Alessandro Di Battista – 07/10/2025
https://alessandrodibattista.substack.com/p/la-storia-non-e-iniziata-il-7-ottobre
C’è chi sostiene che se non ci fosse stato l’orrendo massacro del 7 ottobre non ci sarebbe il genocidio oggi in atto in Palestina. È chiaramente una menzogna, dato che la pulizia etnica realizzata dagli israeliani va avanti in Palestina da decenni. Leggo sui giornali che oggi c’è stato un “7 ottobre cupo” e che le commemorazioni delle comunità ebraiche si sono svolte sotto traccia su invito del Viminale per evitare aggressioni (io ricordo che la maggior parte delle aggressioni/minacce sono state realizzate negli ultimi mesi – e io ne so qualcosa – proprio da chi, sostenendo il sionismo, non accetta che esistano persone che reputano il sionismo un cancro). Ad ogni modo, è sacrosanto ricordare i morti del 7 ottobre, civili innocenti, bambini innocenti, assassinati in quanto israeliani. Allo stesso tempo, è sacrosanto ricordare non solo l’ultima fase del genocidio palestinese, quella iniziata per l’appunto proprio l’8 ottobre 2023, ma tutte le stragi sioniste che hanno preceduto il 7 ottobre.
E questo non per giustificare quella strage, perché chi giustifica non fa altro che aumentare le possibilità che il male si moltiplichi. No, nessuna giustificazione: comprendere un fenomeno non significa giustificare, significa armarsi di strumenti utili affinché l’orrore prima o poi finisca. Da decenni viene versato sangue in Palestina e si tratta, per lo più, di sangue palestinese, il sangue degli ultimi, degli occupati, di coloro descritti come terroristi anche quando si difendono legittimamente da un’aggressione straniera. E allora ricordiamo la Storia, quella Storia che non è certo iniziata il 7 ottobre. Qui riporto soltanto alcune delle stragi di palestinesi realizzate da chi ha sempre sognato la creazione della Grande Israele, dunque la pulizia etnica della Palestina e dei palestinesi.
1937: massacro di Haifa. 18 palestinesi vengono uccisi da una bomba collocata da bande sioniste all’interno del mercato della città.
1937: bomba a Gerusalemme. L’Irgun (l’organizzazione terroristica sionista guidata per anni da Menachem Begin, futuro premier di Israele) fa esplodere una bomba all’interno di un’autostazione: 2 morti.
1938: massacro di Haifa. Nel mercato della città l’Irgun colloca due contenitori per il latte colmi di tritolo. L’esplosione uccide 21 civili palestinesi e ne ferisce 52.
1938: massacro di Giaffa. Bomba piazzata dall’Irgun all’interno del mercato cittadino: 6 morti.
1938: massacro di Haifa. 33 arabi vengono uccisi in molteplici attacchi, di cui 24 da una bomba nel mercato arabo nel quartiere Suk di Haifa e 4 da una bomba nel mercato ortofrutticolo arabo a Gerusalemme.
1939: massacro di Gerusalemme. Alla Porta di Giaffa, 5 palestinesi vengono uccisi dall’esplosione di un ordigno.
1939: massacro di Haifa. 20 palestinesi vengono uccisi dall’esplosione di una bomba piazzata su un asino all’interno del mercato cittadino.
1945: attentato al King David Hotel a Gerusalemme. L’Irgun piazza una bomba all’interno del King David Hotel, il quartier generale amministrativo delle autorità britanniche nel mandato di Palestina. L’esplosione uccide 91 persone: 41 arabi, 28 britannici, 17 ebrei palestinesi, 2 armeni, un russo, una cittadina greca e un egiziano.
1947: massacro della raffineria petrolifera di Haifa. L’Irgun lancia una bomba contro i lavoratori arabi della raffineria uccidendo 6 persone. Parte allora la rappresaglia. I lavoratori arabi attaccano i lavoratori ebrei uccidendone 39. Fino ad allora nella raffineria lavoravano fianco a fianco e in assoluta tranquillità oltre 1000 operai arabi e quasi 300 ebrei.
