“Ma chi ci rappresenta?”

Subito dopo è andato in scena Alessio, lasciando la classe esterrefatta. “Adesso basta, è ora di cambiare, tutti a casa”, ha esordito con voce tonante. “I vecchi rappresentanti hanno pensato finora soltanto ai loro interessi, non hanno fatto nulla per gli studenti, questa scuola è uno schifo […]”

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

MA CHI CI RAPPRESENTA?

Subito dopo è andato in scena Alessio, lasciando la classe esterrefatta. “Adesso basta, è ora di cambiare, tutti a casa”, ha esordito con voce tonante. “I vecchi rappresentanti hanno pensato finora soltanto ai loro interessi, non hanno fatto nulla per gli studenti, questa scuola è uno schifo, il bagno fa acqua da tutte le parti, l’intonaco crolla a pezzi, i banchi sono degli inizi del secolo scorso, le sedie sono arrugginite…Votatemi e io vi prometto libri e quaderni a costo zero, taxi gratuiti entrata e uscita per chi abita lontano, sedie con sedile morbido e schienale ergonomico, computer portatili per ogni studente, cellulare libero in classe e bagno con vasca idromassaggio…
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

IL VOLTO COLONIALE DELLA QUESTIONE LIBICA
Malgrado dal 2013 la produzione sia dimezzata per l’attacco ai pozzi da parte delle milizie armate, la Libia possiede ancora le maggiori riserve di petrolio dell’Africa, le none al mondo, che sollecitano gli appetiti inesauribili dell’italiana Eni e della francese Total, rivali in voracità. Francia e Italia (con i rispettivi alleati locali) si contendono però anche il controllo del territorio, una battaglia coloniale strategica, soprattutto perché si ritiene indispensabile ad arginare i migranti. Gli imbarchi avvengono nella parte occidentale della Libia, per questo i governi Renzi, Gentiloni e Conte tengono legami stretti con Al-Serraj, cui sono stati offerti protezione e sostegno economico in cambio del controllo dei flussi. L’Italia sa però che per fe rmare i migranti riducendo l’imbarazzo planetario sullo sterminio degli annegati vanno chiusi dei passaggi più a sud, nel Niger, dove il dominio coloniale francese è ancora troppo solido. La regione libica di confine a sud si chiama Fezzan, dove oggi si combattono decine di gruppi armati e dove Italia e Francia vorrebbero ancora una volta mettere le mani entrambe, “stabilizzando” la regione
FRANCESCO GESUALDI

ELOGIO DELLA DISOMOGENEITÀ
Per una scuola che contribuisca alla costruzione di una società aperta e a rifiutare il veleno del razzismo abbiamo bisogno di andare oltre i muri della scuola. Lettera aperta di Franco Lorenzoni, maestro elementare. “Non dobbiamo dimenticare mai che il fascismo, prima di essere movimento politico, crebbe nel diffondersi di una mentalità. E che la mentalità intollerante e razzista stia crescendo intorno a noi è un dato di fatto… – scrive Lorenzoni – Dobbiamo moltiplicare le occasioni per incontrarci, cooperare, studiare e progettare una scuola all’altezza dei compiti dell’oggi… Mai come oggi l’educazione e la sperimentazione sociale vengono prima della politica,… Barriere e pregiudizi si possono attenuare solo se si ha l ’occasione di incontrarsi e di fare qualcosa insieme… La scuola non può non essere al centro di questo difficile processo, perché è qui che compiamo la nostra prima alfabetizzazione alla compresenza ed è qui che possiamo elaborare un convinto e convincente elogio della disomogeneità, impegnandoci a dimostrare che tra diversi si impara meglio, anche se all’inizio può apparire più difficile…”
FRANCO LORENZONI
 

MIRAGGI MIGRANTI
Più di dieci laboratori e incontri di approfondimento tra educazione interculturale e pedagogia critica proposti il 6 e 7 ottobre a Roma: “Miraggi migranti” è promosso dalla Rete di Cooperazione Educativa, la redazione di Comune e l’Asilo Bosco Caffarella (all’interno di “Fabbrica di Roma ReAct”, festival multidisciplinare). Il programma è quasi completo: da martedì 11 settembre sarà possibile prenotarsi
REDAZIONE DI COMUNE

