Kamala Harris, vicepresidente degli USA nonché neo-paladina della sinistra al caviale, (chi ha sconfitto Trump viene considerato senza alcuno spirito critico la perfezione in persona*) poche ore fa, a Monaco di Baviera ha osato dire: “Stiamo parlando di una possibile guerra in Europa. Sono passati più di 70 anni, e in questi 70 anni c’è stata pace e sicurezza”.
In realtà la NATO aveva già riportato la guerra in Europa. Lo fece tra il 24 marzo ed il 10 giugno del 1999 quando Belgrado, una grande capitale europea, venne colpita da violentissimi bombardamenti. Le vittime furono moltissime anche tra i civili. Parliamo di più di 3000 morti di cui 89 bambini.
L’operazione Allied Force fu decisa dall’allora Presidente USA Bill Clinton assieme al segretario di Stato Madeleine Albright. Tre anni prima Lesley Stahl, una giornalista della Cbs, intervistò proprio la Albright (all’epoca era ambasciatrice USA alle Nazioni Unite) e le chiese se fosse valsa la pena imporre sanzioni all’Iraq, sanzioni, lo ricordo, che negli anni provocarono la morte di migliaia di bambini. La Albright rispose che, sebbene fosse stata una scelta difficile, ne era valsa la pena. Chissà, forse fu grazie al suo cinismo che Clinton la scelse come segretario di Stato.
Grazie ai bombardamenti su Belgrado gli USA ottennero una serie di vantaggi:
1. Un indebolimento politico dell’Europa
2. Colpirono la Serbia, storico alleato della Russia, in un momento di grande debolezza della Russia stessa (Presidente della Federazione russa era Boris El’cin, Putin sarebbe arrivato pochi mesi dopo).
3. Dimostrarono al mondo intero la loro forza ed ebbero conferma del disinteresse collettivo riguardo ai danni collaterali. Pensate, durante i raid venne “casualmente” colpita l’ambasciata cinese a Belgrado e morirono tre giornalisti.
4. Realizzarono in Kosovo, nel distretto di Ferizaj, una delle più grandi basi militari al di fuori del territorio USA, base che ancora oggi ospita centinaia di migliaia di soldati nel cuore dell’Europa.
Con le bombe sull’ex-Jugoslavia gli USA riportarono la guerra in Europa cinquantaquattro anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Forse questo la Harris lo ha dimenticato.
Noi cerchiamo di non dimenticare il passato anche perché ci aiuta a comprendere il presente. Ricordiamoci che una guerra in Ucraina non serve agli interessi europei (e neppure a quelli russi). Che la demonizzazione della Russia è controproducente (spingere Mosca nelle braccia di Pechino è un errore storico che l’Europa non può commettere) e, soprattutto, come tra l’altro ha anche detto Prodi, non certo un novello Che Guevara o Thomas Sankara, che “c’è una profonda differenza tra UE e NATO, sto dicendo che bisogna far valere questo aspetto. La sicurezza all’UE è garantita dalla NATO e noi dobbiamo essere fedeli nella NATO ma i confini della NATO dobbiamo gestirli noi europei”.
Oggi più che mai atlantismo ed europeismo (quello vero), sono concetti diversi!
* Contrariamente a quel che raccontano io ho attaccato eccome Trump quando Trump era potente. L’ho attaccato quando ha ordinato l’omicidio di Soleimani, comandante dei pasdaran iraniani nonché nemico numero uno dell’Isis; l’ho attaccato quando ha deciso di spostare l’ambasciata USA a Gerusalemme soffiando sul fuoco di un conflitto sempre più grande; l’ho attaccato quando si è fidato di quel golpista di Guaidó; l’ho attaccato per la demonizzazione del governo cubano e per l’inasprimento dell’ignobile embargo verso Cuba.
Alessandro Di Battista
21/02/2022