Con il governo Draghi non si ferma il traffico di armi verso l’Arabia Saudita

La politica estera italiana sembra essere retta da un unico principio: quello dei due pesi e due misure. Mentre si condanna la Russia come sistema autocratico e guerrafondaio, chiudendo qualsiasi strada diplomatica e commerciale, l’Italia continua a fare affari d’oro con monarchie assolute, teocrazie e dittature varie.

La relazione annuale sull’export di armi

È ciò che è emerso dalla relazione annuale sulla esportazione, importazione e transito di armi presentata dal Governo Draghi al Parlamento. Si tratta del rendiconto completo sul traffico di armamenti che parte dal nostro Paese e troppo spesso va a finire verso lidi tutt’altro che pacifici. Come per esempio l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Secondo il report nel 2021, l’Italia avrebbe fatto confluire verso questi Paesi 103 milioni di euro di armamenti.

Sappiamo che entrambi i Paesi sono impegnati dal 2015 nel sanguinoso conflitto in Yemen. Si tratta nello specifico di una guerra per procura, dove Abu Dhabi e Ryadh stanno provando a neutralizzare il gruppo di ribelli sciiti Houthi, appoggiati dall’Iran. Finora il conflitto ha causato 300.000 vittime totali, di cui 20.000 civili, oltre a quella che è stata definita dalla Croce Rossa come la più grande catastrofe umanitaria dopo la Seconda Guerra Mondiale. A questo tragico scenario hanno sicuramente contribuito l’utilizzo da parte saudita di armamenti vietati dalle convenzioni internazionali, come le bombe a grappolo.

“Armi ai sauditi? Non è illecito” così il Governo

Il traffico di armi dall’Italia verso la penisola araba appare così del tutto inopportuno, anche alla luce dei proclami sulla difesa dei valori occidentali della democrazia e della libertà. Tuttavia il Governo Draghi non sembra essere troppo interessato a discutere della questione, anzi il capogruppo in commissione Difesa alla Camera, Alberto Pagani ha dichiarato: “Sono stati rispettati tutti i requisiti di legge, non penso che sia inopportuno”. Affermazione facilmente smentibile.

C’è infatti una legge, la 185 del 1990, che vieta espressamente al Governo italiano di vendere armi a “Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”, e anche verso “Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’UE o del Consiglio d’Europa”. Ci sono pochi dubbi che l’Arabia Saudita possa rientrare in queste categorie. Non finisce però qui.

L’esecutivo si arrampica sugli specchi

Perché l’attuale esecutivo difende la legittimità della vendita di armi con una sorprendente arrampicata sugli specchi. Nel gennaio 2021 l’allora Governo Conte II, proprio per porre un freno a questo traffico di armi, aveva posto formalmente il divieto all’esportazione di bombe aeree e missili. Bene, ora il Governo Draghi sostiene di aver rispettato quella revoca, perché nel 2021 sono stati venduti ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti “solo” pezzi di ricambio e siluri navali. Insomma come se si trattasse di innocue caramelle.

Gli affari tra Italia e Paesi arabi fanno apparire così del tutto pretestuosi i proclami del Governo a difesa di presunti valori democratici. Oltre ad essere responsabili di una guerra d’aggressione contro lo Yemen, Arabia Saudita e compari non sono di certo noti per rispettare elevati standard in termini di diritti umani. Basti ricordare come il giornalista Jamal Kashoggi sia stato sciolto nell’acido senza tanti complimenti con il benestare della corona saudita.

Mentre la stessa Arabia Saudita continua ad applicare in maniera certosina la pena capitale per decapitazione, ottenendo proprio quest’anno il macabro record di 81 esecuzioni nello stesso giorno. Tra le ragioni delle condanne a morte ci sono anche l’apostasia, ossia l’abbandono della religione islamica, l’adulterio e l’omosessualità. Come scriveva il giornalista algerino Kamel Daoud del New York Times, l’Arabia Saudita è un ISIS che ce l’ha fatta e quindi possiamo ritenere l’Italia come uno dei partner di questo Stato islamico trattato con i guanti.

Michele Crudelini

16 Aprile 2022

CON IL GOVERNO DRAGHI NON SI FERMA IL TRAFFICO DI ARMI VERSO L’ARABIA SAUDITA (byoblu.com)

Sharing - Condividi