Michele Blanco: Globalizzazione delle disuguaglianze e delle ingiustizie

Rassegna del 08/01/2024

Michele Blanco: Globalizzazione delle disuguaglianze e delle ingiustizie

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Globalizzazione delle disuguaglianze e delle ingiustizie

di Michele Blanco*

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WYWwAEq9CgNegli anni Ottanta del secolo scorso si descriveva il futuro prossimo della globalizzazione come di una età di crescita del benessere diffuso per tutta l’umanità, in tutti i paesi del mondo, ma «Oggi, invece, la crescente disuguaglianza non ha prodotto alcun conflitto di classe che minacci il sistema capitalistico, e ciò sebbene nelle economie avanzate questa si sia accompagnata con la deindustrializzazione e la schiavitù del debito.È in questo contesto politico che una nuova generazione di miliardari ha abbracciato la filantropia. … non si può più fare affidamento sullo Stato per affrontare le ingiustizie sociali e le povertà. Al contrario la società si rivolge alle briciole filantropiche che cadono dalla tavola del padrone; bruscolini che cadono solamente lì dove i super ricchi decidono di farli cadere … ma guardando bene, esso appare un disegno complesso, volto a garantire che il sistema che ha generato le diseguaglianze, per le quali la filantropia è un unguento, permanga del tutto invariato», in Carl Rhodes, Capitalismo woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia, Roma, Fazi, 2023, pp. 251 e 254.La globalizzazione oggi è certamente e identificata come causa di ingiustizie e tensioni sociali. Nel mondo contemporaneo possiamo parlare di tanti tipi di disuguaglianze, ma certamente, da un punto di vista economico, si può parlare della disuguaglianza tra tenori di vita, distinguendo fondamentalmente tra due tipi di tali disuguaglianze, quella mondiale (tra le nazioni) e quella all’interno delle singole nazioni. Quando si dice ad esempio che il 10% più povero ha un tenore di vita pari a un decimo del 10% dei più ricchi ovviamente non ha lo stesso significato in India e in Svizzera. Conviene allora aggiungere una regola generale quando si valuta la disuguaglianza: stabilire una soglia assoluta di povertà e il valore più utilizzato oggi è quello di circa un euro al giorno pro capite.

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Aligi Taschera: A proposito di gestazione per altri

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A proposito di gestazione per altri

di Aligi Taschera

utero in affitto codice a barre.jpgIl 22 marzo scorso Giulia Abbate postava sulla chat di Resistenza Radicale un tweet di Marco Cappato, che diceva: “Ci sono donne che hanno perso l’utero a causa di una malattia, ma che potrebbero crescere un figlio grazie alla gestazione per altri solidale. Vietarlo è violenza da Stato Etico”.Avevo pubblicamente promesso nella chat che avrei provato a chiarire perché il modo di Cappato di affrontare questo problema è inadeguato, come sostenuto da Domenico Spena (punto su cui, evidentemente concordo con lui), sostenendo che mi pareva una buona occasione per chiarire al pubblico le questioni etiche e politiche connesse; se poi questo chiarimento riuscisse a fornire qualche spunto di riflessione anche a Cappato, tanto meglio.Proviamo dunque a districare il complesso groviglio di questioni che pone il tweet di Cappato, e di affrontare le questioni a una a una.Partirò dal fondo, cioè dal concetto di stato etico.Bisogna ricordare che il concetto di Stato Etico proviene dalla filosofia di G.G.F. Hegel ed è da essa inscindibile, come ben sapevano sia Giovanni gentile che Benito Mussolini. Tentare di spiegare in modo esauriente e comprensibile in un numero ragionevole di righe è un’impresa temeraria. Hegel, infatti, sosteneva che “Il vero è l’intero”. Di modo che tutti i momenti del reale (che è esso stesso pensiero) acquisiscono il loro senso e la loro conoscibilità nella loro relazione con la totalità di cui fanno parte (l’Assoluto).