1947: massacro di Al-Khisas. Miliziani del Palmach, le forze di combattimento degli insediamenti ebrei in Palestina, entrano nel villaggio di Al-Khisas per vendicare la morte di un ebreo senza avere alcuna prova che i responsabili vivessero in quel villaggio. Sparano agli uomini che incontrano e uccidono 15 palestinesi.
1947-1948: massacro di Balad al-Shaykh. Per vendicare gli ebrei uccisi nella raffineria di Haifa (uccisi dopo il primo attacco effettuato dai terroristi dell’Irgun), uomini del Palmach, la notte tra il 31 dicembre del 1947 e il 1° gennaio del 1948, attaccano i villaggi arabi di Balad al-Shaykh e Hawassa uccidendo quasi 70 persone e distruggendo decine di abitazioni. Ben Gurion, allora capo dell’Agenzia ebraica nonché primo Primo ministro di Israele, disse che l’attacco non era stato autorizzato ma nessun miliziano sionista pagò per l’eccidio commesso.
1948: massacro di Tantura. La 3ª Brigata “Alexandroni” dell’Haganah, l’organizzazione paramilitare sionista che operò durante il Mandato britannico della Palestina e che poi sarebbe confluita nell’esercito israeliano, conquista il villaggio arabo di Tantura (vicino ad Haifa) uccidendo tra i 200 e i 250 civili palestinesi disarmati.
1948: massacro di Deir Yassin. I combattenti dell’Irgun attaccano il villaggio di Deir Yassin vicino a Gerusalemme. Una volta conquistato il villaggio, tra le 120 e le 250 persone (tra i quali 30 neonati) vennero giustiziate in perfetto stile nazista dai terroristi sionisti. Alcuni mesi dopo Albert Einstein, Hannah Arendt e altri esponenti della comunità ebraica americana, in una lettera pubblicata dal New York Times, definirono terroristi e nazisti i metodi dell’Irgun, il cui leader, Menachem Begin, ripeto, divenne primo ministro di Israele.
1953: strage di Qibya. Un’unità militare israeliana guidata dal futuro premier Ariel Sharon attacca il villaggio palestinese di Qibya, allora sotto il controllo giordano, e uccide 69 civili palestinesi, due terzi dei quali donne e bambini. Le comunità ebraiche di mezzo mondo condannarono l’eccidio, così come il Dipartimento di Stato USA. Oggi il Dipartimento di Stato USA sostiene il genocidio palestinese e condanne da parte delle comunità ebraiche sono state pochissime.
1956: massacro di Khan Yunis. L’IDF entra nella città di Khan Yunis nella Striscia di Gaza (allora sotto il controllo egiziano) uccidendo casa per casa quasi 300 palestinesi durante un’operazione di ricerca dei Fedayn palestinesi. Oltre 100 palestinesi vengono uccisi analogamente nella città di Rafah.
1982: massacro di Sabra e Shatila. Nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila, a Beirut, campi abitati esclusivamente da civili, irrompono i falangisti libanesi (dopo aver ottenuto il permesso da parte dell’IDF, che li lascia fare per due giorni tutto quello che volevano) e sparano a tutto quel che si muove. Uccidono tra le 1000 e le 3500 persone, soprattutto anziani, donne e bambini. Molte vittime vengono assassinate con il machete. I falangisti erano guidati da Elie Hobeika, comandante delle milizie cristiano-maronite che operavano durante la guerra civile libanese. Elie Hobeika morì nel 2002 durante un attentato a Beirut. Alcuni giorni prima aveva dichiarato di voler testimoniare sul coinvolgimento di Ariel Sharon (che nel 1982 era ministro della Difesa di Israele) nelle stragi di Sabra e Shatila.
1990: massacro di Al-Aqsa. A Gerusalemme, nella spianata delle moschee, i soldati israeliani sedano nel sangue le proteste palestinesi a seguito della decisione presa da ortodossi estremisti israeliani di porre la prima pietra del nuovo tempio di Gerusalemme. I soldati sparano sulla folla uccidendo 16 persone e ferendone oltre 100.
