L’ANSA intervista la Rappresentante del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova

Ambasciata Federazione Russa in Italia

Intervista della Rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa Maria Zakharova all’agenzia di stampa italiana “ANSA” (mid.ru)

 

Intervista della Rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa Maria Zakharova all’agenzia di stampa italiana “ANSA”

 

Domanda: I profitti dalle esportazioni di petrolio e gas stanno diminuendo notevolmente, il rublo è crollato e l’inflazione è in aumento. Allo stesso tempo, i droni volano a Mosca quasi ogni giorno. Per quanto tempo ancora la Russia potrà continuare questo conflitto?

Risposta: Lei mi fa ridere. Gli Stati Uniti contavano che noi non avremmo resistito neanche un mese nel 2022 dopo che ci abbiano fatto cascare adosso (traduzione letterale – ndt) (oppure abbiano imposto), secondo le loro stesse parole, “sanzioni infernali”. E su una cosa hanno ragione: si stanno comportando da veri demoni e né l’Italia, né la Germania, né la Francia, né la Gran Bretagna, né gli stessi Stati Uniti non si sarebbero ripresi da tali sanzioni. Qualsiasi Paese della NATO sarebbe crollato nel giro di una settimana. Mentre noi viviamo, ci sviluppiamo, andiamo avanti. La nostra economia sta crescendo a un buon ritmo. Nonostante, e lo dobbiamo dire apertamente, le previsioni pessimistiche che sono state e sono tuttora formulate da alcuni esperti, in primo luogo, ovviamente, quelli occidentali, la Russia ha fatto parte delle “prime cinque” maggiori economie del mondo in base ai risultati del 2022, nonostante tutte queste previsioni. Secondo la Banca Mondiale, la Federazione Russa si è messa avanti, ha superato l’eurogrande, la Repubblica Federale Tedesca, in termini di parità di potere d’acquisto e di dimensioni dell’economia. Questo è uno degli indicatori più importanti. Così nel secondo trimestre di quest’anno il prodotto interno lordo è cresciuto del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Va detto inoltre che i settori non legati all’estrazione di risorse naturali tra cui il petrolio e il gas stanno crescendo a un ritmo più elevato.

Con alcuni Stati i cui leader non cedono alle becere pressioni esterne ma sono guidati non dagli interessi dei terzi ma dai propri interessi nazionali, il volume del nostro commercio reciproco è aumentato non di decine di punti percentuali bensì in modo esponenziale e ora continua a crescere ulteriormente.

Le nostre risorse naturali vengono acquistate nonostante i “tetti di prezzo” imposti. Il carburante russo a un prezzo competitivo consente ai Paesi amici di contenere la crescita dei prezzi e di aumentare la produzione industriale e agricola. Con ciò si rafforza la loro sicurezza energetica e la loro sostenibilità economica.

E questa realtà fa inorridire l’intero asse del male della NATO (e voi siete l’asse del male, ovviamente). Abbiamo la verità e tutto il mondo libero dietro di noi. Mentre dietro la NATO ci sono le “bolle di sapone”, la sete di denaro e di potere e la nostalgia del colonialismo.

Ora, a proposito di “quanto tempo possiamo resistere”. Come si suol dire da noi, non lo vedrete arrivare. Ci siamo uniti, sappiamo che stiamo andando fino alla fine, vediamo che la verità sta dalla nostra parte.

E un po’ di fatti che il pubblico occidentale non capisce.

Oggi la Russia è praticamente sola a fronteggiare il conglomerato militare-industriale NATO-Ucraina in cui l’Ucraina svolge il ruolo da piazza d’armi, campo di battaglia e strumento di lotta armata contro la Russia, mentre i Paesi occidentali svolgono le funzioni del quartier generale, della retroguardia, del fornitore di armi, dell’intelligence e dell’indicatore di obbiettivi.

Il regime di Kiev sta infatti utilizzando attivamente i droni per attaccare infrastrutture civili e i civili stessi. Vediamo in queste azioni di Kiev e dei suoi curatori da parte della NATO un vile tentativo di vendicarsi in rabbia impotente su strutture civili e sui cittadini per il fallimento della cosiddetta “controffensiva” e per l’incapacità di cambiare la situazione sulla linea di contatto combattivo a loro favore, nonostante i massicci aiuti occidentali.