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Paolo Di Remigio: La pedagogia naturalistica e i suoi problemi

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La pedagogia naturalistica e i suoi problemi

di Paolo Di Remigio

Siamo lieti di pubblicare questo interessante intervento dell’amico Di Remigio (M.B.)185936690 89010f8d 5b1b
42b2 aec7 2b8c005658d3 1024x577.jpgIl fallimentare modello scolastico americanoSi dice spesso che la scuola italiana non funzioni e che occorra innovarla per metterla al passo con i tempi. Chi lavora nella scuola non può non concordare con la prima affermazione; la seconda appare invece sospetta di conformismo e fuori dalla realtà. Infatti negli ultimi trent’anni ogni ministro dell’istruzione ha innovato; in particolare, nel 1997 l’autonomia scolastica ha aperto gli istituti al territorio e li ha incoraggiati ad avventurarsi in ogni sorta di iniziative; nel 2015 la riforma Renzi ha reso obbligatorie sperimentazioni ardite come la scuola-lavoro oppure il CLIL (lo studio in lingua straniera di una disciplina studiata di solito in italiano), ha inoltre fatto dell’innovazione didattica la preoccupazione principale degli insegnanti e il titolo con cui accedere alla premialità, qualunque ne fosse il risultato.Che dopo 26 anni di riforme innovative la scuola resti disfunzionale, suggerisce l’ipotesi che proprio le riforme la rendano tale. L’ipotesi è confermata da un indizio: le riforme parlano in un gergo anglosassone (inquiry learning, cooperative learning, skill, metacognitive skill, problem solving, lifelong learning – da cui il nome TreeLLLe, l’associazione che ispira da decenni il ministero), consistono dunque nell’imporre in Italia e in Europa la pedagogia dominante negli Stati Uniti. Delle scuole statunitensi l’opinione pubblica sa soprattutto che vi avvengono stragi efferate di alunni e insegnanti. Di fatto sa anche un’altra cosa. I giornali parlano spesso di «fuga dei cervelli» dall’Italia. Vista dall’altra parte dell’Atlantico, questa fuga non può che prendere il nome di importazione dei cervelli. Dalle notizie della stampa l’opinione pubblica può giungere dunque a due conclusioni: 1) le scuole americane sono pericolose per chi le frequenta; 2) istruiscono così male che, per popolare le loro celebrate università, gli Stati Uniti devono importare studenti istruiti altrove.

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comidad: Lo status divino della cleptocrazia europea

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Lo status divino della cleptocrazia europea

di comidad

Spesso l’indecisione paga. Per un anno la questione della ratifica della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità era rimasta in sospeso, nel gioco delle parti tra Salvini e la Meloni; una pantomima con la quale il segretario leghista voleva scaricare sulla leader di Fratelli d’Italia l’intera responsabilità dell’approvazione del nuovo testo riformato. Ci sono in vista le elezioni europee e quindi chi avesse tradito sul MES avrebbe pagato a vantaggio elettorale dell’altro. Nel corso dell’anno non è arrivata però nessuna vera pressione dalla mitica Europa per approvare il nuovo testo, e si è visto persino che la Banca Centrale Europea ha continuato a limitare il famigerato spread tra BTP e Bund.La narrativa agiografica ci propone l’immagine di una Meloni che ha tenuto la posizione in un sussulto di orgoglio sovranista; sarebbe poi la stessa Meloni che sul Patto di Stabilità si è prostrata a condizioni vessatorie. Chiunque può rendersi conto che sarebbe bastato che Mattarella la minacciasse di farla maltrattare da Bruno Vespa per ottenere la ratifica anche del MES. Un mantra condiviso persino da alcuni oppositori è che il partito della Meloni sia una banda di mentecatti e pistoleri, ma che lei sia un’altra cosa.

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Fabio Benfenati: Dennett, le neuroscienze e la comprensione della coscienza umana

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Dennett, le neuroscienze e la comprensione della coscienza umana

Nei cervelli non c’è nessuno in casa

di Fabio Benfenati

Cosa è la coscienza? È lo spirito che si libra dalla materia o è l’aspetto trascendente della materia stessa? Nella nostra percezione cosciente ci muoviamo in un mondo pieno di forme, colori e suoni; è solo una costruzione, un’interpretazione, un’allucinazione o è una realtà concreta che esiste al di fuori di noi? Con i sensi percepiamo grandezze fisiche (onde di pressione, radiazioni elettromagnetiche a diversa lunghezza d’onda), tradotte in frequenze di scarica nelle nostre fibre nervose e interpretate dalla nostra mente per costruire il mondo cosciente in cui viviamo. Coscienza è la traduzione italiana del famoso e premiato libro di Daniel Dennett, professore di filosofia alla Tufts University, dal titolo in verità un po’ altisonante Consciousness explained pubblicato nel 1991. La comprensione della coscienza è sempre stato uno dei problemi intellettuali più difficili della storia umana, da sempre conteso tra filosofi, psicologi e neuroscienziati e, ultimamente anche da ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale.Ci si può chiedere se una digressione filosofica sulla coscienza, certamente molto stimolante e innovativa negli anni della prima pubblicazione del libro, sia utile e attuale.

