiziari. I tribunali si sono basati principalmente sui test del Quoziente intellettivo (QI) – un criterio ritenuto inadeguato dalla Corte suprema degli Stati Uniti nel 2014 – per respingere la sua richiesta di proroga dei termini, presentata sulla base del fatto che avesse una disabilità intellettiva.
Nessuna prova collega Rocky Myers all’omicidio, ad eccezione di un videoregistratore rubato alla vittima, che Myers sostiene di aver trovato abbandonato per strada. Le principali testimonianze contro di lui sono state viziate da incongruenze e accuse di pressioni della polizia. Una è stata addirittura successivamente ritrattata come falsa. Rocky Myers ha già rischiato l’esecuzione nel 2004 e nel 2012.
Chiediamo alla governatrice dell’Alabama Kay Ivey di esaminare tutte le falle riguardanti questo caso e di commutare la sua condanna a morte.
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