L’ipocrita Draghi alle Camere chiama la pace, ma quella targata Nato

Dal bollettino Covid a quello di guerra, ecco in sostanza l’informativa tenuta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Con toni drammatici e voce sommessa, Draghi si è presentato questa mattina alle Camere, riportando come una radio degli anni 30 l’attuale situazione in Ucraina. Le mosse della Russia, che guadagna terreno, i complimenti per le coraggiose azioni dei soldati ucraini e il numero di sfollati sempre maggiore, questi i temi affrontanti in apertura.

Puntando molto su emotività e dramma, il presidente ha proseguito poi con il numero di cittadini ucraini che hanno dovuto lasciare la propria casa, donne, bambini e i 116 mila ucraini arrivati in Italia. Passando poi ad un crogiolo di applausi per la solidarietà degli italiani mostrata verso i profughi.

Breve passaggio poi sull’economia e sui prezzi, che come sottolinea Draghi, erano già in aumento e che con la guerra sono peggiorati ulteriormente. Sempre con un certa flemma tragica, il presidente fa sapere che alla crisi umanitaria potrebbe aggiungersi anche quella alimentare ed energetica.

In merito parlando di energie rinnovabili e indipendenza ha annunciato:

“Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno”.

Nessun accenno alle sanzioni occidentali contro la Russia, come se non avessero alcun impatto. È sempre colpa dell’invasore Putin.

L’ipocrisia della pace di Mario Draghi

Con ipocrisia e nessuna esitazione, Draghi ha parlato di pace e negoziati, della volontà di Italia, America ed Europa di raggiungere al più presto quest’obiettivo. Invio costante di armi e aperta ostilità a parte, forse il presidente non ha sentito la debolezza di queste affermazioni perché la pace che intende è quella della Nato, quella dove il grande esercito entra in guerra e annienta il pericolo russo.

Come se non bastasse, subito dopo Draghi ha aggiunto che l’Italia è assolutamente fedele all’Unione Europea e favorevole all’entrata dell’Ucraina nell’UE di cui si discuterà presto. Come se nessuno non notasse che se questo mai avvenisse, sarebbe la scusa perfetta per intervenire militarmente, Italia e alleati. Ricordiamo infatti il patto di reciproca difesa, che stabilisce che i paesi dell’UE sono obbligati ad assistere uno Stato membro “vittima di un’aggressione armata sul suo territorio”. Altro che pace.

Ma non finisce qui:

“Dobbiamo continuare a mantenere alta la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni perché dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati”

In realtà le sanzioni, con il sesto pacchetto in arrivo, hanno fatto più male a noi che al gigante rosso, e fra tutti gli effetti non hanno prodotto pace, ma rabbia.

Sempre perché l’Italia desidera fortemente la pace, Draghi felice ha annunciato l’aumento dello sforzo Nato sul fronte orientale, a cui l’Italia partecipa con l’invio di soldati. Si è congratulato poi con Finlandia e Svezia per l’adesione alla NATO, affermando che l’Italia appoggia con convinzione la richiesta. Dovrebbe però parlare di governo italiano e non di Italia.

Interessante e allo stesso tempo preoccupante, l’annuncio di una “difesa comune europea” da affiancare alla NATO: razionalizzazione della spesa militare, coordinamento per investire nella sicurezza e miglioramento delle capacità di difesa. Quindi per la pace, serviranno altre armi, altra guerra.

Sembra proprio di sentire il Grande Fratello, la guerra è pace.

Arianna Graziato

19/05/2022

MARIO DRAGHI ALLE CAMERE: CHIAMA LA PACE, MA INCITA ALLA GUERRA? (byoblu.com)

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