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Davide Tutino: “Andiamo in Russia a vendere prodotti italiani, atto di disobbedienza civile”

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“Andiamo in Russia a vendere prodotti italiani, atto di disobbedienza civile”

Giulia Bertotto intervista Davide Tutino

A fine gennaio i docenti Davide Tutino e Giuseppe Mastruzzo partiranno per la Russia, dove scambieranno i prodotti europei con quelli locali, in aperta disobbedienza alle sanzioni commerciali. Per questo atto sono previsti da 2 a 6 anni di carcere, e da 25mila a 250mila euro di ammenda, spiegano. I professori Mastruzzo e Tutino saranno accompagnati da Marzia di Sessa, giornalista di 9Mq, e Don Diego Minoni, cappellano di questa missione di pace. Lo scopo è quello di un atto dimostrativo forte ma pacifico, allo scopo di “mettere fine a queste sanzioni, che colpiscono i popoli e rafforzano l’autoritarismo dei regimi in guerra”.Abbiamo intervistato il professor Tutino per conoscere meglio questa importante iniziativa.* * * *Nel discorso di fine anno il presidente Putin ha detto: “Non arretreremo mai”: “Abbiamo dimostrato più volte che possiamo risolvere i compiti più difficili e che non arretreremo mai perché nessuna forza può dividerci”, ha affermato Putin. Anche se non ha parlato direttamente della guerra in Ucraina, Putin ha però fatto riferimento ai soldati, “i nostri eroi”.

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Enzo Traverso: Orientalismo e sionismo per giustificare un genocidio

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Orientalismo e sionismo per giustificare un genocidio

di Enzo Traverso

Chi pensava che nel mondo globale del XXI secolo l’orientalismo fosse morto si è dovuto ricredere: l’orientalismo è vivo e gode di ottima salute. I media ne sono saturi. Il suo principale assioma – gli occidentali sono incapaci di definire sé stessi se non ponendosi di fronte ai rappresentanti di un’umanità radicalmente altra, non-bianca, considerata incivile e gerarchicamente inferiore – viene declinato quotidianamente in tutte le forme possibili.Ferita dall’attacco “barbaro” di Hamas, “la sola democrazia del Medio Oriente” ha il diritto di difendersi: tutti i nostri capi di Stato e di governo sono andati in pellegrinaggio a Tel Aviv per assicurare Netanyahu del nostro sostegno incondizionato. Non si discute quando sono in gioco la morale e la civiltà. Nel 1896, Theodor Herzl, il padre spirituale di Israele, pubblicava Lo Stato degli ebrei, il testo fondatore del sionismo, in cui definiva questo futuro Stato come «un bastione dell’Europa contro l’Asia, una sentinella della civiltà contro la barbarie». Nel 2023 i termini della questione non sono affatto cambiati.

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Salvatore Bravo: Socialismo cinese e Lunga Marcia

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Socialismo cinese e Lunga Marcia

di Salvatore Bravo

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a.jpgIl percorso che porta al comunismo inizia con il lavoro comune per sovvertire le condizioni di sfruttamento delle classi subalterne. Emancipare dallo sfruttamento significa non solo soddisfare i bisogni materiali, ma anche educare alla partecipazione politica. Senza categorie valide per decodificare lo sfruttamento e progettare un diverso modo per gestire struttura economica e sovrastruttura non vi è comunismo. La parabola di Mao Tse- tung1 è da leggersi nella Cina divorata da decenni di invasioni e sfruttamento e che ha conosciuto due guerre dell’oppio (la prima dal 1839 al 1842 e la seconda dal 1856 al 1860) e la rivolta dei Taiping (1851-1864). Decine di milioni di morti è stato il risultato dello sfruttamento e del razzismo del liberismo dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, in primis, a cui si sono affiancate le potenze europee minori tra cui l’Italia verso la Cina. Nelle guerre dell’oppio e nella violenza con cui le potenze europee hanno sostenuto lo sterminio della rivolta dei Taiping vi è la verità del capitalismo non ancora riconosciuta. In questo contesto la Lunga Marcia del comunismo conclusasi con la presa del potere il primo ottobre 1949 e gli errori e le tragedie conseguenti erano, purtroppo, inevitabili: sollevare seicento milioni di persone da uno stato di miseria secolare e da una condizione di subalternità non poteva che comportare nella cornice storica della Guerra fredda il rischio del tragico. Tragedie vi furono, ma assieme a esse, secondo la lezione marxiana, il comunismo è da realizzarsi non necessariamente secondo lo sviluppo stadiale, ma esso deve essere progetto politico che tenga in gran conto le circostanze storiche reali. Pensare il comunismo significa pensare la storia. Il discorso di Mao Tse- tung del 1957 dimostra la capacità teoretica e pratica del comunismo cinese.