UN BAMBINO VALE UN BAMBINO
Tra qualche giorno i bambini a scuola avranno tante cose da raccontare. Parleranno anche di ponti e di barconi, metteranno in comune dolori e speranze. Coltiveranno a modo loro una virtù rivoluzionaria per questi tempi, l’empatia. «Loro, a differenza di noi, che siamo quelli grandi, non fanno distinzione sulla sofferenza – scrive Penny, maestra e scrittrice – Non mettono sul piatto della bilancia il dolore… “Sei bianco? Sei italiano?…” Di fronte al dolore, alla sofferenza, i bambini fanno di tutta un’erba un fascio. Un bambino vale un bambino. Una madre vale una madre. Un padre vale un padre… Sanno che un ponte crollato è un dolore vicino, sanno che dei bambini affogati, dei migranti sospesi in mare, sono un dolore lontano. Ma sempre di dolore si tratta. Di uomini s i tratta. I bambini sanno sentirlo quel dolore, come fosse il loro. E sanno farsene carico. Al contrario di noi…»
PENNY

DIVERSAMENTE DIDATTICI
Quella organizzata a Bologna tra il 7 e il 9 settembre dalle giovani e dai giovani maestri del MCE – “DiDì Diversamente Didattici. Mostra di didattica non convenzionale” (Centro Civico Borgatti, via M. Polo 51) – è una mostra molto incoraggiante. In questa piazza che apre le scuole al territorio, come racconta Gianluca Gabrielli, non c’è spazio per la didattica dei luminari universitari o dei teacher prize, né per la didattica mainstream fatta di quiz e progetti, qui si chiedevano solo tracce materiali, concrete, di esperienze di didattica divergente, in cui ognuno poteva portare ciò che riteneva più interessante. I filoni più gettonati? L’uso della manualità, una inaspettata attenzione alla storia, una matematica non separata da attività ; concrete… “Se le esperienze come questa prendessero piede in molte province potremmo provare ad individuare le linee di resistenza che si oppongono alla standardizzazione…”
GIANLUCA GABRIELLI
 

COMINCIA LA SCUOLA CONSUMA-E-GETTA
Prepararsi per il primo giorno di scuola dovrebbe significare pregustare la gioia per il fatto che si rivedranno i propri amici, pensare con entusiasmo a cosa si imparerà quest’anno, temperare la giusta nostalgia per le vacanze con la voglia di rimettersi in gioco…Invece tutti a comperare, spendere, consumare in un festival del capitalismo di fronte al quale poi i progetti sull’educazione alla sostenibilità e alla sobrietà sembrano prese in giro. Possiamo pensare a una scuola che faccia un po’ di dieta?
RAFFAELE MANTEGAZZA

PUBBLICO O PRIVATO? C’È UN’ALTERNATIVA
Quasi tutti i settori produttivi e infrastrutturali italiani hanno sperimentato sia un regime gestito dallo Stato che quello privato. Una volta privatizzate e ridotte a spezzatino, l’elettronica e l’elettromeccanica sono quasi scomparse dall’Italia. Per le imprese, le privatizzazioni sono state una pacchia a spese dello Stato, i lavoratori sono invece sempre meno, condizioni e salari fortemente peggiorati. Nessun economista ha finora studiato il nesso tra privatizzazioni e calo della produttività, o esplosione di quel debito pubblico che la grande svendita avrebbe dovuto abbattere. L’impresa pubblica era invece minata da clientelismo, sottogoverno e intrusione dei partiti. Oggi il ritorno a quella gestione cambierebbe poco: a governare è la finanza internazionale e un’impresa pubblica di diritto privato (una SpA) non può avere obiettivi diversi da una privata: profitti e rendite. C’è un’alternativa? Sì, servizi, infrastrutture e produzioni di base sono beni comuni, ma solo se con controllo e gestione condivisi da parte della collettività. Sembra un’utopia solo perché a furia di non essere ascoltati si è perso il desiderio di partecipare alla vita pubblica
GUIDO VIALE
 