Per quanto riguarda la durata dell’operazione militare speciale, essa dipende in notevole misura dalla rapidità con cui Kiev e l’Occidente si renderanno conto che non tollereremo l’esistenza di uno Stato apertamente antirusso ai nostri confini, qualunque questi confini siano. Questo è impossibile dal punto di vista sia della sicurezza della Russia che da quello della sicurezza di qualsiasi altro Stato.

Domanda: Un alto funzionario della NATO, Stian Jenssen, ha ipotizzato che l’Ucraina possa cedere  suoi territori alla Russia in cambio di un ingresso nella NATO. Qual è la sua opinione sulla possibile diffusione in Occidente dell’idea di cedere parte del territorio dell’Ucraina? La Russia potrebbe essere soddisfatta di questo compromesso? E cos’altro potrebbe offrire in cambio la Russia?

Risposta: Si tratta di una bufala  per far abituare gradualmente Kiev all’idea che la NATO non combatterà per l’Ucraina. Per l’ufficiosità occidentale la soluzione della crisi ucraina con mezzi diplomatici non è una priorità. Il piano dell’Occidente è di prolungare il conflitto per condurre una guerra di logoramento con la Russia con le mani del regime di Kiev. Allo stesso tempo le perdite degli ucraini non hanno alcuna importanza per la NATO. Per l’Alleanza non sono altro che un materiale di consumo per raggiungere gli obiettivi geopolitici.

Per di più non è del tutto chiaro di quali concessioni territoriali si tratti. La Crimea e Sebastopoli, la DNR e la LNR, le regioni di Zaporizhzhia e Kherson sono entrate a far parte della Federazione Russa nel pieno rispetto del diritto internazionale nell’ambito del diritto all’autodeterminazione in conformità con la Dichiarazione  del 1970 sui principi di diritto internazionale al riguardo delle relazioni amichevoli e alla cooperazione tra gli Stati in conformità con la Carta delle Nazioni Unite. Gli abitanti di questi territori hanno votato in referendum a favore dell’indipendenza e dell’adesione alla Russia. Il fatto che queste regioni fanno parte del nostro Paese è una realtà oggettiva.

A proposito, ha sentito cosa dicono da un anno e mezzo i Blinken, i Borrell, gli Stoltenberg? Hanno detto che tutto deve essere deciso sul campo di battaglia. Con le loro dichiarazioni hanno rafforzato la nostra posizione, cioè dal punto di vista del diritto internazionale abbiamo incorporato legalmente i nuovi territori nella Russia e sul campo di battaglia, come dicono gli occidentali, li abbiamo difesi.

I nostri requisiti per risolvere la crisi della sicurezza europea provocata da Washington e da Bruxelles sono noti a tutti. In primo luogo è necessario concordare i parametri delle garanzie di sicurezza che devono fornire reciprocamente la Russia e l’Occidente nello spirito delle proposte che abbiamo fatto agli Stati Uniti e alla NATO nel dicembre 2021.

Gli Stati Uniti e i loro alleati devono finalmente imparare che lo scopo dell’operazione militare speciale non è quello di impadronirsi del territorio ucraino bensì di ottenere la sua denazificazione e la smilitarizzione e la garanzia dello status di Paese non allineato. Solo in questo caso si potrà parlare dell’eliminazione delle minacce alla sicurezza della Russia e dei suoi cittadini.

Domanda: Durante la sua visita a Mosca né iPresidente Vladimir Putin né il Ministro degli Affari Esteri Sergey Lavrov hanno ricevuto il cardinale Matteo Maria Zuppi, mentre il Presidente americano Joe Biden ha avuto con lui un colloquio di due ore a Washington. Significa forse che la Russia non crede nell’iniziativa di pace del Vaticano?

Risposta: Credo che la sua domanda non sia formulata  del tutto correttamente. Le relazioni tra Mosca e il Vaticano anche oggi, a differenza della maggior parte degli altri Paesi europei, sono ancora caratterizzate da un approccio reciprocamente rispettoso e costruttivo nei confronti della creazione di un dialogo bilaterale. La Russia ha più volte sottolineato di apprezzare molto la linea equilibrata del Vaticano sul conflitto in Ucraina e gli sforzi della Santa Sede e di Papa Francesco personalmente per cercare una soluzione pacifica che purtroppo sono apertamente respinti dal regime di Kiev.