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Liberiamo l’Italia: Tesi sul cybercapitalismo

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Tesi sul cybercapitalismo

di Liberiamo l’Italia

Questo importante documento analizza le profonde trasformazioni del sistema capitalistico e indica quale potrebbe essere il suo eventuale punto di approdo. Esso venne approvato nel novembre 2021 dalla II. Conferenza nazionale per delegati di Liberiamo l’Italia.capitalismo 4.0 638x368.jpgIl tornante storico

  1. 1. Con il crollo dell’Unione Sovietica l’élite americana (sia neocon che clintoniana) scatenò un’offensiva a tutto campo per trasformare l’indiscussa preminenza degli U.S.A. nei diversi campi — economico, finanziario, militare, scientifico, culturale — in supremazia geopolitica assoluta. L’offensiva si risolse in un fiasco. Invece del nuovo ordine monopolare sorse un disordinato e instabile multilateralismo.
  2. 2. La grande recessione economica che colpì l’Occidente, innescata dal disastro finanziario americano del 2006-2008, fu un punto di svolta dalle molteplici conseguenze. Indichiamo le principali: (1) il “capitalismo casinò” — contraddistinto dalla centralità della finanzia predatoria: accumulazione di denaro attraverso denaro saltando la fase della produzione di merci e di valore — dimostrava di essere una mina vagante per il sistema capitalistico mondiale; (2) il modello economico neoliberista, quello che aveva consentito la metastasi della iper-finanziarizzazione, esauriva la sua spinta propulsiva; (3) la globalizzazione liberoscambista a guida americana giungeva al capolinea sostituita da una “regionalizzazione” delle relazioni economiche mondiali e dalla rinascita di politiche protezionistiche; (4) la Cina, uscita dallo sconquasso come principale motore del ciclo economico mondiale, occupava il ruolo di nuovo alfiere della globalizzazione; (5) una profonda scissione maturava in senso alle élite occidentali: la crisi di egemonia delle frazioni mondialiste alimentava il fenomeno del populismo. Così ci spieghiamo la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, l’avanzata dirompente di nuove forze politiche “sovraniste” in diversi paesi europei (Italia in primis), la Brexit.

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Patrizia Cecconi: Un discorso senza ombre

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Un discorso senza ombre

di Patrizia Cecconi

Una parte dell’Italia, seppur distratta dal cenone di capodanno, alle 20,30 del 31 dicembre ha ascoltato il tradizionale discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Un’altra parte, invece, non ha posto attenzione alla Tv, privilegiando la conversazione a tavola e tra il tintinnio di posate e bicchieri, ha perso il discorso e dovrà accontentarsi dei commenti di politici e opinion maker, tutti entusiasticamente concordi  –  tutti eh! da Salvini a Schlein, da Conte a Tajani, da La Russa di Fratelli d’Italia a Fratoianni di Sinistra Italiana – nel ritenere che Mattarella ha dato prova di grandezza nel difendere i diritti umani e l’impegno per la pace, “nel non rassegnarci alla guerra” dice Conte, o nel porre “l’accento sulla condanna della guerra” dicono Verdi e Sinistra Italiana.Per onestà intellettuale, dopo aver ascoltato attentamente il discorso del Presidente e non averci trovato nulla di quanto riportato dai creatori di opinione delle Tv nazionali, ho ritenuto opportuno andare a leggere il discorso in questione perché, ascoltandolo, forse mi era sfuggito qualcosa. Anzi, mi era sembrato addirittura un discorso falso, impostato a servilismo verso gli attuali potenti della terra e oltraggioso verso le vittime di quei potenti, oltre che verso i principi che sono alla base del Diritto universale umanitario.

