Giornate di mobilitazione per Khaled El Qaisi sotto le sedi RAI (30/9 – 02/10)

Il 30 settembre alle 10:30 sit-in sotto le sedi RAI, il 2 ottobre alle ore 18:00 sotto la sede RAI di Corso Sempione a Milano.

 

30 SETTEMBRE 2023 – GIORNATA DI MOBILITAZIONE PER KHALED EL QAISI
SIT-IN DAVANTI ALLE SEDI RAI

Da ormai un mese Khaled El Qaisi, italo-palestinese, si trova nelle carceri israeliane senza un’accusa e senza che vi siano le minime condizioni per un giusto processo, in violazione del diritto internazionale.
I media, e in particolare la Rai, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, tacciono. Non solo davanti al trattamento riservato a un cittadino palestinese, ma in questo caso a un cittadino italiano.
E’ evidente che questo silenzio sia dovuto a ragioni politiche. Pensiamo a un caso analogo: la massiccia campagna per la liberazione di Patrick Zaky è stata giustificata dal fatto che lui fosse sottoposto a una persecuzione politica e dall’elevato rischio di tortura. Gli stessi elementi sono presenti nel caso di Khaled, ma in maniera ancora più grave: nelle carceri israeliane infatti non c’è il rischio della tortura, bensì la certtezza quasi assoluta, come dicono i rapporti ONU, dell’Unione Europea, delle associazioni palestinesi e israeliane.

Associazione Amicizia Sardegna Palestina

 

Presidi RAI

 


 

LIBERTA’ PER KHALED
LUNEDI’ 2 OTTOBRE ORE 18 SOTTO LA SEDE RAI (C.SO SEMPIONE 27)

L’appello condiviso di tutte le realtà che partecipano alle mobilitazioni:

Da ormai un mese Khaled El Qaisi si trova nelle carceri israeliane senza un’accusa e senza che vi siano le minime condizioni per un giusto processo, in violazione del diritto internazionale.

I media, e in particolare la Rai, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, tacciono. Non solo davanti al trattamento riservato a un cittadino palestinese, tacciono davanti al trattamento riservato ad un cittadino italiano.

Per Khaled, dal 31 agosto prigioniero nel carcere israeliano di Petah Tikwa, la sospensione del diritto alla difesa e il diniego di giusto processo costituiscono gravi violazioni dei diritti umani. Inoltre, le condizioni di detenzione a cui è sottoposto, tra cui privazione del sonno, minacce, offese verbali e imposizione prolungata di posizioni di stress, sono potenzialmente riconducibili a un crimine di diritto internazionale.
Le autorità israeliane hanno arrestato un cittadino straniero in un territorio che occupano militarmente e lo hanno deportato al di fuori di quel territorio. Lo Statuto di Roma, di cui sia l’Italia che la Palestina sono firmatarie, afferma che la deportazione, il trasferimento e la detenzione illegale sono crimini di guerra. Perché questi fatti sono trascurati dalle istituzioni e dai media?

La salvaguardia dei rapporti tra stati è più importante del rispetto del diritto internazionale e della libertà di Khaled?

È un dovere per lo stato italiano attivarsi con ogni mezzo necessario, affinché un proprio cittadino arrestato senza accusa in uno Stato straniero venga liberato e veda i propri diritti rispettati. E’ un dovere per i media italiani fare una corretta analisi e informazione nel rispetto della persona e dei diritti di un proprio concittadino.

Per aggiornamenti:      https://freekhaled.noblogs.org/

 

 

Khaled

 


 

BDS ITALIA ADERISCE ALLA MOBILITAZIONE NAZIONALE PER LA LIBERAZIONE DI KHALED EL QAISI
Il 31 agosto, Khaled El Qaisi, cittadino italo-palestinese, è stato arrestato dalle forze di occupazione israeliane alla frontiera tra Territori Palestinesi Occupati e Giordania, mentre tornava in Italia con la famiglia. Khaled è rinchiuso nelle carceri israeliane da quasi un mese, senza accuse e senza processo, in flagrante violazione del diritto internazionale che vieta il trasferimento forzato di un cittadino, anche straniero, da un territorio occupato militarmente in un altro, in questo caso Israele.
Khaled è sottoposto a privazione del sonno, minacce, offese verbali e all’imposizione prolungata di posizioni di stress, per minarne il fisico e il morale e per umiliarlo. Purtroppo, quanto subito da Khaled è la normalità per tutti i palestinesi che vivono l’oppressione del regime israeliano di occupazione, colonialismo e di apartheid. Al momento nelle carceri israeliane ci sono circa 5.200 prigionieri politici palestinesi, di cui oltre 1.200 in detenzione amministrativa, senza accuse ne processo.
I media e la Rai, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, tacciono di fronte alle violazioni subite da Khaled. Come tacciono d’altronde sistematicamente di fronte ai crimini che Israele compie quotidianamente contro i Palestinesi, contribuendo a rafforzare la sua condizione di impunità.
È un dovere per i media italiani dare una corretta informazione sullo stato in cui si trova un proprio concittadino rinchiuso, senza motivi, nel carcere di un paese straniero. È un dovere per lo stato italiano attivarsi con ogni mezzo necessario, affinché un proprio cittadino arrestato senza accusa in uno stato straniero venga liberato e veda i propri diritti rispettati.
BDS Italia invita tutte e tutti a partecipare alle iniziative per la liberazione di Khaled.
Sabato 30 settembre mobilitiamoci davanti alle sedi Rai e delle maggiori emittenti televisive presenti nelle città italiane per chiedere la fine del silenzio dei media sulla sorte di Khaled e un intervento immediato e deciso dello stato italiano per la sua liberazione.
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Sulla pagina FB del Comitato Free Khaled trovate tutti gli appuntamenti nelle varie città.

 

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