Mosca rimane aperta ai contatti con tutti i Paesi che cercano di contribuire al ripristino della pace. È per questo motivo che il cardinale  Zuppi è stato ricevuto a Mosca il 27 giugno di quest’anno, non appena la parte vaticana si è rivolta a noi con una richiesta in tal senso. In effetti, l’agenda fittissima del Presidente della Russia Vladimir Putin e del ministro degli Esteri Sergey Lavrov hanno impedito di incontrare il cardinale, tuttavia il programma della sua visita a Mosca è stato estremamente ricco. Ci sono stati due colloqui con l’assistente del Presidente, Yuri Ushakov, che ben dimostra l’importanza che Mosca attribuisce al dialogo con la Santa Sede sull’Ucraina, nonché incontri separati con l’incaricata del Presidente della Federazione russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, e con il Patriarca  di Mosca e di tutte le Russie Kirill.

Vorrei sottolineare che il dialogo con il Vaticano continua. Il nostro Paese è pronto a cooperare con tutti coloro che cercano di promuovere una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina tenendo conto degli interessi della Russia ben noti a tutti e delle realtà esistenti.

Domanda: Ci sarà un giorno in cui la Russia e l’Italia torneranno amiche come sono state in passato?

Risposta: Purtroppo tutto fa pensare che l’attuale profonda crisi delle relazioni bilaterali durerà a lungo. Navigando disciplinatamente nella scia degli Stati Uniti l’Italia ha scelto un percorso di smantellamento mirato del pluridecennale complesso di cooperazione italo-russa in vari settori, fornisce all’Ucraina armi ed equipaggiamenti militari sempre più pesanti e letali utilizzati dalle forze armate d’Ucraina anche per attacchi contro il territorio russo. Roma ha appoggiato pienamente la guerra ibrida dell’Occidente che mira ad esaurire e indebolire la Russia minando la sua posizione internazionale, limitando la sua sovranità e la sua capacità di perseguire una politica interna ed estera indipendente. Se ad alcuni sembra che tali azioni passino inosservate alla leadership russa e ai nostri cittadini, non è così. Sono state tratte tutte le conclusioni necessarie.

Allo stesso tempo, abbiamo molti buoni legami con l’Italia e il suo meraviglioso popolo, che, lo sappiamo bene, nonostante le esercitazioni russofobe di tutti i tipi dei media di mainstream a pagamento, mantiene una profonda simpatia e interesse per la Russia,  per la sua cultura e per il suo popolo. Il Trattato di Amicizia e Cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana  firmato a Mosca il 14 ottobre 1994 rimane in vigore.

Mi sembra che prima o poi le ragioni economiche, la vicinanza culturale e storica dei popoli, le necessità oggettive dello sviluppo globale porteranno la leadership italiana a comprendere la necessità di ripristinare i legami bilaterali oggi distrutti e a rifiutarsi di sostenere il regime terroristico neonazista  di Kiev. A queste condizioni la Russia sarà aperta a rilanciare l’intera gamma di relazioni con l’Italia sui principi del rispetto reciproco, dell’uguaglianza e della considerazione dei legittimi interessi di ciascuno compresi quelli nel campo della sicurezza.

È ora che il governo italiano abbia un’illuminazione e veda le vere cause della crisi mondiale creata dall’Occidente.

Si ricorda della crisi economica del 2008 devastante per l’economia mondiale? Non è nata da sola. Le sue cause sono state lo “scoppio della bolla” del mercato immobiliare americano. Le manipolazioni immobiliari non potevano più essere coperte da Washington e questo segmento dell’economia americana in quel momento è crollato trascinandosi dietro il mondo intero. A salvare l’economia mondiale non sono stati gli Stati Uniti, né il famigerato G7 economico, ma il resto dei Paesi vittime delle piramidi finanziarie americane. Gli Stati si sono uniti nel G20 e hanno iniziato a guidare il mondo fuori dalla crisi.

E anche ora il crollo, ma questa volta, delle manipolazioni politico-internazionali americane ha portato alla crisi ucraina. Invece di riconoscere i loro errori criminali come l’interferenza negli affari interni dell’Ucraina, l’organizzazione lì dei colpi di Stato e la sponsorizzazione di regimi nazionalisti, hanno iniziato a persistere nella loro giustezza e a dimostrare che potranno continuare a imporre la loro volontà alla regione. Ma in realtà il piano anglosassone era molto più insidioso, cioè l’Ucraina con il suo regime fantoccio è solo uno strumento, gli obiettivi diretti, come sembra, sono la Russia e la Cina, e il colpo indiretto ma il più forte ha subito l’UE. Non so se la signora Meloni giochi a biliardo, se no che le si spieghi cos’è la “carambola”.

 

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