1994: massacro di Hebron. Baruch Goldstein, un terrorista sionista statunitense, entra vestito da soldato nella moschea di Abramo a Hebron e spara sui fedeli in preghiera uccidendo 29 persone. Baruch Goldstein, idolo dell’attuale ministro della sicurezza di Israele Ben Gvir, viene linciato dalla folla. Iniziano disordini sedati nel sangue dai soldati di occupazione israeliani che, a seguito dell’attentato, uccidono altri 26 palestinesi (mentre 5 cittadini israeliani vengono uccisi dalla folla palestinese).
2001-2002: distruzione dell’aeroporto di Gaza. Gaza aveva un aeroporto, l’aeroporto internazionale Yasser Arafat, situato non lontano da Rafah. Nel 2001 gli israeliani bombardano la torre di controllo. Nel 2002 le ruspe israeliane distruggono la pista per rendere Gaza del tutto isolata.
2002: massacro di Jenin. Durante la Seconda Intifada, la rivolta palestinese scoppiata a seguito della provocazione di Sharon (Sharon, primo ministro di Israele, decise di passeggiare sulla spianata delle Moschee, un luogo sacro per i musulmani), l’esercito israeliano entra all’interno del campo profughi di Jenin e compie numerosi crimini di guerra. I palestinesi uccisi saranno 52, di cui almeno la metà civili. Ricordo che Jenin si trova in Cisgiordania, dove i soldati israeliani sono la forza di occupazione.
2006: operazione “Piogge estive”. Le truppe israeliane entrano nella Striscia di Gaza e bombardano. I civili palestinesi uccisi saranno 117.
2006: strage di Beit Hanun. Durante l’operazione militare israeliana a Gaza denominata “Operazione Nuvole d’Autunno”, l’esercito israeliano bombarda (dissero per errore) le case di Beit Hanun uccidendo 16 civili palestinesi.
2008: operazione “Inverno caldo”. I soldati israeliani entrano a Gaza e uccidono 116 palestinesi, la metà civili. L’Ue criticò l’operazione per “l’uso eccessivo della forza” da parte israeliana.
2008-2009: operazione “Piombo fuso”. Israele bombarda la Striscia di Gaza utilizzando anche fosforo bianco. Alla fine i morti palestinesi (soprattutto civili) saranno più di 1000.
2012: “Operazione Colonna di Nuvola”. Bombardamento israeliano della Striscia. I morti saranno 171, decine le case distrutte e centinaia i feriti.
2014: “Operazione Margine di Protezione”. L’esercito israeliano entra a Gaza e bombarda. I morti saranno centinaia. Secondo fonti palestinesi Israele ha ucciso durante l’operazione 2310 persone, tra le quali oltre 1400 civili. Centinaia i bambini assassinati. In quell’occasione perse la vita Simone Camilli, il giornalista italiano che documentava l’orrore di Gaza, saltato in aria mentre veniva rimosso un ordigno israeliano inesploso.
2022: raid israeliani a Jenin. Le forze di occupazione israeliane attaccano il campo profughi di Jenin. In quell’occasione viene uccisa deliberatamente Shireen Abu Akleh, giornalista di Al Jazeera e icona del giornalismo palestinese. Venne uccisa deliberatamente, come sono stati uccisi deliberatamente centinaia di altri giornalisti palestinesi.
2022: raid dell’IDF e dei coloni in Cisgiordania. Anche nel 2022 le violenze israeliane nei territori occupati sono numerose, tant’è che Save The Children pubblica un rapporto intitolato “Per i bambini palestinesi il 2022 è stato l’anno più letale”. Nel 2022 le forze di occupazione israeliane e i coloni hanno ucciso 34 minori palestinesi.
2023: raid israeliani in Cisgiordania. Anche nel 2023 sono numerosissimi i crimini israeliani nei territori palestinesi occupati illegalmente. Il 18 settembre del 2023, pochi giorni prima del 7 ottobre, Save The Children pubblica un rapporto intitolato: “Cisgiordania: il 2023 è l’anno più letale per i bambini palestinesi. Uccisi almeno 38 minori, più di uno a settimana.”
Sacrosanto ricordare il 7 ottobre, come è sacrosanto ricordare tutti questi massacri. La Storia non è iniziata il 7 ottobre.