MOVIMENTO NO TAV, LETTERA AL GOVERNO
I grandi media si divertono a parlare di governi amici, di luna di miele tra No Tav e governo, di ministri che non vogliono fermare la grande opera ma migliorarla… Intanto in Val di Susa il Movimento non smette di presidiare ogni giorno il territorio e di ricomporre in molti modi diversi le relazioni sociali di coloro che vivono in Valle: per questo, dopo il bellissimo Festival alta felicità e la manifestazione di fine giugno, il Movimento NoTav scrive una lettera al governo per ricordare a tutti come, al di là delle promesse elettorali e della nuova analisi dei costi/benefici in corso, i promotori della Torino-Lione non si siano per nulla fermati. Perché il Governo non sospende tutte le attività propedeutiche alla Tav? Perché non blocca il Cantiere di Chiomonte? Perché non abolisce lo status di “sito di interesse strategico nazionale” per l’area di Chiomonte, che dal 2012 è gravata da un regime di gestione militare operata dall’Esercito e dalle Forze dell’Ordine? Ma davvero qualcuno pensa che il Movimento resterà a guardare il nuovo spettacolo fatto per il momento di molta arroganza e ipocrisia?
MOVIMENTO NO TAV
 

LE COMPAGNE INVISIBILI DI AHED
La giovane militante palestinese liberata dopo otto mesi di carcere è ormai un simbolo della resistenza di una nuova generazione di ribelli. Sua madre sottolinea, però, quanto sia stato importante anche l’aspetto fisico di Ahed, a cominciare dal colore dei capelli, per suscitare tanta attenzione mediatica intorno al suo caso. Quando le donne palestinesi non sono invisibili nell’informazione dei media occidentali, vengono dipinte come sventurate vittime di circostanze fuori del loro controllo: l’occupazione militare della terra e l’“arretratezza” della loro stessa società patriarcale, per esempio. Difficilmente vengono viste come protagoniste del cambiamento; al massimo, sono presentate come intrappolate in un “conflitto” in cui non g iocano alcun ruolo attivo. Lamia, Reem, Shaima e Dwlat sono donne straordinarie di Gaza, forti almeno come Ahed, ma le loro storie vengono “normalmente” ignorate
RAMZI BAROUD
 

COME LE DONNE SI SONO RIPRESE LA LORO ISOLA
In ogni angolo del mondo ci sono ribellioni inaspettate in grado di raggiungere obiettivi ambiziosi. Spesso sono gruppi di donne a promuoverle. Ogni tanto riescono a mettere fine ad anni di violazioni dei diritti umani, comprese violenze sessuali e torture. A volte per riscrivere la storia, a quelli che vivono in basso basta una flottiglia di 44 barche disarmate
LISA FULLER

PRENDIAMO UN CAFFÈ AL BAR DI DELIA
Nel bar Hobbit di Delia a Ventimiglia si pratica un idea di accoglienza ed un’altra umanità possibile . All’interno, giocano i bambini e si svolgono attività di aiuto alle persone in transito e quindi in stato di necessità, in particolare donne e bambini – italiani o stranieri non importa – che se non possono farlo, non pagano le consumazioni che servono a nutrirsi e dissetarsi. Il bar Hobbit è sottoposto a una campagna di diffamazione e di boicottaggio da parte della popolazione xenofoba di Ventimiglia. Rischia di chiudere
PRESSENZA

 

APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

9 SETTEMBRE – GIULIANELLO (LT). RACCONTI E CANZONI
Con Ascanio Celestini e Giovanna Marini

9 SETTEMBRE – BIBBIENA (AR). RESISTENZA ALIMENTARE
Conversazione con Vandana Shiva e Franco Berrino

9 SETTEMBRETREZZANO SUL NAVIGLIO (MI). ASSEMBLEA PUBBLICA

MASSIMO LIBERO!!! RIMAFLOW VIVRÀ!!!

10/16 SETTEMBRE – ROMA. VISIONARIA FEST
Festival della razza umana alla Villetta a Garbatella

12 SETTEMBRE – ROMA. DIARIO DI UN MAESTRO
Videoproiezione al Parco della Caffarella (largo T. Venturi, ore 20)

14/16 SETTEMBRE – MIRA (VE). SI PUÒ FARE
Festival nazionale del commercio equo e solidale

14/16 SETTEMBRE – GIOVINAZZO DI BARI. MONETE ALTRE
Scuola-laboratorio

14/16 SETTEMBRE – CECINA MARE (LI). CRISI: DIECI ANNI BASTANO
Università popolare di Attac Italia

7 OTTOBRE – ROMA. LA SCUOLA SENZA MURA
Tavola rotonda promossa dalla redazione di Comune

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