Trieste 25 febbraio: Contro guerra e armi italiane in Ucraina, incontro con Antonio Mazzeo

Sabato 25 febbraio 2023 a Trieste incontro con il giornalista e antimilitarista siciliano Antonio Mazzeo, presso la Sala Unicusano alle ore 18:00 in Via Fabio Severo n. 14/A.

 

CONTRO LA GUERRA E L’INVIO DI ARMI ITALIANE IN UCRAINA
I COSTI AMBIENTALI DELLE GUERRE E IL RUOLO DEL PORTO DI TRIESTE

ORE 18, SALA UNICUSANO VIA FABIO SEVERO 14/A (TS)
INCONTRO CON ANTONIO MAZZEO, GIORNALISTA E ANTIMILITARISTA SICILIANO

NELL’AMBITO DELLA MOBILITAZIONE NAZIONALE PROMOSSA DAI PORTUALI A GENOVA, LE INIZIATIVE DI “DISARMISTI ESIGENTI” E “NOWAR” A ROMA, MILANO E ALTRE CITTA’, LA MANIFESTAZIONE CONTRO IL MUOS DI NISCEMI IN SICILIA E LE INIZIATIVE DELLA RETE “EUROPE FOR PEACE” IN MOLTE CITTA’ D’ITALIA

La propaganda mainstream ci rende colpevoli del disastro ambientale e stigmatizza lo stile di vita e i consumi dei cittadini, anche dei più poveri, tacendo i costi ecologici e sociali di guerre e spese militari in aumento in tutto il mondo.

Basi come Aviano nella nostra regione e la bresciana Ghedi ospitano decine di ordigni nucleari, e come tutte le basi Nato sono responsabili dell’inquinamento di acque e terreni circostanti, anche presso riserve naturali. A ridosso dei poligoni di tiro in Sardegna si contano tumori su persone ed animali in numeri preoccupanti. A disposizione delle forze armate vi sono armi all’uranio impoverito, di cui civili e soldati sono stati vittime nelle guerre “per la Pace”. Le ripercussioni sulla salute di potentissimi sistemi di comunicazione militare come il MUOS di Niscemi in Sicilia sono state accertate. La proliferazione di laboratori biologici per l’ingegnerizzazione di agenti patogeni ad uso bellico pone seri interrogativi su origine e modalità di diffusione del COVID 19.

Le emissioni di CO2 prodotte dal comparto militare sono quantificate in un 15-20% del totale e sono state scandalosamente escluse dagli Accordi di Parigi per la lotta al cambiamento climatico.

Lo status di disarmo e neutralità della Città e del Porto di Trieste, stabilito dal Trattato di Pace con l’Italia nel 1947, viene sistematicamente violato dal transito di armi verso Paesi in guerra o che violano gravemente i Diritti Umani, e dalla presenza nel Golfo, anche nella vicina Capodistria in Slovenia, di navi o sottomarini a propulsione nucleare che possono detenere a bordo armi di distruzione di massa.L’esclusione del Golfo di Trieste dal transito di navi nucleari militari è stata proposta alle Nazioni Unite, ai sensi del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari e del Trattato di Pace.

La Tavola per la Pace del Friuli Venezia Giulia ha interrogato le prefetture di Trieste e Pordenone in merito alla presenza di Piani d’emergenza, dovuti per legge (per quanto valgano nell’ipotesi di una catastrofe) in caso di incidenti nucleari militari alla base di Aviano e nel porto di Trieste, senza ricevere risposte. Nel mentre, l’escalation nucleare appare una concreta possibilità alla luce della guerra in Ucraina.

Già prima di questa guerra, le misure governative relative alla pandemia hanno dato a molti la sensazione di vivere una sorta di preparazione per uno stato autoritario. L’evoluzione del coinvolgimento italiano nel conflitto fra Russia e Nato in Ucraina conferma questa lettura, tanto più dopo che il ministro Urso ha messo i porti di Venezia e Trieste a disposizione di Kiev.

INSIEME A TUTTE LE LOCALITÀ COINVOLTE NELLE MANIFESTAZIONI, TRIESTE DICE NO ALLA PRODUZIONE E AL TRAFFICO DI ARMI NEL SUO PORTO FRANCO INTERNAZIONALE, SMILITARIZZATO E NEUTRALE IN BASE AL TRATTATO DI PACE E ALLA RISOLUZIONE 16 DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE

Coordinamento No Green Pass e Oltre – Trieste
e-mail: nogreenpasstrieste@riseup.net Telegram: t.me/nogreenpasstrieste

Sharing - Condividi