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Davide Rossi: 1985: la proposta cinese per un nuovo ordine mondiale respinta da Gorbačëv

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1985: la proposta cinese per un nuovo ordine mondiale respinta da Gorbačëv

di Davide Rossi

Nel 2024 ricorre un duplice anniversario, da un lato la Cina Popolare celebra il 75° della sua fondazione, avvenuta il 1° ottobre 1949 con tutto l’orgoglioso entusiasmo di un cammino marxista che ha riportato Pechino al centro del mondo, protagonista di un impegno verso il multipolarismo e la pace, dall’altro è il 75° della fondazione della Germania Democratica, avvenuta sei giorni dopo il 7 ottobre 1949, un’esperienza generosa e significativa, coraggiosa e sinceramente antifascista, travolta certamente dalla violenta e aggressiva campagna denigratoria occidentale, ma anche e soprattutto dalle manchevolezze nello sviluppo delle forze produttive, vera e propria tragedia delle esperienze socialiste di ispirazione sovietica della seconda metà del Novecento.Per ricordare la DDR e il suo personale ruolo politico in quella nazione, Egon Krenz, a lungo segretario dal 1974 al 1983 della FDJ – Libera Gioventù Tedesca e poi membro del Politburo e del Comitato Centrale della SED, il Partito Unificato Socialista di Germania, quindi per un mese e mezzo capo di stato dopo i fatti novembrini del 1989 che hanno portato all’apertura della frontiera berlinese, ha dato alle stampe un duplice volume di diari: “Partenza e ascesa. Memorie” e “Progettare e cambiare. Memorie” entrambi per la Edition Ost di Berlino, che sarebbe interessante poter leggere nella loro completezza anche in italiano, laddove qualche meritorio editore ne colga l’importanza non solo storiografica, ma anche politica.

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Dante Barontini – Guido Salerno Aletta: L’Unione Europea perde la bussola e i fondatori

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L’Unione Europea perde la bussola e i fondatori

di Dante Barontini – Guido Salerno Aletta

Tempo di bilanci, o quantomeno di riassunti ragionati. Il passaggio di anno consente di tracciare righe e ricordare quel che si è sottovalutato nel flusso degli avvenimenti in apparenza tutti della stessa importanza. Se poi questo crinale coincide con la scomparsa contemporanea dei due uomini che hanno dato all’Unione Europea la forma attuale, allora la necessità di disegnare un quadro diventa irresistibile.Il riassunto fatto da Guido Salerno Aletta su TeleBorsa è assolutamente magistrale, quasi una lezione divulgativa sulla profondissima differenza tra le intenzioni (o le dichiarazioni di intenti) e la realtà effettiva, fuori da ogni abbellimento propagandistico.E’ una lezione che dovrebbero studiare tutti coloro che, sentendosi “di sinistra”, hanno a lungo confuso il dominio sovranazionale del capitale finanziario con una anticipazione quasi benigna dell’”internazionalismo proletario”. Un po’ come confondere la “globalizzazione” con l’era dell’imperialismo “buono”.Quelli che, insomma, hanno abboccato senza riflettere alla propaganda che divideva il campo delle opinioni politiche in “europeisti” versus “sovranisti”, quasi che la sovranità – il potere di decidere cosa fare in un determinato territorio – fosse scomparsa con il nuovo millennio o, appunto, la globalizzazione.

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Gerardo Lisco: “Adda passà ‘a nuttata”

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“Adda passà ‘a nuttata”

di Gerardo Lisco

Il quadro politico è per molti versi desolante e nel contempo di facile interpretazione. Provo a spiegarne la semplicità. A un anno dalle elezioni politiche i rapporti di forza tra centrodestra e centrosinistra, nel secondo ricomprendo anche il M5S; stando ai sondaggi, non sono mutati a causa della scarsa incisività delle opposizioni impegnate a marcarsi a vicenda. Se non fosse stato per CGIL e UIL, che hanno mobilitato i lavoratori con diversi scioperi, nessuno si sarebbe accorto che in Parlamento siedono anche forze politiche di opposizione. Di fronte alla scarsa incisività delle opposizioni, la destra al governo perderà consensi solo a partire dalla fine del 2024 quando, vigente il nuovo “Patto di Stabilità”, si vedrà costretta a fare tagli alla spesa pubblica nell’ordine dei 10 – 15 miliardi l’anno con la necessità di doversi rimangiare le promesse fatte in campagna elettorale e in questo anno di governo. Riducendosi la possibilità di manovra verranno meno i presupposti per la propaganda che il Governo Meloni ha utilizzato nel corso del 2023 e che continuerà a utilizzare in vista delle elezioni europee che si terranno da qui a qualche mese in aggiunta alle tornate elettorali regionali e comunali.

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